Introduzione

Tumore al polmone

Il tumore al polmone è uno fra i più comuni e gravi tipi di cancro (Video). Ogni anno in Italia vengono accertati (diagnosticati) circa 40.000 nuovi casi, che rappresentano l'11% di tutte le diagnosi di tumore nella popolazione, il 14% delle nuove diagnosi negli uomini e l'8% nelle donne.

Generalmente, nelle fasi iniziali questo tipo di tumore non dà disturbi (sintomi), ma con l'avanzare della malattia possono manifestarsi:

  • tosse persistente
  • tracce di sangue nelle secrezioni provenienti dall'apparato respiratorio (espettorato)
  • mancanza di fiato o “fame d’aria”
  • stanchezza inspiegabile e perdita di peso
  • dolore quando si tossisce o si respira profondamente

Alla comparsa di questi sintomi è consigliabile consultare il proprio medico di famiglia per un controllo.

Un tumore che ha origine nei polmoni è definito tumore primario del polmone. Un tumore che si sviluppa in un'altra parte del corpo e si diffonde ai polmoni è chiamato tumore secondario del polmone.

Ci sono due diversi tipi di tumore primario del polmone classificati a seconda del tipo di cellule da cui si sviluppano:

  • tumore polmonare non a piccole cellule, è il più diffuso (circa l'80 dei casi) e a sua volta è suddiviso in tre principali tipologie: il carcinoma a cellule squamose, l'adenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule
  • tumore polmonare a piccole cellule, (detto anche microcitoma, circa 10-15% dei casi) ha una crescita molto più rapida rispetto al tumore polmonare non a piccole cellule e, generalmente, anche una evoluzione (prognosi) più grave

Il tumore del polmone si sviluppa principalmente nelle persone anziane. È raro al di sotto dei 40 anni di età e più diffuso nella fascia compresa tra i 70 e i 74 anni.

Sebbene anche persone che non abbiano mai fumato possano ammalarsi di cancro al polmone, il fumo di sigaretta è la principale causa di malattia (attribuita a oltre l'85% dei casi). Questa relazione causa-effetto è dovuta alle diverse sostanze tossiche inalate regolarmente ogni volta che si fuma una sigaretta. Il rischio aumenta in base alla quantità di sigarette fumate e alla durata dell'abitudine al fumo. Il rischio relativo dei fumatori rispetto ai non fumatori è aumentato di 14 volte e arriva a 20-25 nei forti fumatori (leggi la Bufala).

Le persone malate di tumore al polmone sono sottoposte a cure diverse in base al tipo di tumore, alla fase della malattia (stadio) e alle condizioni generali di salute. Se l'accertamento della malattia (diagnosi) è effettuato nelle fasi iniziali del suo sviluppo, cioè quando il tumore è ancora confinato in una zona molto ristretta, l'intervento chirurgico può essere preso in considerazione. Più frequentemente, si impiega una combinazione di radioterapia e terapia farmacologica, con chemioterapia e farmaci a bersaglio molecolare, poiché spesso al momento della scoperta il tumore ha già cominciato ad espandersi in maniera molto rapida e, di conseguenza, la chirurgia non può più essere considerata una terapia efficace.

Il cancro ai polmoni di solito non causa sintomi evidenti fino al momento in cui la malattia si diffonde nei polmoni o in altre parti del corpo. Questo, in generale, significa che le prospettive per questo tipo di malattia non sono promettenti come invece potrebbero essere per altri tipi di cancro. Nel complesso, circa 1 - 3 casi accertati (diagnosticati) vivono per almeno un anno dopo la diagnosi e circa 1 su 20 persone vivono per almeno 10 anni. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni è leggermente aumentata negli ultimi decenni passando dal 10 al 16% negli uomini e dal 12 al 23% nelle donne. La sopravvivenza condizionata, che esprime la possibilità di sopravvivere ulteriormente alla malattia per i soggetti vivi a 5 anni dalla prognosi, è pari al 72% (73% uomini, 71% donne). Tuttavia, i tassi di sopravvivenza possono variare notevolmente a seconda della diffusione del tumore al momento della sua scoperta. Una diagnosi precoce, quindi, può fare una grande differenza.

Sintomi

Il tumore del polmone nelle sue fasi iniziali, in genere, non dà disturbi (sintomi) che cominciano a manifestarsi solo con il progredire della malattia.

