Introduzione

HIV - AIDS

L'HIV (human immunodeficiency virus, virus dell'immunodeficienza umana) è un virus che attacca il sistema immunitario e indebolisce progressivamente la capacità della persona colpita di combattere infezioni e malattie. Questo virus persiste nell'organismo e, se non è tenuto sotto controllo dalle cure, può causare negli anni l'AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita (acquired immune deficiency syndrome).

Il modo più comune di contrarre l'HIV è attraverso un rapporto sessuale non protetto dall'impiego di un preservativo (femminile o maschile) (leggi la Bufala).

Il virus può essere trasmesso anche condividendo aghi/siringhe contenenti sangue fresco di persone con HIV o trasferito dalla madre al figlio durante la gravidanza, il parto e l'allattamento al seno.

Non esiste una cura definitiva per l'HIV, ma ci sono terapie che consentono alle persone che hanno contratto l'infezione di avere una qualità di vita comparabile a quella della popolazione generale.

L'AIDS è la conseguenza dell'infezione da HIV in assenza di cure e si verifica quando l’organismo della persona che ha contratto l'infezione non riesce più a tenere sotto controllo le altre infezioni (infezioni opportunistiche) (leggi la Bufala).

Scoprire la presenza dell’infezione da HIV nel più breve tempo possibile da quando è avvenuto il contagio (diagnosi precoce) consente di accedere tempestivamente alle specifiche terapie combinate che possono impedire l’evoluzione in AIDS.

In Italia vivono con l'HIV circa 130 mila persone e il numero di nuovi casi accertati annualmente è circa di 4000, la stragrande maggioranza dei quali in conseguenza di rapporti sessuali non protetti (leggi la Bufala). Si stima, inoltre, che, tra le persone che hanno contratto l’infezione, esista una componente rilevante che non ne sia a conoscenza e possa trasmettere inconsapevolmente l'infezione ad altre persone.

Sintomi

L'infezione da HIV si suddivide in tre stadi:

  • infezione acuta
  • stadio di latenza clinica (fase in cui anche se non si hanno disturbi il virus continua a riprodursi nelle cellule) della durata in media 5/8 anni (leggi la Bufala)
  • stadio sintomatico (fase in cui si rivelano i segni della malattia e compaiono infezioni, dette opportunistiche, conseguenti all'abbassamento delle difese immunitarie)

Solo con l'ultimo stadio si parla di immunodeficienza e quindi di AIDS.

L'evoluzione della infezione verso l’AIDS è dovuta al progressivo indebolimento del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) a causa del costante e continuo attacco del virus HIV sui linfociti T.

L'AIDS è la fase dell'infezione da HIV in cui si manifestano le maggiori infezioni opportunistiche o i tumori HIV-correlati.

I sintomi più comuni sono rappresentati dalla perdita di peso, dalla debolezza, dall'ingrossamento dei linfonodi, dalla febbre e dalle manifestazioni cliniche a carico del sistema respiratorio (tosse, difficoltà di respirazione), del sistema digerente (placche biancastre da candidosi nella bocca, gola ed esofago), della pelle (lesioni eterogenee), degli occhi (abbassamento della vista, visione di macchie) e del sistema nervoso (alterazioni del comportamento, sonnolenza).

Sin dai primi stadi, a causa dell’assenza o della mancanza di specificità dei disturbi, l’infezione da HIV può essere trasmessa ed andrebbe pertanto accertata (diagnosticata) esclusivamente mediante il test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV e dell’antigene p24.

Cause

Il virus è estremamente debole in un ambiente aperto e tende ad inattivarsi nel giro di pochi secondi. Può essere conseguentemente trasmesso solo attraverso il contatto con le secrezioni genitali (anali, cervico-vaginali, pre-spermatiche e sperma), il sangue e il latte materno.

