Introduzione

COVID-19

Il COVID-19 è la malattia (COronaVIrus Disease- malattia da coronavirus-19) causata dal virus SARS-CoV-2, il secondo coronavirus in grado di provocare una sindrome respiratoria acuta grave (SARS), il primo è stato il virus SARS-CoV comparso nel 2002.

La COVID-19 è stata descritta per la prima volta in Cina alla fine del 2019; nel marzo 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato l'evoluzione dell'epidemia di COVID-19 in pandemia (epidemia che si è diffusa in più continenti o in tutto il mondo).

Le persone infettate da SARS CoV-2, sia che abbiano disturbi (sintomi), sia che non mostrino alcun segno della malattia (asintomatiche), possono facilmente trasmettere il virus alle persone con cui vengono a contatto.

Il virus si diffonde con grande velocità in ambienti chiusi e affollati, soprattutto se non sono rispettate le regole del distanziamento di almeno 1 metro tra le persone, se non si indossa correttamente la mascherina e se non si lavano frequentemente le mani con acqua e sapone, o con prodotti a base di alcol, per almeno 40 secondi.

In caso di infezione da SARS-CoV-2, dopo circa 5 giorni (ma questo tempo può variare da un minimo di 2 a un massimo di 14 giorni) possono comparire disturbi (sintomi) come tosse e febbre, spesso accompagnati da segni più specifici di COVID-19, quali alterazione del gusto e dell'olfatto. In molti casi la malattia è lieve o moderata e i disturbi (sintomi) si risolvono entro una settimana. Se l'infezione colpisce persone anziane o con malattie pre-esistenti (già presenti prima di aver sviluppato l'infezione), quali diabete, malattie cardiache e respiratorie croniche, può essere molto più grave; nei bambini, invece, l'infezione si sviluppa senza causare disturbi o con disturbi simili a quelli degli adulti ma in forma molto lieve.

L'accertamento (diagnosi) dell'infezione da SARS CoV-2 avviene tramite esami di laboratorio specifici. Quelli attualmente utilizzati si dividono in:

  • esami che rilevano la presenza del materiale genetico virale, il cosiddetto tampone molecolare
  • esami che rivelano la presenza di proteine virali, tampone antigenico 
  • esami che evidenziano gli anticorpi specifici contro SARS-CoV-2, prodotti dal sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario) in risposta all'infezione (test sierologico) 

Una terapia specifica per COVID-19 non è al momento disponibile. Se i disturbi (sintomi) sono lievi, il medico di famiglia fornisce indicazioni sui farmaci o precauzioni da prendere e si può rimanere nella propria abitazione, isolandosi dagli altri familiari. Nei casi gravi, al contrario, è necessario il ricovero in ospedale per ricevere cure adeguate ed eventuale supporto al funzionamento degli organi vitali. Se la persona ammalata ha gravi difficoltà respiratorie, ad esempio, può essere necessaria la respirazione assistita.

Attualmente sono disponibili diversi farmaci per contrastare la malattia, i più utilizzati sono gli antivirali e gli anti infiammatori. 

La prevenzione di COVID-19 è basata sul distanziamento tra le persone (almeno 1 metro), sull'uso di mascherine che coprano naso e bocca e sulla disinfezione frequente delle mani e degli ambienti.

Dalla fine del 2020 sono a disposizione diversi vaccini e altri sono in via di sviluppo.

Cause

La causa di COVID-19 è l'infezione da parte del virus SARS-CoV-2, un nuovo coronavirus comparso alla fine del 2019 nell'uomo. I coronavirus sono chiamati così per la presenza sulla loro superficie di proteine, chiamate proteine Spike, raggruppate tre a tre a formare strutture appuntite. Tali proteine conferiscono al virus la forma di una corona se osservato al microscopio elettronico e favoriscono il suo ingresso all'interno delle cellule. I coronavirus sono virus a RNA, vale a dire che il loro codice genetico è formato dall'acido ribonucleico, e possono causare nell'uomo diverse malattie, principalmente infezioni respiratorie e gastrointestinali di gravità variabile: dal raffreddore a sindromi respiratorie più gravi come la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe Acute Respiratory Syndrome) e la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East Respiratory Syndrome).

