Introduzione

Per angina si intende un dolore al petto che si presenta quando l'afflusso di sangue al cuore si riduce a causa del restringimento o dell'indurimento delle arterie (coronarie) che lo irrorano.
Il dolore provocato dall'angina pectoris può essere lieve (fastidio), pressante, opprimente o acuto e comparire a livello della parte anteriore del torace, al braccio sinistro, al collo, alla mandibola o alla schiena. In genere, è provocato da attività fisica intensa o da un episodio di stress e dura pochi minuti (regredisce entro 10 minuti se la persona si ferma o rallenta). Si parla in questo caso di attacco di angina.
Se non si è a conoscenza di avere l'angina pectoris o un'altra malattia cardiaca e si sente un dolore al torace è necessario chiamare subito l'ambulanza.
Se, invece, in passato è già stata diagnosticata l'angina, in caso di un nuovo attacco bisogna assumere subito i farmaci prescritti dal medico (gliceril trinitrato). Se dopo cinque minuti i sintomi non migliorano si può assumere un'altra dose. Se i disturbi persistono dopo altri cinque minuti dalla seconda dose, è necessario chiamare subito l'ambulanza.
La maggior parte dei casi di angina è causata dalla arteriosclerosi, cioè dall'indurimento e restringimento (stenosi) delle arterie dovuto all'accumulo di grassi e colesterolo (placche lipidiche). Questa condizione può ridurre l'afflusso di flusso di sangue al cuore e provocare i sintomi dell'angina.
L'età avanzata, il fumo, l'obesità, l'ipertensione arteriosa, l'ipercolesterolomia e il diabete sono fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare arteriosclerosi.
La cura dell'angina pectoris mira ad alleviare i disturbi (sintomi) durante l'attacco, ridurre il numero degli episodi e le probabilità di comparsa di infarto o ictus.
Vi sono diversi farmaci da utilizzare allo scopo. Alcuni vanno presi solo in caso di necessità, mentre altri vanno assunti tutti i giorni.
Se una persona non risponde adeguatamente alle cure con i farmaci, può essere indicato l'intervento chirurgico mirato ad allargare l'arteria ristretta o a creare un nuovo percorso per far defluire il sangue, escludendo le parti ostruite delle arterie (intervento di by-pass aorto-coronarico).
Una delle maggiori preoccupazioni delle persone colpite da angina è che l'arteriosclerosi continui a peggiorare facendo diminuire ulteriormante il flusso di sangue al cuore o al cervello e, di conseguenza, causare l’infarto del miocardio oppure l’ictus.
È tuttavia possibile ridurre considerevolmente il rischio di sviluppare tali complicazioni adottando uno stile di vita più sano. Ad esempio, le persone in sovrappeso e fumatrici possono diminuire la probabilità di essere colpite da infarto o ictus smettendo di fumare e seguendo un'alimentazione varia e bilanciata che consenta di mantenere il peso corporeo nella norma.
L'angina è una condizione che aumenta con l’avanzare dell'età ed è più comune nelle donne che negli uomini.
Sintomi
Il disturbo (sintomo) più comune causato dall'angina è il dolore al petto (dolore al torace) associato, in genere, a senso di oppressione o pesantezza. Il dolore può essere acuto, lieve oppure forte. Può diffondersi dal torace al braccio sinistro, al collo, alla mandibola, alla schiena. A volte il dolore può essere simile ai sintomi legati all'indigestione.
Il dolore al petto può anche essere accompagnato da:
- affanno
- nausea
- stanchezza insolita
- vertigini
- irrequietezza
In alcuni casi può essere presente anche solo l'affanno.
Fattori scatenanti
L’angina pectoris (o semplicemente “angina”) è causata da una temporanea riduzione del flusso di sangue al cuore. In pratica, il cuore riceve meno ossigeno di quanto necessario per funzionare correttamente, e questo provoca i sintomi tipici della malattia: dolore, senso di oppressione o bruciore al petto, che talvolta possono irradiarsi al braccio sinistro, al collo, alla mandibola o alla schiena, accompagnati da sudorazione e difficoltà a respirare. Esistono due forme principali di angina, quella stabile e quella instabile.
I disturbi (sintomi) sono simili, ma ci sono delle importanti differenze tra le due forme. si differenziano soprattutto per il momento in cui compaiono e per le condizioni che li provocano:
- angina stabile, gli attacchi di angina sono scatenati da particolari condizioni (attività fisica intensa, esposizione alle basse temperature, o situazioni di forte stress emotivo) e migliorano con i farmaci e con il riposo
- angina instabile, gli attacchi non sono prevedibili, si verificano anche in assenza di fattori scatenanti conosciuti e i disturbi continuano nonostante il riposo
L'attacco di angina stabile si manifesta, di solito, quando il cuore è costretto a uno sforzo e aumenta la sua richiesta di ossigeno, rendendo necessario un maggiore afflusso di sangue ai suoi tessuti. Ciò accade, ad esempio, durante un’attività fisica intensa o in situazioni di stress emotivo. In alcuni casi, il dolore può comparire anche dopo un pasto abbondante o in seguito all’esposizione a freddo intenso.