L'infezione da HIV si può trasmettere attraverso:

  • rapporti sessuali: rapporti vaginali, anali, oro-genitali non protetti dal preservativo (Video). Tale trasmissione avviene durante i rapporti sessuali attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali e anali, liquido precoitale, sperma, sangue) e mucose anche integre. Ulcerazioni e lesioni delle mucose genitali causate da altre malattie possono far aumentare il rischio di contagio. Il coito interrotto non protegge dall'HIV, così come l'uso della pillola anticoncezionale (leggi la Bufala), del diaframma, dell’anello vaginale e della spirale. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio
  • sangue: scambio immediato di siringhe per uso endovenoso, trasfusioni di sangue e/o trapianti di organi da persone con l’infezione (oggi tutti i donatori vengono accuratamente controllati per la presenza di infezioni trasmissibili), esposizione mucosale a rilevanti quantità di sangue in conseguenza di incidenti o infortuni professionali (personale sanitario). Si precisa che il virus fuori dal corpo umano, esposto alle normali condizioni ambientali, perde rapidamente la sua capacità di infettare
  • trasmissione da madre a figlio: passaggio dell’infezione da una madre che ha contratto l’infezione al figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno. Oggi, le terapie disponibili consentono alle donne con HIV di poter programmare e affrontare una gravidanza e a sottoporsi, laddove richiesto, alle procedure di procreazione medicalmente assistita (PMA). Per approfondire accedere al sito Uniti contro l'AIDS - Genitorialità

Diagnosi

Dopo un comportamento a potenziale rischio infettivo è opportuno sottoporsi ai dovuti accertamenti per verificare se si è contratto l'HIV.
Fare il test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV e dell’antigene p24 è importante perché permette di essere consapevoli del proprio stato di salute e di iniziare, in caso di sieropositività, la cura dell’infezione prevenendo anche il rischio di contagiare altre persone (Video).

Per accertare (diagnosticare) l'infezione da HIV il primo test da effettuare è la ricerca di anticorpi specifici nel sangue per mezzo di kit commerciali ampiamente standardizzati basati su una metodica definita ELISA, EIA o Chemiluminescenza.

I test di quarta generazione riconoscono anche l’antigene p24, proteina del virus che può essere rintracciata già nelle prime fasi dell'infezione, consentendo una diagnosi precoce.

Un’eventuale positività al test HIV deve essere confermata con un altro test più specifico, definito western blot, prima che si possa effettuare diagnosi di infezione e che si possa comunicare la risposta alla persona interessata.

Attualmente, sono disponibili test rapidi che possono essere effettuati sul sangue (basta una goccia) o sulla saliva.

I test rapidi sul sangue sono molto sensibili, mentre quelli sulla saliva hanno una sensibilità più bassa e possono essere condizionati dall'assunzione di cibo o liquidi, con il rischio di falsi negativi. Un test rapido sul sangue è oggi disponibile in farmacia, e dovrebbe essere eseguito sotto la supervisione di personale qualificato. Molto spesso i test rapidi vengono infatti effettuati presso ambulatori medici, associazioni o nell'ambito di campagne di sensibilizzazione sul territorio.

In Italia, il test HIV è effettuato nel rispetto delle garanzie di confidenzialità e riservatezza dei dati sanitari. Oltretutto, la legge ne sottolinea la gratuità. Per approfondire l’argomento accedere al sito Uniti contro l'AIDS - Cosa dice la legge.

Per sottoporsi al test HIV ci si può rivolgere al proprio medico curante oppure ai servizi di HIV/AIDS/IST counselling telefonico, quali il Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse dell'Istituto Superiore di Sanità (800861061), i servizi della ReTe AIDS nonché più in generale i servizi informativi delle strutture pubbliche e delle associazioni del terzo settore.

Per avere informazioni dettagliate sui test disponibili e sui centri dove effettuarli si può accedere al sito Uniti contro l'AIDS - Il test.

Terapia

Attualmente, non esiste una cura definitiva dell’infezione da HIV perché il virus tende a rimanere nell'organismo anche nei casi in cui, grazie alla terapia, non è rintracciabile nel sangue (viremia negativa).