I coronavirus sono conosciuti anche perché si ritrovano in diverse specie animali sia domestiche che selvatiche; in particolare, i pipistrelli rappresentano un importante serbatoio di questi virus. L'uomo molto difficilmente si infetta con i coronavirus degli animali, ma questa evenienza, benché estremamente rara, si è già verificata con la SARS (passaggio da pipistrello a zibetto e poi all'uomo), con MERS (passaggio da pipistrello a cammello e poi all'uomo) e quindi con SARS-CoV-2 (passaggio da pipistrello ad una specie animale ancora non identificata e poi all'uomo).

Il passaggio di un virus da una specie a un'altra è detto “salto di specie” o “spillover”; nel caso di SARS COV-2 il virus sembrerebbe essere passato dalla specie animale (che spesso si infetta senza avere gravi sintomi) a quella umana.

Diagnosi

Identificare e isolare le persone infette è fondamentale per contenere la pandemia. Gli esami di laboratorio sono determinanti per confermare la presenza di SARS CoV-2.

I test attualmente utilizzati si dividono in due categorie differenti e complementari:

  • test che rivelano la presenza del virus, come i tamponi molecolari che individuano la presenza di materiale genetico virale e i tamponi antigenici che evidenziano le proteine virali in modo da stabilire se è in atto l'infezione
  • test anticorpali, chiamati comunemente test sierologici cercano gli anticorpi prodotti dal sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario) in risposta all'infezione. Consentono di capire se una persona è stata infettata da SARS-CoV-2 in precedenza. Affinché si sviluppino anticorpi identificabili con i test sierologici, tuttavia, deve trascorrere almeno una settimana dall'infezione

Test che rivelano la presenza del virus

Sono due diversi tipi di esame: il tampone molecolare, basato sull'individuazione del genoma (RNA) del virus SARS-CoV-2 sulle mucose respiratorie prelevando, tramite un tampone (una sorta di lungo cotton fioc), una piccola quantità di muco dal naso e di saliva dalla gola (tampone naso-faringeo). I campioni prelevati vengono successivamente inviati ad un laboratorio per essere sottoposti prima a particolari sostanze (reagenti) e poi a un metodo che amplifica l'RNA del virus per evidenziarne la presenza metodo RT-PCR (reverse transcription-polymerase chain reaction)

Il test antigenico o tampone rapido, invece, evidenzia particolari proteine tipiche del virus (antigeni). Anche per eseguire questo test si preleva muco con un tampone naso-faringeo. I tamponi antigenici sono considerati una valida alternativa al tampone molecolare, sia per la velocità dell'analisi e della risposta, sia per il costo ridotto. Sono meno affidabili dei tamponi molecolari ma possono rivelarsi utili per tracciare i contatti dei casi positivi o per controllare velocemente la situazione dei contagi nei luoghi dove affluiscono numerose persone (aeroporti, scuole, luoghi di lavoro).

Test sierologici

I test sierologici richiedono un prelievo di sangue e permettono di capire se una persona è venuta in contatto con il virus e se ha sviluppato gli anticorpi (immunoglobuline IgM e IgG). Gli anticorpi IgM compaiono subito dopo il contagio, diminuiscono rapidamente e quindi indicano una infezione recente (da almeno 7-10 giorni). Gli anticorpi IgG (immunoglobuline G) compaiono dopo circa 2 settimane dall'infezione e rimangono anche dopo la scomparsa del virus per diverse settimane o mesi.

Riassumendo: sia il tampone molecolare, sia quello antigenico indicano se in quel preciso momento si ha o meno il virus. I test sierologici, invece, evidenziano se, in tempi recenti, si è venuti in contatto con il virus e si sono sviluppati gli anticorpi.

Terapia

Benché non sia ancora disponibile una terapia specifica per COVID-19, sono a disposizione diversi farmaci che aiutano ad alleviare i disturbi, riducono i danni che l'infezione causa all'organismo e favoriscono la gestione dei malati migliorando lo stato di salute complessivo.