I disturbi causati dall'angina stabile scompaiono entro pochi minuti, e solitamente migliorano con il riposo. L'angina stabile, di per sé, non mette in pericolo la vita anche se costituisce un avvertimento sulla maggiore probabilità di avere un infarto o un ictus, poiché segnala la presenza di una sofferenza cardiaca.
L'angina instabile è considerata un'emergenza medica, poiché indica un peggioramento della funzionalità del cuore e un aumento del rischio di avere un infarto o un ictus. Questa condizione è imprevedibile in quanto può manifestarsi indipendentemente dallo sforzo fisico e dallo stress, e può persistere anche a riposo. Gli attacchi di angina instabile sono più frequenti e gravi, tendono a durare più a lungo e spesso sono resistenti al trattamento con i farmaci comunemente utilizzati nell’angina.
Si può considerare una forma di angina instabile anche l'angina variante, o di Prinzmetal. L'angina di Prinzmetal è una condizione piuttosto rara e non è generalmente associata ad arteriosclerosi, ma è causata da un restringimento improvviso e temporaneo (spasmo) delle arterie coronarie, che riduce per un breve periodo il flusso di sangue al cuore.
Alcune persone sviluppano un'angina instabile dopo aver avuto precedentemente la forma stabile; altre, hanno l'angina instabile senza aver mai sofferto in precedenza di angina stabile.
Quando chiedere aiuto
Se si sente il dolore al petto e precedentemente non è stata accertata un'angina, è necessario chiamare il numero telefonico di emergenza 112 o 118, a seconda della regione, per richiedere l'invio di un'ambulanza. In attesa dei soccorsi, se si ha dell’aspirina (acido acetilsalicilico) a disposizione e non si è allergici ad essa, è consigliabile assumerne una dose. L'aspirina in compresse masticabili è preferibile, poiché agisce più velocemente rispetto alle altre formulazioni. Questo farmaco aiuta a prevenire la formazione di coaguli di sangue e il rischio di infarto o ictus.
Se, invece, si è a conoscenza di soffrire di angina e si verifica un attacco, è necessario prendere subito i farmaci già prescritti dal medico curante (gliceril trinitrato). Trascorsi cinque minuti, se non ci si sente meglio, si può prendere una seconda dose. Se, dopo altri cinque minutii sintomi non migliorano, è necessario chiamare il numero telefonico di emergenza (112 o il 118, a seconda della regione) e richiedere l'intervento dell'ambulanza.
Cause
L'angina pectoris è causata dal restringimento e dall'indurimento delle arterie che portano il sangue al cuore e dalla conseguente riduzione del flusso di sangue disponibile. Il cuore, infatti, come tutti gli organi e tessuti del corpo, ha bisogno di una costante quantità di sangue ricco di ossigeno per poter funzionare normalmente. Il sangue è portato al cuore da due arterie principali, le coronarie. Con l'avanzare dell'età, le pareti di queste arterie possono essere ostruite da depositi di grasso. Tale processo è noto come arteriosclerosi e i depositi di grasso vengono chiamati ateromi.
A riposo, il cuore ha bisogno di una quantità relativamente contenuta di sangue. Sotto sforzo o in caso di stress emotivo, il cuore deve lavorare di più e la richiesta di sangue aumenta. Se le coronarie sono ristrette, la quantità di sangue necessaria a far fronte allo sforzo non riesce a raggiungere il cuore in tempo e compaiono i sintomi dell’angina.
Fattori di rischio
Tutto ciò che causa il restringimento delle arterie rappresenta un fattore di rischio per l'angina; i principali sono:
- ipertensione arteriosa
- diabete
- età
- familiari con malattie cardiovascolari comparse in giovane età (familiarità precoce per le patologie cardiovascolari)
Questi fattori di rischio sono in relazione fra loro e sono dovuti soprattutto alla esposizione a stili di vita non corretti (alimentazione troppo ricca di grassi saturi, colesterolo, sale e zuccheri, scarso esercizio fisico, abuso di vino o altre bevande alcoliche e abitudine al fumo).
Ipertensione arteriosa
Compito delle arterie è quello di trasportare il sangue ad una certa pressione. Se la pressione aumenta, le pareti dell’arteria possono venire danneggiate.
La pressione alta può essere causata da:
- sovrappeso
- abuso di vino o di altre bevande alcoliche (alcol)
- abitudine al fumo
- stress
- mancanza di esercizio fisico
Alimentazione ricca di grassi saturi e colesterolo
Il colesterolo è un grasso essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo. È necessario per la sintesi di alcuni ormoni, contribuisce a proteggere le terminazioni nervose e costituisce le membrane cellulari cioè le pareti che rivestono e proteggono le singole cellule. Nel sangue il colesterolo circola legato a particolari proteine chiamate lipoproteine. In base alla loro composizione e densità si distinguono due principali tipi:
- lipoproteine a bassa densità (LDL), composte per la maggior parte da grassi e in misura minore da proteine; tendono a minor depositarsi nella parete delle arterie e per questo sono comunemente definite colesterolo cattivo
- lipoproteine ad alta densità (HDL), composte per la maggior parte da proteine e in parte minore da grassi; queste lipoproteine non si depositano sulle pareti delle arterie, motivo per cui sono note come colesterolo buono
La maggior parte del colesterolo presente nel corpo è prodotta dal fegato. Tuttavia, alimenti ricchi di grassi saturi e colesterolo fanno aumentare i livelli di lipoproteine a bassa densità (LDL) nel sangue.