I principali includono:

  • tosse che non passa dopo due o tre settimane
  • tosse persistente che peggiora
  • infezioni respiratorie (bronchiti o polmoniti) frequenti o che si ripresentano a distanza di tempo
  • presenza di sangue nelle secrezioni provenienti dall'apparato respiratorio (espettorato)
  • dolore al petto durante la respirazione profonda o quando si tossisce
  • respiro corto o mancanza di fiato
  • stanchezza persistente, debolezza
  • perdita di appetito o calo di peso inspiegabile

Sintomi meno comuni del tumore al polmone sono:

  • cambiamenti nell'aspetto delle dita, in particolare le estremità ricurve e rigonfie
  • temperatura corporea intorno ai 38°C o superiore (febbre)
  • difficoltà di deglutizione o dolore durante la deglutizione
  • difficoltà respiratorie
  • raucedine
  • gonfiore del viso e del collo
  • dolore al torace persistente o alla spalla

Qualora compaiano uno, o più, disturbi del tipo sopra descritto, è consigliabile consultare il medico curante.

Cause

La maggior parte dei casi di cancro al polmone è dovuta al fumo di sigaretta ma possono esserne colpite anche persone che non abbiano mai fumato.
Le principali cause sono:

  • fumo, il fumo di tabacco costituisce il più importante fattore di rischio per l'insorgenza del tumore del polmone e si ritiene sia responsabile dell'85-90% dei casi osservati. Contiene più di 60 differenti sostanze cancerogene, vale a dire sostanze che possono causare il cancro, ed è causa accertata di diversi altri tumori (esofago, bocca). Chi fuma più di 25 sigarette al giorno è 25 volte più a rischio di ammalarsi di cancro ai polmoni di un non fumatore. Chi fuma mezzo pacchetto al giorno ha un rischio circa 10 volte maggiore, e anche chi fuma "solo" 5 sigarette al giorno ha rischio cinque volte maggiore. Il rischio non cambia se le sigarette sono preparate dal consumatore stesso. Anche il consumo di tabacco sotto forma di altri prodotti aumenta il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni e altri tipi di cancro. Questi prodotti comprendono: sigari, tabacco per la pipa, una forma di tabacco in polvere, tabacco da masticare
  • fumo passivo, l'esposizione frequente al fumo di tabacco nell'ambiente (fumo passivo) aumenta il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni nei non fumatori. Ricerche hanno mostrato che condividere la casa con partner fumatori comporta un aumento di probabilità del 25% di sviluppare un tumore ai polmoni (leggi la Bufala)
  • radon, il radon è un gas radioattivo che proviene dall'uranio presente in piccole quantità in tutte le rocce e terreni. Il radon riesce a penetrare negli edifici, dove può ritrovarsi a livelli anche alti, dato il limitato volume dell'aria interna. Al contrario, il radon che fuoriesce all'aperto si disperde e le concentrazioni nell'aria esterna sono generalmente molto basse. I possibili rischi associati all'inalazione di radon di sviluppare un tumore sono più elevati nei fumatori poiché fumo e radon hanno un effetto moltiplicativo
  • esposizioni lavorative, l'esposizione a determinate sostanze chimiche e minerali utilizzate in diversi luoghi di lavoro, soprattutto nelle industrie, aumenta il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni. Queste sostanze includono:
  • inquinamento dell'aria esterna, studi recenti suggeriscono che l'esposizione prolungata ai gas di scarico di motori diesel possa aumentare il rischio di cancro ai polmoni fino al 50%. Un altro studio ha dimostrato che il rischio di sviluppare cancro ai polmoni aumenta di circa un terzo se si vive in una zona con alti livelli di ossido di azoto nell'aria (per lo più prodotto dalle automobili ed altri veicoli)

Alcuni altri possibili fattori di rischio:

  • fumo di cannabis, ad oggi non esistono risultati chiari e definitivi sulle relazioni tra cannabis e tumore al polmone. Il rischio di ammalarsi di cancro sembra di poco aumentato, in particolare studi recenti hanno indicato un'associazione tra cannabis e adenocarcinoma, ma non con il carcinoma polmonare a cellule squamose. Certamente l'uso della cannabis ha un effetto infiammatorio sulle vie aeree e può essere la causa di tosse persistente e mancanza del respiro. La maggior parte dei fumatori di cannabis mescola l'erba con il tabacco, tende a fumare meno dei fumatori di solo tabacco, ma, di solito, inala più profondamente e trattiene il fumo nei polmoni più a lungo

Diagnosi

Nel caso in cui si riscontrino disturbi (sintomi) riconducibili al tumore del polmone, come la mancanza di respiro o una tosse persistente, si consiglia di consultare il proprio medico curante.

