Introduzione

flebite

La flebite (detta anche tromboflebite o trombosi venosa superficiale) è l'infiammazione di una vena superficiale causata da un trombo che può ostruirne la cavità interna ed impedire al sangue di circolare correttamente.

Le cause della formazione dei trombi possono essere diverse e, nella maggior parte dei casi, non è possibile identificarle con certezza. I motivi più comuni sono obesità, traumi, eccessiva sedentarietà, immobilità dovuta al riposo dopo un intervento chirurgico, assunzione di alcuni medicinali.

La flebite colpisce prevalentemente le gambe (arti inferiori), soprattutto nelle persone che soffrono di vene varicose; in alcuni casi può colpire anche le vene del collo, delle braccia o di qualsiasi altra parte del corpo. La vena può essere in superficie, e in tal caso si parla di tromboflebite superficiale, oppure profonda e situata all'interno di un muscolo e, in questo caso, si parla di trombosi venosa profonda, situazione molto più grave che pone la persona a rischio di gravi complicazioni.

Sintomi

La flebite colpisce prevalentemente le vene superficiali delle gambe (arti inferiori), più raramente interessa le vene di altre parti del corpo.

Le manifestazioni cliniche (sintomi) più comuni sono gonfiore di una vena, arrossamento e dolore nella parte colpita. Alla palpazione la zona interessata può risultare rilevata, dolente e dura al tatto.

Generalmente, la flebite si risolve nell'arco di 2-6 settimane. In alcuni casi si possono manifestare febbre elevata, dolore al petto e difficoltà a respirare. In questi casi bisogna rivolgersi urgentemente al pronto soccorso ospedaliero perché la flebite potrebbe essere accompagnata da trombosi venosa profonda, malattia grave che espone al rischio di embolia polmonare.

Cause

Le cause che possono contribuire all'insorgenza della flebite sono principalmente legate a fattori che determinano un rallentamento della circolazione venosa. Tale rallentamento può essere dovuto alla formazione di coaguli o trombi all'interno di una vena.

La formazione dei trombi può essere favorita da:

  • immobilità prolungata, ad esempio durante lunghi viaggi in macchina o in aereo
  • permanenza a letto, per malattie croniche o in seguito ad interventi chirurgici
  • trauma della vena, per schiacciamento esterno o per inserimento di un'agocannula o di un catetere intravenoso

La flebite si verifica più facilmente in persone con alterazioni della coagulazione del sangue:

Importanti fattori di rischio sono: presenza di vene varicose, obesità, fumo ed abuso di droghe per via endovenosa.

Diagnosi

Per diagnosticare una flebite è necessario rivolgersi al medico che, in base alle manifestazioni cliniche (sintomi) comparse e all'osservazione della zona interessata, farà una prima valutazione.

Nella maggior parte dei casi per accertare (diagnosticare) la flebite sarà sufficiente la visita ma, in caso di dubbi, il medico potrebbe prescrivere degli esami del sangue e delle indagini strumentali (es. ecodoppler), soprattutto se i disturbi presenti possono far pensare ad una trombosi venosa profonda.

Esami del sangue

Gli esami clinici richiesti di solito includono:

  • concentrazione del D-dimero, un frammento proteico che deriva dalla degradazione di una proteina coinvolta nel processo di coagulazione, la fibrina. È costituito dall'unione tramite legame chimico di due frammenti D della fibrina (da cui il nome)
  • esami specifici, volti a rilevare eventuali cause genetiche

Indagini diagnostiche

Le indagini prescritte per accertare la flebite in genere includono:

Se i risultati dell'ecografia non sono chiari si possono effettuare degli esami più sofisticati come la TAC, la risonanza magnetica e la venografia, una radiografia con mezzo di contrasto che consente di accertare la presenza di una trombosi venosa profonda.

Terapia

In caso di flebite bisogna rivolgersi al medico di famiglia che deciderà le cure più adatte.

Nel frattempo è molto importante mantenere la gamba in posizione sollevata per favorire il ritorno venoso, evitare il ristagno di sangue e diminuire i disturbi, anche dolorosi.

A volte sono sufficienti rimedi di automedicazione, come ad esempio:

  • utilizzo di calze elastiche a compressione graduata, per aiutare la circolazione degli arti inferiori
  • fare attività fisica, per migliorare e stimolare la circolazione sanguigna
  • praticare impacchi freddi e caldi, per ridurre il gonfiore e il dolore
  • creme antinfiammatorie e antidolorifiche

Se con l'aiuto di queste tecniche non si hanno miglioramenti, il medico potrebbe prescrivere farmaci antinfiammatori ed antidolorifici aventi lo scopo di ridurre l'infiammazione e favorire la guarigione. I farmaci comunemente più usati sono farmaci antinfiammatori non steroidei come il paracetamolo e l'ibuprofene.

Inoltre possono essere utilizzati:

  • anticoagulanti, per favorire la fluidificazione del sangue
  • fibrinolitici, per sciogliere i coaguli di fibrina e aiutare a dissolvere il trombo

Prevenzione

Per prevenire la flebite innanzitutto bisogna modificare alcune abitudini negli stili di vita. Ad esempio, smettere di fumare e cercare di mantenere un peso equilibrato. Inoltre, si possono mettere in atto dei semplici accorgimenti che aiutano a mantenere in buona salute l'apparato cardiocircolatorio: fare attività fisica, ad esempio camminare almeno un'ora al giorno a passo lungo e svelto, o praticare sport, per esempio nuoto.

L'inattività prolungata come stare seduti per lungo tempo in aereo o in macchina per viaggi lunghi può provocare gonfiore delle caviglie e dei polpacci con conseguente tromboflebite alle gambe. Per prevenire tutto ciò è necessario alzarsi ad intervalli di circa un'ora per sgranchirsi le gambe. Se, invece, bisogna stare seduti per forza bisogna muovere le gambe oppure flettere le caviglie abbastanza frequentemente.

Bisogna ricordarsi sempre di evitare di indossare indumenti troppo stretti o elastici che possono creare un ostacolo al deflusso venoso.

Prossimo aggiornamento: 06 Aprile 2023

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