Se compaiono disturbi lievi non occorre essere ricoverati, il medico di famiglia potrà dare indicazioni su quali farmaci o precauzioni prendere.

In presenza di disturbi di media intensità, o gravi, è necessario il ricovero ospedaliero.

Diverse sono le terapie utilizzate per contrastare la replicazione del virus e per tenere sotto controllo la risposta del sistema di difesa dell'organismo (risposta immunitaria) che, nel corso di COVID-19, può diventare eccessiva e causare l'aggravamento e, talvolta, la morte dei malati. I farmaci attualmente più utilizzati sono gli antivirali e gli anti-infiammatori.

I malati con gravi problemi di respirazione possono dover essere trasferiti in un reparto di terapia intensiva per essere collegati a macchine per la respirazione assistita, in attesa che l'organismo superi l'infezione.

Per aiutare la respirazione e migliorare l'ossigenazione si può ricorrere a diverse procedure:

  • ossigenoterapia a bassi dosaggi
  • ventilazione a pressione positiva non invasiva (NIV)
  • ventilazione meccanica mediante intubazione
  • ossigenazione mediante procedura di circolazione extracorporea, solo in casi estremi

Prevenzione

Ad oggi sono disponibili diversi vaccini per la prevenzione di COVID-19. Si basano su due principali sistemi:

  • vaccino a RNA messaggero (mRNA), il frammento del codice genetico del virus SARS-CoV-2 che fornisce le indicazioni per la produzione della proteina S (“Spike”) viene incapsulato in piccolissime particelle di grasso (nanoparticelle lipidiche) che, dopo la vaccinazione, lo trasportano dentro le cellule dell'organismo che si occupano della risposta immunitaria. Una volta all'interno di queste cellule, il codice genetico del virus (mRNA) viene riconosciuto dal sistema di produzione delle proteine, che inizia a fabbricare copie della proteina Spike. Queste copie vanno a stimolare la risposta del sistema di difesa dell'organismo poiché riconosciute come “estranee”. Terminata la produzione delle proteine il codice genetico del virus (mRNA) viene distrutto dagli enzimi presenti nella cellula ma, nel frattempo, si è sviluppata la “memoria” immunitaria che consentirà alle cellule, in caso di infezione da SARS-CoV-2, di rispondere rapidamente per uccidere il virus
  • vaccino vettoriale o a vettore virale, si basa sull'utilizzo di un virus indebolito (per SARS-CoV-2 si utilizza una versione indebolita dell'adenovirus degli scimpanzé, un virus innocuo per l'organismo umano che ha il codice genetico costituito da acido desossiribonucleico o DNA ) all'interno del quale viene inserito il frammento del codice genetico di SARS-CoV-2 che contiene le istruzioni per la produzione della proteina Spike. Una volta inoculato nell'organismo, l'adenovirus dello scimpanzé indebolito infetta le cellule e introduce il materiale genetico di SARS-CoV-2, sotto forma di DNA, nel nucleo per consentire alla cellula di copiare le istruzioni per la produzione della proteina Spike. Anche in questo caso vengono prodotte copie della proteina Spike che vanno a stimolare la risposta immunitaria dell'organismo perché riconosciute “estranee” ad esso. Alla fine del ciclo di produzione delle proteine, sia il DNA del virus vettore, incluso il frammento di SARS-CoV-2, sia le copie di RNA prodotte sono eliminate dalla cellula. La “memoria” immunitaria che nel frattempo si è generata consentirà alle cellule, in caso di infezione da SARS-CoV-2, di rispondere rapidamente

Assieme alla vaccinazione, è comunque importante la prevenzione dell'infezione per contrastare la diffusione della pandemia di COVID-19.

La modalità di trasmissione principale del virus è rappresentata dalle goccioline emesse con il respiro che possono passare da una persona all'altra attraverso uno starnuto, un colpo di tosse o semplicemente parlando ad alta voce.