Costui, oltre ad esaminare le condizioni generali di salute e ad informarsi sul tipo di disturbo comparso potrebbe proporre di sottoporsi all'esame dello spirometro, un apparecchio che serve per misurare la quantità di aria che entra (inspirazione) ed esce (espirazione) dai polmoni. Inoltre, potrebbe prescrivere delle analisi del sangue per escludere altre possibili cause dei disturbi come, ad esempio, un'infezione delle vie respiratorie e altri accertamenti che possono includere:

      • radiografia del torace, primo esame, di solito, utilizzato in caso di sospetto di tumore al polmone. Il tumore, in genere, è visualizzato sulla lastra radiografica come una macchia bianco-grigiastra. Tuttavia, spesso la radiografia fornisce un risultato incerto poiché non può distinguere il cancro da altre formazioni come, ad esempio, un ascesso polmonare (accumulo di pus). In questo caso, sarà necessario affidarsi ad uno specialista che prescriverà ulteriori esami per accertare la presenza o meno di un cancro ai polmoni e, nel caso, verificare di che tipo di cancro si tratti e quanto sia avanzato
      • TAC, la tomografia computerizzata (TC) è solitamente effettuata dopo una radiografia del torace. Utilizza i raggi X e produce una serie di immagini in sequenza che, opportunamente elaborate con dei programmi al computer, danno un quadro dettagliato delle strutture interne all'organo esaminato. Può prevedere la somministrazione di un mezzo di contrasto, un liquido di solito contenente iodio, che rende più chiara l'immagine dei polmoni. Per poter effettuare una TAC con mezzo di contrasto è necessario essere a digiuno da almeno 6 ore e sottoporsi ad alcuni esami del sangue per valutare la funzionalità di reni e fegato. La scansione è indolore e richiede 10-30 minuti circa
      • PET-CT, la tomografia ad emissione di positroni è un tipo di indagine effettuata, in genere, qualora i risultati della TAC indichino la presenza di un cancro in una fase precoce. La scansione PET-TC dà un quadro molto più dettagliato dal punto di vista funzionale permettendo di visualizzare le aree in cui sono localizzate cellule tumorali attive. Ciò può avere rilevanza ai fini della scelta della terapia. Prevede la somministrazione endovena di una sostanza lievemente radioattiva. La persona da esaminare è fatta sdraiare e sottoposta a una scansione, indolore, della durata di circa 30-60 minuti
      • broncoscopia e biopsia, nel caso in cui la TAC rilevi la presenza di un tumore nella parte centrale del torace, il malato sarà sottoposto a una broncoscopia. Si tratta di una procedura che consente di visualizzare il tessuto polmonare e prelevare un piccolo campione di cellule dall'interno dei polmoni. Durante l'esame, un tubo sottile e flessibile, chiamato broncoscopio, viene introdotto delicatamente attraverso la bocca, o il naso, nella trachea fino ad arrivare ai bronchi e ai polmoni. L'esame può risultare lievemente fastidioso e, per questo, è previsto l'utilizzo di un leggero sedativo somministrato in anticipo e di un anestetico locale per rendere la gola insensibile. La procedura è molto semplice e richiede solo pochi minuti
      • altri tipi di biopsia, la biopsia chirurgica, come ad esempio una toracoscopia o mediastinoscopia viene effettuata in casi dubbi o quando la massa non è raggiungibile con il broncoscopio. In alternativa può essere praticata la tecnica dell'agoaspirato.
        • agoaspirato, è eseguito mediante l’inserimento di un ago attraverso la pelle, trattata con anestetico locale, guidato mediante uno scanner CT fino alla massa sospetta nel polmone. L'ago sarà utilizzato per prelevare un campione di tessuto da esaminare in laboratorio per verificare la presenza di cellule cancerose
        • toracoscopia, è effettuata sotto anestesia generale praticando una piccola incisione nel torace per introdurre un tubicino, simile al broncoscopio, che consente di osservare direttamente la zona sospetta e di prelevare un campione di tessuto. Dopo una toracoscopia, potrebbe essere necessaria una breve degenza in ospedale
        • mediastinoscopia, è un esame endoscopico che permette al medico di esplorare la zona tra i polmoni (mediastino) e i linfonodi regionali, zone dove solitamente le cellule tumorali si diffondono. Si esegue in anestesia generale, praticando un piccolo taglio nella parte inferiore del collo per introdurre un tubo sottile e farlo proseguire sino al mediastino. Tale tecnica consente sia di osservare, sia di prelevare piccole quantità di tessuto da analizzare per verificare la presenza di cellule tumorali. Potrebbe essere necessaria una breve degenza in ospedale

Stadiazione

Da un'attenta valutazione dei risultati di tutti gli esami effettuati, dovrebbe essere possibile capire di quale tipo di tumore si tratti e quale sia la sua fase di sviluppo (stadiazione), elementi importanti per assegnare al malato il tipo di cura più corretto.