Mancanza di esercizio fisico
L'inattività fisica può causare un aumento della pressione arteriosa e del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Entrambe queste condizioni rappresentano a loro volta fattori di rischio per la comparsa dell’angina.
Fumo
Il fumo danneggia le pareti delle arterie. Quando ciò avviene le piastrine, frammenti cellulari presenti nel sangue circolante, intervengono per riparare il danno ma la loro azione può contribuire al restringimento delle arterie.
Il fumo, inoltre, diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue, con conseguente aumento della probabilità di formare coaguli.
Diabete
Se il diabete non è adeguatamente controllato, l’eccesso di glucosio nel sangue può danneggiare le pareti delle arterie, favorendo la comparsa di disturbi cardiovascolari, tra cui l'angina.
Età
Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di sviluppare l'angina, poiché è probabile che col tempo le arterie si restringano a causa dell’arteriosclerosi.
Familiarità per malattie cardiovascolari
I problemi al cuore possono essere ereditari. La presenza di familiari di primo grado (madre, padre, fratello o sorella) con malattie al cuore o con un’angina comparsa in giovane età (<55 anni) aumenta il rischio di sviluppare delle malattie cardiovascolari.
Diagnosi
In genere, in caso di dolore al petto il medico curante chiede di descrivere i disturbi comparsi e gli eventuali fattori che possono aver provocato l'attacco (ad esempio, uno sforzo fisico). Successivamente prescrive degli esami per accertare se la causa dell’angina possa essere, o meno, l’arteriosclerosi.
Tali indagini includono:
- misurazioni della pressione
- misurazione del peso e della circonferenza della vita
- analisi del sangue per determinare la colesterolemia e la glicemia (in caso di diabete) e per determinare se il fegato funzioni regolarmente (funzionalità epatica)
- analisi delle urine per verificare il funzionamento dei reni
Tali esami sono necessari perché alcuni farmaci per l’angina non sono indicati in persone con. alterata funzionalità epatica o renale.
Il medico, inoltre, raccoglie informazioni sulle abitudini di vita quali, ad esempio, l’abitudine al fumo, il consumo di vino o altri alcolici, il tipo di alimentazione e l'eventuale presenza di familiari di primo grado con malattie cardiovascolari comparse prima dei 55 anni di età.
Se sospetta la presenza di angina, il medico può consigliare di rivolgersi ad uno specialista cardiologo per confermare la diagnosi e per valutare il rischio di infarto o ictus. Nell'attesa della visita specialistica, il medico potrebbe prescrivere una terapia con il gliceril trinitrato, un farmaco in grado di dare immediato sollievo dai disturbi provocati dall'angina.
L'accertamento dell'angina si basa sulle seguenti indagini diagnostiche:
Elettrocardiogramma (ECG)
L'ECG registra il ritmo e l’attività elettrica del cuore: ogni battito cardiaco produce impulsi elettrici che un apposito dispositivo (elettrocardiografo) registra producendo un tracciato, visibile su supporto cartaceo o elettronico (video), che sarà interpretato dal medico.
L'esame è indolore, non causa fastidio e la sua esecuzione dura pochi minuti: consiste nell'applicazione di sensori (gli elettrodi), piccole ventose o piccoli adesivi su braccia, gambe e torace che catturano segnali elettrici prodotti dal cuore e li trasmettono, tramite cavetti, all'elettrocardiografo.
Un ECG anomalo potrebbe indicare che il cuore non sta ricevendo sangue a sufficienza.
Test di tolleranza allo sforzo
Detto anche ECG da sforzo o test ergometrico: permette al medico di monitorare la frequenza cardiaca, mentre il paziente cammina su una pedana scorrevole (tapis roulant) o pedala su una cyclette, per valutarne la variazione in risposta all'attività fisica.
Tomografia computerizzata del cuore (TC cardiaca)
La tomografia computerizzata del cuore consente di valutare lo stato delle arterie coronarie, i vasi sanguigni che portano il sangue al muscolo cardiaco. La TC usa i raggi X per ottenere immagini molto dettagliate delle coronarie. Durante l’esame viene iniettato un mezzo di contrasto in una vena del braccio, che rende le arterie più visibili nelle immagini prodotte. In questo modo è possibile individuare eventuali restringimenti o ostruzioni causate dall’accumulo di placche di grasso o da calcificazioni. Se la TC mostra un restringimento importante, può essere consigliata una coronarografia, che consente una valutazione ancora più accurata delle arterie coronarie.
Risonanza magnetica nucleare (RMN) sotto stress
Questo esame serve a valutare se il cuore riceve una quantità adeguata di sangue durante l’attività fisica o quando è sottoposto a condizioni di stress. Durante l’esame, viene somministrato, per via endovenosa, un farmaco (come la dobutamina o adenosina) che accelera il battito cardiaco, simulando l’effetto dell'esercizio fisico. Contemporaneamente, la risonanza magnetica produce immagini dettagliate del cuore, che consentono di vedere quali parti ricevono meno sangue e si contraggono con maggiore difficoltà.