Il virus può essere trasmesso anche per contatto con le superfici su cui si sono posate le goccioline infette. Se dopo aver toccato superfici contaminate ci si portano le mani al volto, agli occhi, al naso o alla bocca senza averle prime disinfettate con prodotti a base di alcol o lavate accuratamente con acqua e sapone per almeno 40 secondi, ci si può contagiare.

In alcune condizioni, soprattutto in ambienti chiusi affollati e non adeguatamente aerati, il virus presente nelle goccioline disperse nell'aria può infettare le persone che si trovano anche a distanza maggiore di un metro.

Un'altra via di trasmissione è quella oro-fecale perché il virus può essere eliminato anche con le feci dei malati.

Per ridurre il rischio di infettarsi, quindi, è necessario adottare alcune precauzioni:

  • mantenere sempre la distanza tra le persone di almeno di 1 metro
  • indossare la mascherina coprendo bene naso e bocca
  • lavarsi le mani spesso ed accuratamente, lavarle sempre dopo aver starnutito, tossito o soffiato il naso, con acqua e sapone per almeno 40 secondi oppure con un prodotto a base di alcol
  • non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
  • evitare luoghi chiusi, affollati e con scarsa ventilazione
  • disinfettare le superfici e gli oggetti che si usano di frequente (smartphone, computer, auricolari, maniglie delle porte) con disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro allo 0,5% (candeggina)

Per evitare la diffusione di COVID-19 è importante:

  • indossare la mascherina in maniera corretta (deve coprire bocca e naso)
  • tossire o starnutire nella piega del gomito, in modo da non contaminare le mani con cui successivamente si può trasmettere il virus (toccando ad esempio il cellulare, la maniglia di una porta o dei mezzi pubblici, il carrello del supermercato, etc.)
  • utilizzare fazzoletti monouso per soffiarsi il naso, gettandoli subito dopo nei rifiuti e lavandosi, o disinfettandosi, le mani

Le persone in isolamento domiciliare, e i familiari che le assistono, sono tenute ad osservare indicazioni specifiche. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha redatto e reso disponibile un documento di lettura semplice ed immediata in cui sono elencate le raccomandazioni degli esperti.
Anche nei confronti degli animali domestici, l'ISS consiglia di adottare comportamenti adeguati a preservarne la salute. Per alcune utili informazioni, è possibile consultare l'infografica.

Complicazioni

Sebbene la maggior parte delle persone con COVID-19 abbia disturbi (sintomi) da lievi a moderati, questa malattia può causare gravi complicazioni e in alcuni casi portare a morte (nel 2-3% dei casi).

Gli anziani o le persone, anche giovani, con malattie già presenti prima dell'infezione corrono un rischio maggiore di ammalarsi gravemente e devono quindi prestare maggiore attenzione alle norme di prevenzione.

Le complicazioni possono includere:

  • polmonite
  • problemi al cuore e alla circolazione sanguigna
  • sindrome da distress respiratorio acuto (una condizione polmonare grave che causa il passaggio di una bassa quantità di ossigeno agli organi attraverso il flusso del sangue)
  • formazione di microcoaguli di sangue (tromboembolia e coagulopatia associata a COVID-19)
  • danni renali acuti
  • infezioni virali, batteriche o fungine secondarie (sovrainfezioni)

Fattori di rischio

Alcune delle principali condizioni che possono aumentare il rischio di complicazioni gravi includono:

Altre condizioni che possono aumentare il rischio di complicazioni sono:

Bibliografia

NHS. Coronavirus (COVID-19) (Inglese)  

Mayo Clinic. Coronavirus disease 2019 (COVID-19) (Inglese) 

Ministero della Salute. FAQ - Covid-19, domande e risposte 

Istituto Superiore di Sanità (ISS). ISS per COVID-19

Humanitas Research Hospital. COVID-19  

World Health Organization (WHO). Coronavirus disease (COVID-19) advice for the public (Inglese) 

European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC). Q & A on COVID-19 (Inglese) 

Prossimo aggiornamento: 06 Maggio 2023

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