Carcinoma polmonare non a piccole cellule

Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (il tipo più comune) di solito si diffonde più lentamente di quello a piccole cellule e risponde in modo diverso alle terapie. Le fasi del carcinoma polmonare non a piccole cellule sono:

      • fase 1: il cancro è contenuto all'interno del polmone e non si è diffuso ai linfonodi locali. La fase 1 può anche essere divisa in due sotto-fasi:
        • fase 1A - il tumore è meno di 3 cm di dimensioni
        • fase 1B - il tumore è 3-5 cm
      • fase 2: si distinguono due sotto-fasi: 2A e 2B.
        La fase 2A ha le seguenti caratteristiche:
        • il tumore è 5-7 cm
        • il tumore è meno di 5 cm e le cellule cancerose si sono diffuse ai linfonodi vicini
        La fase 2B ha le seguenti caratteristiche:
        • il tumore è più grande di 7 cm
        • il tumore è 5-7 cm e le cellule cancerose hanno invaso i linfonodi vicini
        • il tumore non si è diffuso ai linfonodi, ma si è diffuso ai tessuti circostanti
        • il tumore si è diffuso in una delle principali vie aeree (bronchi)
        • il tumore ha causato il collasso del polmone
        • presenza di più piccoli tumori nel polmone
      • fase 3: la fase 3 è suddivisa in due sotto-fasi: 3A e 3B.
        Nella fase 3A, il tumore si è diffuso o ai linfonodi al centro del torace o nei seguenti tessuti circostanti:
        • rivestimento dei polmoni (pleura)
        • cassa toracica
        • mediastino
        • altri linfonodi vicino al polmone colpito
        Nella fase 3B, il tumore si è diffuso in uno dei seguenti compartimenti:
        • linfonodi su entrambi i lati del petto sopra le clavicole
        • altri organi o tessuti, come esofago, trachea, cuore o principali vasi sanguigni
      • fase 4: nella fase 4 il tumore si è propagato in entrambi i polmoni o in un'altra parte distante del corpo (come ad esempio ossa, fegato o cervello)

Carcinoma polmonare a piccole cellule

Il carcinoma del polmone a piccole cellule è meno comune di quello non a piccole cellule. Se esaminate al microscopio le cellule cancerose sono di dimensioni più piccole delle cellule che causano il cancro polmonare non a piccole cellule.
Si distinguono solo due stadi:

      • malattia limitata, il cancro non si è diffuso al di là del polmone
      • malattia estesa, il cancro si è diffuso al di là del polmone

Terapia

Stabilire quale sia la cura (terapia) più indicata per un malato di tumore al polmone è compito di una equipe di specialisti, che si prenderà cura di formulare una diagnosi ed elaborare un piano di cura che tenga conto anche di:

      • tipo di cancro (non a piccole cellule o il cancro a piccole cellule)
      • dimensione e posizione del tumore
      • fase di avanzamento (stadio)
      • stato generale di salute

La scelta della terapia può risultare un compito molto difficile. La squadra di specialisti raccomanderà un tipo di cura ma, alla fine, la decisione spetterà alla persona malata. I principali tipi di terapie comprendono chirurgia, radioterapia, chemioterapia, immunoterapia e, ove possibile, terapia a bersaglio molecolare. A seconda del tipo di cancro e al grado di avanzamento, è possibile che siano prescritti in combinazione tra loro.

Carcinoma polmonare non a piccole cellule

Se il carcinoma polmonare non a piccole cellule è limitato ad un polmone e lo stato generale di salute è buono, potrebbe essere indicato l'intervento chirurgico per rimuovere le cellule cancerose. A questo potrebbe seguire un ciclo di chemioterapia per distruggere le cellule tumorali eventualmente residue.

Se il tumore non si è diffuso ad altre zone ma, per diversi motivi, non è possibile applicare la chirurgia (ad esempio, se la salute generale non lo permette), di solito, è prescritta la radioterapia per distruggere le cellule cancerose. In alcuni casi, può essere associata alla chemioterapia.

Nei casi in cui il tumore si sia diffuso a distanza (metastasi) ma sia la chirurgia, sia la radioterapia non rappresentino soluzioni efficaci, è raccomandata la chemioterapia. Qualora il tumore si ripresenti di nuovo dopo il primo trattamento di chemioterapia, è opportuno effettuare un altro ciclo.

Risultati importanti stanno emergendo grazie alle nuove terapie biologiche, o terapie con farmaci a bersaglio molecolare. La sopravvivenza dei pazienti sta infatti aumentando in modo significativo anche per le fasi avanzate della malattia. In particolare per la forma di carcinoma polmonare non a piccole cellule i dati mostrano che, grazie a un trattamento combinato di chemioterapia e immunoterapia, un paziente su 5 è vivo a 5 anni con una riduzione del 40% della mortalità. I dati indicano anche un aumento della sopravvivenza per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce che presentano mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).

Carcinoma polmonare a piccole cellule

Il cancro del polmone a piccole cellule, di solito, è curato con la chemioterapia, da sola o in combinazione con la radioterapia. Ciò può avere un effetto sia sulla sopravvivenza che sui disturbi causati dalla malattia.