Scintigrafia miocardica
Consente di valutare la distribuzione del flusso sanguigno nel cuore e di identificare eventuali zone che ne ricevono meno, come avviene durante un attacco di angina pectoris. Nel corso dell’esame viene iniettata in vena una piccola quantità di sostanza radiattiva sicura (un tracciante) che si distribuisce nel cuore insieme al sangue. Un’apparecchiatura speciale rileva il tracciante e produce immagini che mostrano la circolazione del sangue nei tessuti del cuore. L’esame può essere eseguito sia a riposo sia sotto sforzo (fisico o indotto da farmaci). Confrontando le immagini, il medico può identificare le zone del cuore che ricevono meno sangue e ossigeno durante lo sforzo, come avviene nell’angina. È un test non invasivo, sicuro e molto utile per diagnosticare l’angina e per valutarne la gravità.
Angiografia coronarica (o coronarografia)
L'angiografia coronarica è un esame utilizzato per verificare la presenza di eventuali restringimenti delle arterie coronarie e, se presenti, permette di valuarne la gravità. Durante l'angiografia, un sottile tubicino flessibile, chiamato catetere, viene introdotto attraverso l'arteria femorale (a livello dell'inguine) oppure attraverso l'arteria radiale (situata nel braccio) e, sotto la guida dei raggi X, viene fatto avanzare fino alle coronarie. Nel catetere è iniettato un colorante (mezzo di contrasto) che serve ad evidenziare le arterie che portano sangue al cuore. Tramite le immagini radiografiche ottenute (angiogrammi) è possibile evidenziare le eventuali ostruzioni o restringimenti.
Le angiografie coronariche comèportano un piccolo rischio di complicazioni gravi, quali ictus o infarto, stimato intorno a 1 su 1.000. Per questo motivo, la coronarografia è richiesta solo in caso di:
- diagnosi di angina poco chiara
- sintomi di angina persistenti nonostante le cure e/o il rischio consistente di ictus o infarto e necessità di intervento chirurgico
Angina instabile
In caso di sospetta angina instabile, è necessario il ricovero in ospedale. A seconda della gravità dei sintomi il paziente può essere ricoverato in un normale reparto o in una unità coronarica. Durante la sua permanenza in ospedale sono effettuati una serie di esami: all'arrivo in ospedale viene eseguito un ECG per valutare rapidamente se vi siano danni significativi al cuore e insieme agli esami del sangue per misurare i livelli di specifici enzimi rilasciati in caso di danno cardiaco. Può essere necessaria anche un'angiografia coronarica per stabilire le dimensioni e la posizione dell’ostruzione nelle arterie coronarie.
La terapia deve essere iniziata il prima possibile, anche prima di conoscere i risultati completi degli esami, per prevenire le possibili, gravi, complicazioni dell'angina instabile. Dopo le prime cure specifiche, nei successivi sei mesi venfono eseguiti ulteriori accertamenti per stabilire quanto sia probabile un nuovo attacco di angina e per valutare il rischio di infarto. I risultati sono essenziali nel definire il piano di cure più appropriato.
Terapia
La terapia dell’angina è mirata a dare sollievo immediato dai disturbi (sintomi), a prevenire la comparsa di nuovi attacchi e a ridurre il rischio di infarto o ictus.
Se la persona colpita da angina pectoris è ad alto rischio di sviluppare infarto o ictus, di solitoe viene proposto un intervento chirurgico abbinato a cure farmacologiche. La chirurgia può essere indicata anche in caso di scarsa risposta ai farmaci.
Quando invece il rischio di infarto o ictus è basso, la probabilità che si verifichi un evento acuto può essere ridotta combinando la terapia farmacologica con l'adozione di stili di vita salutari.
I diversi tipi di farmaci utilizzati per l’angina pectoris hanno ruoli differenti nel trattamento della malattia. Alcuni servono a dare sollievo immediato ai disturbi, altri aiutano a prevenire la comparsa o a ridurre il rischio di complicazioni (infarto e/o ictus). La scelta del tratttamento dipende dallo stato di salute generale, dalla frequenza e dalla intensità degli attacchi e dalla risposta individuale ai farmaci.
Immediato sollievo dai sintomi
Il gliceril trinitrato è un farmaco ampiamente usato che dà immediato sollievo dai disturbi (sintomi) dell’angina. Può anche essere utilizzato a scopo preventivo prima di intraprendere attività che notoriamente scatenano l'angina come l'attività fisica. Appartiene ad un gruppo di farmaci, i nitrati, che agiscono rilassando e ampliando il lume delle arterie aumentando così l'afflusso di sangue al cuore. È disponibile in pastiglie, da sciogliere sotto la lingua, o in spray. Tra gli effetti indesiderati più comuni vi sono mal di testa, rossore al viso e vertigini poco dopo l'assunzione.
In caso di terapia con gliceril trinitrato è consigliato evitare il consumo di bevande alcoliche, che peggiorano gli effetti collaterali. In caso di vertigini, è bene evitare di mettersi alla guida o di fare sforzi fisici notevoli.