Le cure disponibili consentono, comunque, di limitare la replicazione del virus e il danno a carico del sistema immunitario prevenendo, o ritardando, in maniera considerevole la comparsa dell’AIDS.

Dal 1996 è disponibile la terapia antivirale ad alta efficacia (HAART) basata sulla combinazione di farmaci antivirali con diverso meccanismo di azione:

  • inibitori della trascrittasi inversa (nucleosidici, nucleotidici e non nucleosidici)
  • inibitori della proteasi
  • inibitori dell’integrasi
  • inibitori della fusione e dell’ingresso virale

La combinazione di questi farmaci consente di bloccare il virus a diverse fasi del ciclo riproduttivo (replicativo) e di prevenire i meccanismi di resistenza che possono insorgere per la mutazione del virus nel corso del tempo.

L’inizio e la tipologia della terapia antiretrovirale sono indicati individualmente dal medico sulla base dello stadio dell’infezione e del numero di linfociti CD4 e sono concordati con la persona che dovrebbe eseguirla correttamente e con regolarità nel tempo (aderenza alla terapia).

La terapia consente di mantenere estremamente bassi i livelli di virus circolante (soppressione virale), limitando notevolmente il rischio di trasmissione dell’infezione e prevenendo la comparsa di AIDS. Recentemente alcuni studi hanno dimostrato che, nel caso di soppressione virale stabile nel tempo, la probabilità di trasmettere l'infezione si approssima allo zero, non essendo stati documentati casi di trasmissione dell'HIV in casistiche di migliaia di coppie virus-discordanti (un solo partner con l'infezione). Da qui il concetto di U = U (Undetectable = Untransmittable) che significa che la completa e duratura soppressione virale previene la trasmissione dell'infezione e che sta alla base della TasP, Terapia come Prevenzione.

Durante la terapia vanno continuamente controllati la presenza del virus nel sangue (viremia) e il numero di linfociti CD4. Se i risultati mostrano che la cura non è efficace contro il virus, vanno modificati uno o più farmaci della combinazione.

Durante la terapia si possono svolgere le normali attività quotidiane, controllando lo stile di vita e l’alimentazione. Ad oggi, vi sono molte persone in trattamento da oltre venticinque anni che mantengono uno stato di salute buono. La risposta alle cure, però, è estremamente individuale e dipende dalle caratteristiche della persona e dalla tipologia del virus.

È opportuno che le persone che hanno contratto l’infezione abbiano rapporti sessuali protetti perché, oltre al rischio di trasmettere il virus al/alla partner, potrebbero contrarre un'infezione da virus differenti, potenzialmente più aggressivi ed in grado di resistere ai farmaci.

I centri per la cura dell’HIV/AIDS sul territorio nazionale sono elencati nel sito Uniti contro l'AIDS - Dove curarsi 

Prevenzione

Per prevenire la trasmissione dell’HIV è necessario adottare comportamenti rispettosi della propria e altrui salute (Video), come:

  • utilizzare il preservativo, maschile o femminile e il dental dam (membrana di lattice) per proteggere i rapporti sessuali vaginali, anali e oro-genitali dall'inizio alla fine (Video)
  • non scambiare siringhe ed oggetti taglienti con altre persone
  • nella programmazione o nel corso di una gravidanza, effettuare il test HIV (Video) e, nel caso di positività, sottoporsi a trattamento anti-virale e fare riferimento ai protocolli specifici per evitare la trasmissione dell’infezione al figlio. È inoltre possibile rivolgersi a un centro di procreazione medicalmente assistita (PMA) con adeguata competenza

La prevenzione post-esposizione (PeP)

La prevenzione post-esposizione consiste nell'assunzione di farmaci contro l'HIV nei giorni immediatamente successivi ad un evento ad alto rischio di infezione come, ad esempio, rapporti sessuali con persone positive all'HIV o ad alto rischio di infezione, inclusi i casi di violenza sessuale, o di scambio di siringhe/aghi contenenti sangue. La terapia preventiva è efficace se iniziata entro le 48 ore successive e si basa sulla somministrazione di una combinazione di tre farmaci anti-retrovirali per un periodo di 4 settimane, sotto stretta osservazione da parte di personale medico qualificato.