La chirurgia, solitamente, non è indicata nella cura di questo tipo di cancro ai polmoni poiché spesso la malattia si è già diffusa in altre zone del corpo nel momento in cui è diagnosticata. Tuttavia, se il tumore è in uno stadio molto precoce, la chirurgia può essere applicata. In questi casi, la chemioterapia o la radioterapia possono essere somministrate dopo l'intervento chirurgico per ridurre il rischio di recidiva del tumore.

Studi recenti, a fronte di un aumento importante della probabilità di sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia, ove ritenuto appropriato hanno portato all'approvazione di una combinazione di immunoterapia e chemioterapia tradizionale come trattamento di prima linea del carcinoma polmonare a piccole cellule.

Chirurgia

I tipi di intervento chirurgico per il cancro del polmone sono tre:

      • lobectomia, consiste nell'asportazione di una o più parti del polmone (chiamati lobi). I medici suggeriscono questa operazione se il tumore è solo in una sezione di un polmone
      • pneumonectomia, consiste nella rimozione dell'intero polmone. Viene applicata quando il tumore si trova al centro del polmone o si è diffuso in tutto il polmone
      • segmentectomia o resezione a cuneo, consiste nell'asportazione di un piccolo pezzo di polmone. Questo procedimento è poco comune e indicato solo se i medici ritengono il tumore abbastanza piccolo e limitato ad una zona del polmone, situazione che si verifica solitamente in uno stadio molto precoce

Una preoccupazione frequente tra i pazienti sottoposti a intervento chirurgico è l'eventualità di non riuscire a respirare regolarmente dopo l'intervento. In realtà, è possibile respirare normalmente anche con un solo polmone. Tuttavia, se si hanno problemi respiratori prima dell'operazione, come la mancanza di respiro, è probabile che questi sintomi permarranno anche dopo l'intervento chirurgico.

Test prima dell'intervento chirurgico, prima di un intervento chirurgico il malato è sottoposto a una serie di esami per verificare lo stato di salute generale e la funzionalità polmonare, fra cui:

      • elettrocardiogramma (ECG), esame praticato con l'applicazione di elettrodi per monitorare l'attività del cuore
      • spirometria, esame effettuato facendo respirare il paziente attraverso uno strumento, detto spirometro, che misura la quantità di aria immessa ed espulsa dai polmoni

La chirurgia è di solito eseguita praticando un taglio nel petto, o di lato, per eliminare una parte o la totalità del polmone colpito. Potrebbero essere rimossi anche i linfonodi vicini nel caso in cui si ritenga probabile la presenza di cellule tumorali.

In alcuni casi è praticata una video-toracoscopia (VATS). Si tratta di un tipo di chirurgia esercitata mediante piccole incisioni fatte nel petto. Attraverso una di esse, è inserita una piccola telecamera a fibre ottiche che permette al chirurgo di vedere le immagini della parte interna del petto su un monitor.

La degenza in ospedale dopo l'intervento chirurgico potrebbe variare da 5 a 10 giorni. Tuttavia, in alcuni casi potrebbero essere necessarie anche alcune settimane di permanenza in ospedale per consentire un buon recupero.

Dopo l'operazione, il malato sarà incoraggiato a muoversi il più presto possibile. Ciò è importante soprattutto per la circolazione del sangue e per prevenire la formazione di coaguli. Sarà seguito anche da un fisioterapista che gli mostrerà gli esercizi di respirazione da effettuare giornalmente per prevenire complicazioni.

Una volta a casa, sarà necessario dedicare del tempo ad esercizi fisici e respiratori per riacquistare la forma fisica. La camminata e il nuoto sono buone forme di esercizio adatte per la maggior parte delle persone dopo l'operazione di cancro del polmone. In ogni caso, sarà compito della squadra di assistenti indicare al malato gli esercizi più adatti.

Complicazioni, come per tutti gli interventi chirurgici, la chirurgia polmonare comporta un rischio di complicazioni. Si stima che ne soffra una persona su cinque. Possono essere curate con farmaci o con interventi chirurgici aggiuntivi che implicano una degenza più lunga in ospedale.
Le complicazioni della chirurgia polmonare possono includere:

      • infiammazione o infezione dei polmoni (polmonite)
      • eccessivo sanguinamento
      • formazione di coaguli di sangue nella gamba (trombosi venosa profonda) che potrebbero spostarsi fino al polmone (embolia polmonare)

Radioterapia

La radioterapia è un tipo di cura che utilizza le radiazioni per distruggere le cellule tumorali. Include:

      • radioterapia radicale, un ciclo intensivo di radioterapia è utilizzato per trattare il cancro del polmone non a piccole cellule quando il malato non può essere sottoposto ad intervento chirurgico. Per tumori molto piccoli, può essere applicato un particolare tipo di radioterapia, chiamata radioterapia stereotassica, in sostituzione della chirurgia. La radioterapia può anche essere utilizzata per controllare i sintomi e rallentare la diffusione del cancro quando non sia possibile nessun altro tipo di terapia (radioterapia palliativa)
      • radioterapia profilattica cerebrale (PCI), è talvolta usata durante il trattamento del cancro del polmone a piccole cellule come misura preventiva contro metastasi cerebrali. La PCI implica il trattamento di tutto il cervello a basse dosi di radiazioni

I tre tipi principali di radioterapia sono:

      • radioterapia convenzionale a fasci esterni, impiega una macchina per erogare dall'esterno fasci di radiazioni alle parti del corpo da trattare
      • radioterapia stereotassica, tecnica innovativa che consente di inviare un'elevata dose di radiazioni direttamente sulla massa tumorale con estrema accuratezza e precisione, risparmiando il tessuto sano circostante il più possibile
      • radioterapia interna, utilizza un catetere (tubicino sottile) inserito nel polmone. Una sorgente di materiale radioattivo è collocata all'interno del catetere e posizionata a stretto contatto con il tumore e poi rimossa dopo pochi minuti

Per il cancro del polmone, la radioterapia a fasci esterni è usata più spesso della radioterapia interna, in particolare se si ritiene che il tumore sia “curabile”. La radioterapia stereotassica può essere utilizzata per trattare i tumori negli stadi iniziali, quando sono molto piccoli, data l'efficacia della tecnica rispetto a quella mostrata dalla radioterapia standard. La radioterapia interna è, invece, utilizzata soprattutto come trattamento palliativo per alleviare i disturbi nei casi in cui il tumore provochi l'ostruzione delle vie respiratorie.

I cicli di trattamento di radioterapia possono essere pianificati in diversi modi. La radioterapia radicale, di solito, prevede cinque somministrazioni alla settimana e una pausa durante il weekend. Ogni seduta dura 10-15 minuti e il ciclo viene ripetuto per 4-7 settimane.

La radioterapia continua accelerata iper frazionata è un metodo alternativo che prevede la ripartizione della dose giornaliera in tre dosi al giorno, per 12 giorni, senza interruzione.

Per la radioterapia stereotassica, è necessario un numero inferiore di sedute poiché la singola dose è più concentrata di una dose standard e il ciclo comprende solitamente da 3 a 10 sedute totali.

La radioterapia palliativa normalmente richiede da 1 a 5 sedute.

Gli effetti collaterali della radioterapia al torace sono:

      • dolore al petto
      • nausea e stanchezza
      • tosse persistente e aumento dell'espettorato con striature di sangue (nella normalità)
      • difficoltà di deglutizione (disfagia)
      • arrossamento e dolore della pelle (sintomi simili all'eritema solare)
      • caduta di capelli (riguarda solo la zona trattata, quindi i peli del torace per l'uomo e i capelli nel caso di pazienti sottoposti a radioterapia cerebrale)

In ogni caso gli effetti indesiderati (effetti collaterali) scompaiono una volta completato il ciclo di radioterapia.

Chemioterapia

La chemioterapia utilizza potenti farmaci in grado di distruggere le cellule cancerose. Diverse sono le modalità con cui può essere impiegata per curare il cancro ai polmoni:

      • chemioterapia prima dell’intervento chirurgico, il malato è sottoposto alla terapia per ridurre il volume del tumore. Ciò potrebbe aumentare la probabilità di successo dell'intervento chirurgico
      • chemioterapia post intervento chirurgico, il malato è curato dopo l'intervento chirurgico allo scopo di prevenire le recidive
      • chemioterapia palliativa, utilizzata per alleviare i disturbi e rallentare la diffusione del tumore quando è incurabile perché in fase troppo avanzata
      • chemioterapia in associazione alla radioterapia

Un ciclo di chemioterapia comprende la somministrazione di uno o più farmaci per diversi giorni, con una pausa di un paio di settimane per permettere all'organismo di superare gli effetti collaterali.

Il numero totale di cicli di chemioterapia varia a seconda del tipo di tumore e del grado di progressione. Nella maggior parte, comprende da quattro a sei cicli nell'arco di 3-6 mesi.

La chemioterapia per il tumore del polmone, in genere, è basata su una combinazione di diversi farmaci. Di solito, sono somministrati in vena attraverso una flebo (via endovenosa) o attraverso un tubicino collegato ad uno dei vasi sanguigni del torace. Più raramente, sono somministrati per bocca (via orale) sotto forma di compresse.

Gli effetti collaterali della chemioterapia possono includere:

      • fatica
      • nausea
      • vomito
      • ulcere della bocca
      • perdita di capelli

Tali disturbi possono essere diminuiti mediante l'impiego di appositi farmaci e dovrebbero gradualmente scomparire alla conclusione della cura.