In genere, una dose di gliceril trinitrato è in grado di ridurre il dolore dopo due o tre minuti. Se la prima dose non sortisce effetto, se ne può prendere una seconda dopo cinque minuti.
È bene chiamare il 112 o il 118 a seconda della regione, e richiedere l’intervento di un'ambulanza se il dolore persiste trascorsi cinque minuti dopo la seconda dose di gliceril trinitrato.
Prevenire gli attacchi di angina
I farmaci si possono usare anche per prevenire gli attacchi di angina. In questo caso devono essere presi quotidianamente per tutta la vita. Il medico di base o il cardiologo inizialmente prescrivono un solo farmaco; se questo non è sufficiente a controllare i sintomi, possono essere prescritti due o più medicinali in combinazione.
Per ridurre la frequenza degli attacchi di angina sono comunemente usati farmaci beta-bloccanti o calcio-antagonisti: la scelta fra le due categorie di medicinali dipende dallo stato di salute e, in alcuni casi, dalle preferenze personali.
Beta-bloccanti
I beta-bloccanti agiscono riducendo la frequenza e la forza di contrazione del cuore, rendendo i battiti cardiaci più lenti e meno intensi. Il cuore, infatti, grazie alla loro azione richiede una minore quantità di ossigeno durante gli sforzi e ciò consente di prevenire gli attacchi di angina o di ridurne la frequenza.
Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) più comuni dei beta-bloccanti includono stanchezza, mani e piedi freddi, diarrea e nausea.
Inoltre, i farmaci betabloccanti possono interferire con il metabolismo degli zuccheri, destabilizzando il controllo della glicemia; per questo motivo devono essere usati con cautela, soprattutto nei pazienti con diabete difficile da controllare.
I beta-bloccanti possono interagire con altri farmaci, dando luogo a effetti collaterali. È bene quindi consultare sempre il medico o il farmacista prima di prendere altri farmaci, anche di automedicazione, se si è in cura con i beta-bloccanti.
Calcio-antagonisti
I calcio-antagonisti agiscono rilassando i muscoli che costituiscono le pareti delle arterie e favorendo così la dilatazione dei vasi sanguigni e la diminuzione della pressione arteriosa. In questo modo, miglirano l'afflusso di sangue al cuore. Alcuni di questi farmaci riducono anch la frequenza cardiaca, contribuendo ulteriormente al controllo dei sintomi dell'angina.
Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) dei calcio-antagonisti includono rossore del viso, mal di testa, vertigini, stanchezza e comparsa di macchioline/bollicine rossastre sulla pelle (rash cutanei) che, a volte, danno prurito. Questi effetti collaterali in genere si risolvono in pochi giorni.
Mentre si è in cura con i calcio-antagonisti, è bene aevitare il consumo di bevande alcoliche poiché queste possono potenziare l'effetto dei farmaci provocando un eccessivo abbassamento della pressione del sangue.
Se non è possibile prendere beta-bloccanti o calcio-antagonisti per motivi medici, o in caso di effetti indesiderati eccessivi, il medico di base o il cardiologo raccomandano farmaci alternativi.
Nitrati a lunga durata d’azione
I nitrati a lunga durata d’azione sono simili al gliceril trinitrato, ma sono stati studiati per la prevenzione a lungo termine dei disturbi.
Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) includono mal di testa e rossore del viso, fastidi che dovrebbero migliorare col tempo.
Durante l'assunzione di nitrati a lunga durata d’azione non è possibile prendere il citrato di sildenafil (Viagra): i due farmaci in combinazione possono, infatti, causare un pericoloso calo di pressione.
Ivabradina
L'ivabradina è un nuovo farmaco che, similmente ai beta-bloccanti, abbassa la frequenza del battito del cuore. Poiché il suo meccanismo di azione è differente, può essere utilizzata nelle persone che non possono prendere i beta-bloccanti, ad esempio gli individui con infezioni polmonari.
Un effetto indesiderato (effetto collaterale) comune durante la cura con ivabradina è l'alterazione del campo visivo. Questo farmaco può causare fenomeni luminosi transitori, soprattutto in condizioni di scsrsa luminosità; per questo motivo è sconsigliata la guida nelle ore notturne. Per consigli/indicazioni è bene rivolgersi al medico.
Nicorandil
Il nicorandil è un attivatore dei canali del potassio che dilata le arterie coronarie facendo aumentare l'afflusso di sangue al cuore. È usato al posto dei calcio-antagonisti nelle persone che per ragioni mediche non possono assumerli.
Tra gli effetti collaterali che può determinare vi sono vertigini, mal di testa e nausea.
Ranolazina
La ranolazina agisce rilassando i muscoli cardiaci, migliorando la circolazione e prevenendo gli attacchi di angina.
A differenza di altri farmaci utilizzati per la prevenzione degli attacchi di angina, la ranolazina non influisce sulla frequenza dei battiti del cuore (ritmo cardiaco) rappresentando così una valida alternativa per le persone con scompenso cardiaco o anomalie del battito.
Effetti indesiderati (effetti collaterali) comuni della ranolazina includono costipazione, vertigine e debolezza.
Terapia combinata
Se un singolo farmaco non è efficace, è generalmente consigliato l'abbinamento di due o più medicinali (terapia combinata). Qualora anche la terapia combinata non risulti efficace, è generalmente consigliato l’intervento chirurgico.