Poiché questi farmaci possono provocare effetti indesiderati anche di grave entità, la loro prescrizione richiede che il rischio di essere stati contagiati sia attentamente valutato.

La profilassi pre-esposizione (PrEP)

La profilassi pre-esposizione (PrEP) indica una cura impiegata prima di una possibile esposizione all'HIV allo scopo di ridurre il rischio di contagio. Generalmente la PrEP è utilizzata da persone che desiderano avere rapporti sessuali non protetti da preservativo. È necessario tenere in considerazione che il trattamento potrebbe provocare effetti collaterali e non protegge dalle altre infezioni a trasmissione sessuale.

La terapia come prevenzione (TasP)

La terapia come prevenzione si basa sul concetto che le terapie antiretrovirali, riducendo la carica virale nel sangue e nelle secrezioni, diminuiscono in maniera significativa il rischio di trasmissione dell'HIV. È ormai consolidato a livello globale il concetto U = U (Undetectable = Untrasmittable) che significa che una efficace e stabile soppressione virale previene la trasmissione dell'infezione.

Il preservativo (femminile o maschile) permette di proteggere i rapporti sessuali non solo dall'HIV, ma anche da altre infezioni sessualmente trasmesse. Per questa ragione, e per l’assenza di effetti indesiderati sulla salute, è indicato come efficace strumento di prevenzione.

Vivere con

Il progresso farmacologico ed i cambiamenti intervenuti nella società negli ultimi 25 anni, hanno comportato numerosi miglioramenti nella vita delle persone sieropositive. Per questa ragione la principale necessità in Italia, oggi, non è più la sopravvivenza, ma la possibilità di condurre una normale esistenza quotidiana, con i propri bisogni affettivi, lavorativi e di benessere.

Da una parte persiste tuttora una rilevante disinformazione sull'infezione che porta con se pregiudizi e ostilità (stigma); dall'altra parte, vi è la ricerca di chi vive con l'HIV di un’esistenza il più possibile simile alle persone che non hanno contratto l’infezione.

È fondamentale che l'HIV/AIDS siano percepiti per ciò che realmente sono, cioè malattie come le altre. Di conseguenza le persone che vivono con HIV non sono riconducibili a particolari "categorie".

Dal punto di vista della salute, nonostante i trattamenti antivirali consentano oggi un'apprezzabile qualità ed aspettativa di vita, la presenza di un'infezione cronica che non può essere guarita in maniera definitiva, comporta un progressivo affaticamento dell’organismo con un maggiore rischio di andare incontro ad alcune malattie, in particolare quelle cardiovascolari.

L'Istituto Superiore di Sanità ha realizzato una pubblicazione (La normativa italiana in materia di HIV, AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST)) sulla normativa italiana in materia di HIV, AIDS e infezioni sessualmente trasmesse. Inoltre, consultando il sito Uniti contro l’AIDS è possibile approfondire tematiche come i diritti e i doveri di chi vive con HIV, la tutela della privacy, nonché è possibile consultare l’elenco delle organizzazioni non governative (ONG) e delle associazioni del terzo settore impegnate da molti anni nella lotta all'HIV e all'AIDS e dei centri di procreazione medicalmente assistita che contribuiscono a porre le coppie, anche quelle con HIV, in condizione di poter programmare e affrontare una gravidanza.

Bibliografia

Conferenza di Consenso (CC) su UequalsU (U = U)

Uniti contro l'AIDS (ISS). Si può prevenire la trasmissione dell'HIV tramite la terapia?

Eisinger RW, Dieffenbach CW, Fauci AS. HIV Viral Load and Transmissibility of HIV infection: Undetectable Equals Untransmittable [Sintesi]. JAMA. 2019 Feb 5; 321(5): 451-452

Prossimo aggiornamento: 3 Gennaio 2024

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