La chemioterapia può indebolire il sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario) aumentando la vulnerabilità alle infezioni. Sarà necessario avvisare al più presto la squadra di specialisti e/o l'oncologo nel caso si rilevino eventuali segni di infezione come, ad esempio, una temperatura oltre i 38°C (febbre) o qualora si avverta improvvisamente un malessere generale.

Oltre la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia, esistono una serie di altre cure che sono talvolta utilizzate per trattare il cancro ai polmoni.

Terapie biologiche

Le terapie biologiche sono costituite da farmaci innovativi diretti, in genere, contro un bersaglio molecolare presente sulle cellule tumorali. Sono adatte solo nelle persone con cellule tumorali che producono particolari proteine. Sarà compito dell'oncologo prescrivere i test specifici su un piccolo campione di cellule prelevate dal polmone (biopsia) per determinare se questi farmaci possano essere impiegati. Nel cancro al polmone, in casi difficili da curare con le terapie convenzionali, come la chirurgia o la radioterapia, studi recenti hanno mostrato un aumento significativo delle risposte e della sopravvivenza grazie alle terapie a bersaglio molecolare ed alla immunoterapia (che sfrutta il sistema immunitario di ciascuno per combattere il cancro). Questa terapia, per la quale è stato assegnato il premio Nobel per la medicina nel 2018, si basa sull'attivazione del sistema immunitario. A tale scopo vengono utilizzati degli anticorpi monoclonali, i cosiddetti inibitori dei checkpoint immunitari (ICI), capaci di interferire con i blocchi che impediscono al sistema immunitario di combattere il cancro. Attraverso questo nuovo trattamento sono stati ottenuti risultati importanti con un aumento significativo della sopravvivenza e del periodo libero da malattia per diversi tumori, incluso il carcinoma polmonare.

Esempi di terapie biologiche sono anche i farmaci che inibiscono la crescita delle cellule tumorali, o la formazione dei vasi che sostengono la crescita del tumore.

Ablazione con radiofrequenza

L'ablazione con radiofrequenza è un nuovo tipo di cura applicabile nel carcinoma polmonare non a piccole cellule scoperto in una fase precoce. Si pratica utilizzando un ago che viene guidato mediante l'impiego di uno scanner per tomografia computerizzata (TC) fino a raggiungere il tumore. Attraverso l'ago sono trasmesse una serie di onde radio che generano calore, uccidendo le cellule tumorali. La complicazione più comune dell'ablazione con radiofrequenza è la formazione di una sacca d'aria tra lo strato interno ed esterno dei polmoni (pneumotorace). In questi casi, si inserisce un tubicino nei polmoni per far defluire l'aria intrappolata.

Crioterapia

La crioterapia è un trattamento che può essere utilizzato nel caso in cui lo sviluppo del tumore inizi a ostruire le vie respiratorie. Questo fenomeno, noto come ostruzione endobronchiale, può causare disturbi (sintomi) quali difficoltà respiratore, tosse, anche con l'espulsione di sangue. La crioterapia è eseguita in modo simile alla radioterapia interna che prevede l’utilizzo di un dispositivo noto come cryoprobe al posto di una sorgente radioattiva. Il cryoprobe, messo a stretto contatto con la massa tumorale, genera temperature molto fredde che aiutano a ridurre il tumore.

Terapia fotodinamica

La terapia fotodinamica (PDT) può essere utilizzata per curare il tumore al polmone in una fase precoce quando il malato non è operabile. Può anche essere usata per rimuovere un tumore che ostruisca le vie respiratorie.

La terapia fotodinamica è effettuata in due fasi. Nella prima, è somministrato un farmaco che rende le cellule molto sensibili alla luce. Nella seconda, 24-72 ore dopo, è inserito un tubo sottile, guidato fino al tumore e utilizzato per emettere un raggio laser che distruggerà le cellule cancerose, divenute più sensibili alla luce.

Gli effetti collaterali della terapia fotodinamica includono l'infiammazione delle vie aeree e l'accumulo di liquido nei polmoni. Entrambi questi effetti indesiderati (effetti collaterali) possono causare difficoltà respiratorie e dolore al petto e alla gola. Tuttavia, questi disturbi dovrebbero gradualmente diminuire man mano che gli effetti sui polmoni si normalizzano.

Prevenzione

Se si fuma, il modo migliore per prevenire il cancro del polmone e altre gravi malattie è smettere di fumare il più presto possibile. Vale sempre la pena di smettere di fumare: dal momento dell'interruzione il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni si riduce ogni anno. Dopo 10 anni, il rischio è pari alla metà di chi fuma.

Ad oggi, in Italia, lo screening per il tumore del polmone non è inserito nei programmi pubblici, ma esiste una raccomandazione positiva nelle linee guida dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica.