Nel caso in cui il paziente non voglia o non possa sottoporsi a chirurgia, o in attesa dell'intervento stesso, sono generalmente prescritti farmaci in combinazione.
Ridurre il rischio di infarto e ictus
Il rischio di complicazioni, quali l'infarto e ictus, in persone con l'angina è affrontato con tre farmaci:
Statine
Le statine agiscono bloccando gli effetti di un enzima del fegato che produce il colesterolo. Ridurre i livelli di colesterolo aiuta a prevenire danni ulteriori alle arterie coronarie e di conseguenza a diminuire anche i rischi di infarto e ictus. Le statine, a volte, hanno effetti collaterali lievi tra cui costipazione, diarrea e dolori addominali.
Aspirina a basso dosaggio
L'aspirina a basso dosaggio (aspirinetta o cardioaspirina) è un farmaco antipiastrinico. È impiegata per ridurre la vischiosità del sangue e prevenire la formazione di coaguli riducendo, così, il rischio di infarto.
L'aspirina a basso dosaggio, raramente, causa effetti indesiderati (effetti collaterali) tra cui irritazione dello stomaco o dell'intestino, indigestione e nausea.
In caso di allergia all'aspirina o qualora fosse impossibile usarla a causa di altre malattie quali, ad esempio, l'ulcera allo stomaco si può ricorrere a farmaci antipiastrinici alternativi.
Inibitori dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina (ACE inibitori)
Gli ACE inibitori sono farmaci impiegati per ridurre la pressione arteriosa. Agiscono bloccando l'attività di un ormone, chiamato angiotensina II, che provoca il restringimento delle arterie. Oltre a ridurre il carico di lavoro del cuore, gli ACE inibitori migliorano la circolazione sanguigna.
Poichè questi farmaci possonoi diminuire l'apporto di sangue ai reni, è possibile che ne riducano temporaneamente la funzionalità. Prima di iniziare la terapia è quindi consigliabile eseguire controlli ematici e delle urine, in modo da verificare che non vi siano problemi renali preesistenti. Le persone in cura con gli ACE inibitori dovranno poi ripetere i controlli (analisi del sangue e delle urine) con cadenza annuale.
Effetti indesiderati degli ACE inibitori includono vertigini, stanchezza o debolezza e tosse secca persistente che dovrebbero, però, risolversi entro pochi giorni.
Mentre si è in terapia con ACE inibitori prima di prendere altri medicinali è sempre bene consultare il medico o il farmacista.
Chirurgia
Il ricorso alla chirurgia è consigliato quando i disturbi (sintomi) non rispondono alle cure farmacologiche. È comunque necessario continuare a prendere farmaci anche dopo l’intervento chirurgico.
I due principali tipi di intervento chirurgico in caso di angina sono elencati di seguito:
Bypass aorto-coronarico (CABG)
Durante questo intervento una porzione di vaso sanguigno è prelevata da un'altra parte del corpo e usata per re-indirizzare il flusso di sangue, aggirando il tratto di arteria bloccato o ristretto. L'intervento chirurgico di by-pass aorto-coronarico consiste nel creare nuovi canali per la circolazione del sangue dall'aorta alle arterie coronarie così da aggirare i restringimenti o le ostruzioni presenti. In questo modo un maggiore flusso di sangue arriva al cuore. I condotti usati possono provenire dalla vena safena, che viene prelevata dalla gamba, e da una o entrambe le arterie mammarie, prelevate dalla parete interna del torace oppure più raramente, si usa l'arteria radiale prelevata dal braccio. Questi vasi sono collegati da un'estremità all'aorta e dall'altra a un punto dell'arteria coronaria situato dopo il restringimento o l'occlusione, ripristinando così un adeguato flusso di sangue al cuore.
Intervento coronarico percutaneo - Angioplastica coronarica
Si tratta di un intervento chirurgico che ha lo scopo di dilatare le arterie coronarie ristrette o ostruite. Generalmente, l'angioplastica coronarica è preceduta da un'angiografia coronarica che, evidenziando le caratteristiche dell’ostruzione e lo stato delle arterie, ne stabilisce la eventuale necessità.
L'angioplastica coronarica è una procedura chirurgica complessa che richiede personale specializzato e attrezzature specifichei non sempre presenti in tutti gli ospedali. Per questo motivo, in caso di urgenza, ad esempio durante un infarto, può essere necessario trasferire rapidamente il paziente in un centro cardiologico attrezzato.
Durante l'intervento viene introdotto un sottile catetere, dotato di un piccolo “palloncino” all'estremità, attraverso l'arteria femorale (all'inguine) o l'arteria radiale (al braccio). Utilizzando la radiografia per dirigerlo, il catetere viene fatto avanzare fino al cuore e alla sezione ristretta dell'arteria coronaria e una volta raggiunto il punto da trattare, il palloncino viene gonfiato per dilatare l'arteria migliorando così il flusso sanguigno. Per evitare che l'arteria si restringa nuovamente, viene poi inserito al suo interno uno stent, una piccola maglia di metallo flessibile che serve a mantenerla aperta nel tempo.