Dieta

Gli studi sull'alimentazione e il cancro suggeriscono che una dieta a basso contenuto di grassi, ricca di fibre e cereali integrali, con almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura fresca, possa ridurre il rischio di cancro ai polmoni, così come di altri tipi di cancro e delle malattie cardiache.

Esercizio fisico

Sono ormai più che convincenti le evidenze che indicano come svolgere un esercizio fisico regolare possa ridurre il rischio di sviluppare il cancro del polmone e altri tumori. I numeri parlano chiaro: gli adulti dovrebbero svolgere almeno 150 minuti (2 ore e mezzo) di moderata attività aerobica ogni settimana per avere un vantaggio da questo punto di vista.

Aspetti di genere

Il tumore del polmone è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%). In Italia nel 2022, sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi (29.300 per gli uomini e 14.600 per le donne). La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 16% negli uomini e del 23% nelle donne. Inoltre differenze specifiche associate al sesso sono evidenti nella presentazione della malattia, nel ruolo del rischio ambientale, nei fattori molecolari predisponenti e nel carico mutazionale.

Il fumo è il principale fattore di rischio per entrambi i sessi e l'effetto è più grave per le donne. Alla base di questi dati sono, almeno in parte, i livelli di alcuni fattori protettivi, enzimi in grado di eliminare i prodotti tossici (ad esempio glutatione-S-transferasi), più bassi nelle donne.

Relativamente all'esito del trattamento chirurgico, la maggior parte degli studi mostra un vantaggio significativo per le donne con un tempo di sopravvivenza mediano complessivo quasi doppio rispetto agli uomini (41,8 mesi rispetto a 26,8 mesi), vantaggio ancora maggiore nel caso di resezioni di tumori al primo stadio (109,8 mesi rispetto a 50,3). Le donne hanno inoltre un periodo libero da malattia più lungo.

Al contrario dati recenti mostrano una maggiore efficacia negli uomini della risposta all'immunoterapia, quando i farmaci inibitori di checkpoint (ICI) sono somministrati come terapia singola, mentre, in presenza di una immunoterapia combinata con la chemioterapia, i risultati sono migliori nelle donne.

Da segnalare nelle donne un rischio aumentato di eventi avversi conseguenti ai trattamenti farmacologici, in particolare, all'immunoterapia. Molte possono essere le cause alla base di tali differenze, quali un diverso metabolismo del farmaco, la dose, l'aderenza alle terapie.

Vivere con

Il tumore del polmone può influenzare la vita di tutti i giorni in modi diversi, a seconda dello stadio del tumore e delle cure che si stanno ricevendo.

Per affrontare meglio i problemi che dovessero presentarsi potrebbe essere utile:

      • parlare con gli amici e la famiglia
      • parlare con altre persone nella stessa situazione
      • informarsi sulla malattia
      • evitare di fare sforzi eccessivi
      • ritagliarsi del tempo per sé stessi

Infermieri specializzati nel cancro del polmone

La squadra di specialisti che dovrà prendersi cura del malato dovrebbe comprendere almeno un infermiere specializzato nella cura di persone con cancro al polmone. È importante accertarsene perché potrebbe essere di grande aiuto nonché fonte di informazioni e consigli per il paziente.

Affanno

L'affanno è un sintomo comune nelle persone che hanno il cancro del polmone, sia come conseguenza diretta della malattia, sia come effetto collaterale delle cure. In molti casi, l'affanno può essere alleviato adottando alcune semplici misure:

      • respirare lentamente attraverso il naso ed espirare attraverso la bocca (una volta terminate le cure ci si potrà rivolgere a un fisioterapista che potrà mostrare alcuni semplici esercizi di respirazione)
      • semplificare le attività quotidiane, per esempio utilizzando un carrello quando si va a fare la spesa o evitando di fare le scale
      • utilizzare un ventilatore per rinfrescarsi il viso
      • mangiare pasti piccoli e frequenti ingerendo di volta in volta piccole quantità di cibo

Se questi suggerimenti non aiutano a ripristinare una respirazione normale, il medico potrebbe prescrivere dei farmaci specifici che possano contribuire a migliorare la mancanza d'aria (dispnea). Nei casi più gravi, potrebbe prescrivere l'ossigenoterapia a domicilio.

Se l'affanno è provocato da un'altra causa, ad esempio un'infezione al torace o un accumulo di liquidi intorno ai polmoni (versamento pleurico), sarà necessario eliminarla per migliorare la respirazione.

Bibliografia

Huang Y, Cho HJ, Stranger BE, Huang RS. Sex dimorphism in response to targeted therapy and immunotherapy in non-small cell lung cancer patients: a narrative review. Translational Lung Cancer Research. 2022; 11(5):920-934

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Prossimo aggiornamento: 01 Febbraio 2025

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