Assenza di miglioramenti
Se i sintomi dell’angina non migliorano nonostante i farmaci e se non è possibile sottoporsi a un intervento chirurgico, si ricorre ad altri approcci. Essi comprendono terapie psicologiche o comportamentali, quali la terapia cognitivo comportamentale (TCC).
Trattamenti quali la TCC possono aiutare nella gestione emotiva della propria condizione, nella gestione del dolore e nel miglioramento dei disturbi.
Angina instabile
In caso di angina instabile caratterizzata da sintomi non prevedibili e che possono comparire anche a riposo, viene somministrato immediatamente un farmaco che previene la formazione di coaguli di sangue e riduce il rischio di infarto o ictus.
Nella maggior parte dei casi si utilizza l'aspirina, che aiuta a fluidificare il sangue, a meno che non vi siano delle controindicazioni, ad esempio disturbi allo stomaco. In alternativa, è prescritto un altro farmaco antipiastrinico, come il clopidogrel, che può essere assunto anche per periodi prolungati (fino a 12 mesi). Inoltre, in alcuni casi, può essere praticata un'iniezione con un altro farmaco (ad esempio fondaparinux o l'eparina) per potenziarne l'effetto fluidificante sul sangue.
Inoltre potrebbero essere richiesti una serie di esami di accertamento volti a indagare il rischio di infarto. Se il rischio è moderatamente elevato, può rendersi necessaria una angiografia coronarica per stabilire dimensioni e posizione del blocco a carico dell’arteria coronaria. Se il blocco è importante, sono eseguiti il bypass aorto-coronarico (CABG) o l'intervento coronarico percutaneo (PCI).
Complicazioni
Le complicazioni più gravi dell’angina pectoris sono infarto e ictus.
Infarto del miocardio
La maggior parte dei casi di angina è causata dalla ostruzione delle coronarie dovuta alla formazione di depositi di grasso e colesterolo (placche aterosclerotiche o ateromi).
Se una di queste placche si rompe si forma un coagulo di sangue che può bloccare l’apporto di sangue ricco di ossigeno al cuore, causando danni importanti e provocando l'infarto.
I disturbi (sintomi) causati da un infarto includono:
- dolore al petto, dolore forte, sensazione di oppressione, costrizione o pesantezza al torace (petto)
- dolore alle braccia (in genere il braccio sinistro, ma può colpire anche il destro), alla mandibola-mascella, al collo, alla schiena e all’addome
- capogiro o vertigini
- sudorazione
- respiro corto o affanno
- malessere (con nausea o vomito)
- ansia opprimente (simile a un attacco di panico)
- tosse o dispnea
Il dolore al petto normalmente è molto forte, ma può essere anche lieve, con la sensazione simile all'indigestione. Può addirittura non essere presente alcun dolore al petto, ciò accade specialmente nelle donne, nelle persone anziane e/o con diabete.
È l'insieme dei disturbi (sintomi) che aiuta a capire se si tratti effettivamente di infarto.
In caso di dubbio, bisogna chiamare il 118 (il 112 in alcune regioni) e chiedere l’intervento di un'ambulanza. Nell'attesa dell'ambulanza è importante che la persona colpita stia a riposo, in modo da ridurre al minimo lo sforzo del cuore. Se non è allergica all'aspirina, e il farmaco è disponibile, può esserle somministrata una compressa da 300 mg da masticare lentamente e poi ingoiare.
L’aspirina contribuisce a mantenere fluido il sangue e a ristabilire l'afflusso di sangue al cuore.
Ictus
In presenza di placche di grasso che restringono l'ampiezza delle arterie coronarie, è possibile che vi siano anche placche che ostruiscono l'arteria carotidea, il principale vaso sanguigno che fornisce sangue al cervello.
La rottura di una delle placche può causare la formazione di un coagulo di sangue e il blocco del flusso di sangue al cervello, causando l'ictus.
I disturbi (sintomi) causati dall'ictus iniziano all'improvviso e dipendono dalla porzione di cervello colpita e dall'entità del danno. I principali sono:
- viso, è possibile che la parte sinistra o destra del viso risulti cadente, che la persona non sia in grado di ridere o che la bocca o la palpebra siano abbassate
- braccia, una persona colpita da ictus può non essere in grado di sollevare entrambe le braccia o di mantenerle alzate allo stesso livello, per debolezza o intorpidimento di uno di essi
- linguaggio, può essere alterato, oppure assente perché la persona non è in grado di parlare
Riconoscere rapidamente questi segni è fondamentale.
Come per l'infarto, nelle persone che soffrono di angina pectoris il rischio di ictus può essere ridotto attraverso la terapia farmacologica associata a cambiamenti nello stile di vita.
L'ictus può essere curato con farmaci che dissolvono i coaguli di sangue e con la chirurgia mirata a liberare la carotide dalle placche di grasso che la ostruiscono.
Stress, ansia e depressione
Malattie croniche quali l'angina possono comportare disagi, come stress e ansia, che possono trasformarsi nei disturbi (sintomi) della depressione. Ciò può avvenire soprattutto in caso di:
- senso di depressione e/o disperazione
- scarso interesse e piacere nel fare le cose
È importante parlare con il medico di base in caso di sospetta depressione. Essa, infatti, non condiziona soltanto la salute mentale ma può avere ripercussioni anche sul benessere fisico.
Le cure per la depressione includono l'impiego di farmaci antidepressivi e della terapia cognitivo comportamentale (terapia verbale).
Prevenzione
Condurre uno stile di vita sano è il metodo più efficace per ridurre il rischio di andare incontro a episodi di angina pectoris.
Per questo si consiglia di seguire una alimentazione sana e bilanciata, povera di sale, di grassi, di colesterolo e si raccomanda altresì di non fumare. Tali accorgimenti aiutano ad abbassare la pressione del sangue, a ridurre i livelli di colesterolo e a rinforzare il cuore.
Alimentazione
Una alimentazione abbondante, troppo ricca di sale, grassi saturi, colesterolo e zuccheri fa aumentare il rischio di sviluppare l'angina e di avere un infarto o l'ictus.
Seguire un'alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura di stagione, di fibre, riso, legumi e cereali integrali integrali può contribuire a ridurre il rischio di episodi di angina pectoris.
Frutta e verdura sono ricche di fibre e minerali e aiutano a mantenersi in buona salute. L'ideale è mangiare cinque porzioni da 80 grammi di frutta e verdura al giorno.
È consigliato inoltre mangiare il pesce più volte a settimana, preferendo specie ricche di grassi omega 3, che favoriscono la salute del cuore.
Ridurre i grassi saturi e il colesterolo
Mangiare cibi ricchi di grassi saturi e colesterolo può causare la formazione di placche nelle arterie.
I cibi ricchi in grassi saturi e colesterolo includono:
- carni grasse, insaccati, salsicce, pancetta e lardo
- burro e panna
- rosso d’uovo (tuorlo)
- formaggi
- dolci
- cibi contenenti olio di cocco o di palma
Mangiare piccole quantità di grassi insaturi diminuisce i livelli di colesterolo aiutando quindi a ridurre l'occlusione delle arterie. Cibi ricchi di grassi insaturi sono:
- olio di pesce
- avocado
- noci e semi
- olii di semi di girasole, di mais e di oliva
Ridurre il sale
È bene ridurre le quantità di sale usate per insaporire i cibi, poiché il suo consumo può provocare un incremento della pressione arteriosa.
Bisognerebbe cercare di assumere meno di 5 grammi (circa un cucchiaino) di sale al giorno considerando anche quello già contenuto negli alimenti.
Smettere di fumare
Il fumo aumenta in modo significativo il rischio di infarto e ictus poiché fa restringere le arterie e aumentare la pressione.
Se si decide di smettere di fumare il medico di base potrebbe consigliare di contattare gruppi di sostegno che diano supporto e consigli.
È disponibile anche il Telefono Verde contro il Fumo (TVF 800 554 088) dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'Istituto Superiore di Sanità.
Nel caso si sia determinati a smettere ma non ci si voglia avvalere di gruppi di sostegno, il medico di base può prescrivere dei farmaci per ridurre i disagi che potrebbero comparire nei primi giorni.
Ridurre il consumo di bevande alcoliche
Bere regolarmente alcol oltre i limiti raccomandati può provocare un incremento della pressione arteriosa.
L’alcol, inoltre, è molto calorico e berlo frequentemente può contribuire a far aumentare il peso, altro fattore che innalza la pressione arteriosa.
Per iridurre il rischio di ipertensione arteriosa è importante restare entro i limiti raccomandati per l''assunzione di alcol:
- donne e uomini non devono bere più di 14 unità alcoliche a settimana
- è inoltre necessario distribuire le unità alcolichenell'arco della settimana, evitando di concentrarne il consumo in pochi giorni: per le donne non più di un bicchiere di vino al giorno, per gli uomini non più di due bicchieri al giorno
- mantenere il peso forma (Indice di massa corporea fra 20 e 25 unità Kg/m2)
Il sovrappeso o l’obesità obbligano il cuore a lavorare di più per far circolare il sangue e ciò fa aumentare la pressione. Sono disponibili online molti strumenti per calcolare il proprio Indice di Massa Corporea (IMC).
Se è necessario perdere peso, è bene ricordare che anche pochi chilogrammi in meno fanno una grande differenza per la pressione arteriosa, la quantità di colesterolo e la salute in generale.
Esercizio fisico
Essere attivi e svolgere un regolare esercizio fisico aiuta a mantenere cuore e vasi in buone condizioni, a perdere peso e ad abbassare la pressione.
Iniziare un programma di esercizio fisico può essere complicato nelle persone che soffrono di angina, poiché l'attività fisica può provocare l’attacco. Ma se si pratica regolarmente , la possibilità che si verifichi un attacco di angina sarà sempre meno probabile.
Attività a basso impatto, quali camminare, nuotare e andare in bicicletta sono raccomandate, mentre attività più impegnative, quali calcio e tennis, dovrebbero essere evitate.
>
Bibliografia
Vrints C, Andreotti F, Koskinas KC et al. Linee guida ESC 2024 per la gestione delle sindromi coronariche croniche. Giornale Italiano di Cardiologia. 2024; 25 (12 Suppl.1)
Prossimo aggiornamento: 17 Dicembre 2027