Introduzione

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) comprende un gruppo di malattie dell’apparato respiratorio tra cui la bronchite cronica, che colpisce i bronchi, e l’enfisema, che colpisce i polmoni (Video).

Le persone con BPCO hanno difficoltà di respirazione, soprattutto a causa del restringimento delle loro vie respiratorie, per questo si parla di ostruzione delle vie aeree.

I sintomi tipici di BPCO comprendono:

  • crescente mancanza di respiro (dispnea) quando si pratica un’attività fisica
  • tosse persistente con catarro
  • frequenti infezioni polmonari

La principale causa della BPCO è l’esposizione prolungata a sostanze (agenti) irritanti quali il fumo e l’inquinamento ambientale.

BPCO

Più si fuma e più aumenta la probabilità di sviluppare la BPCO. Il fumo, infatti, irrita ed infiamma i polmoni producendo delle cicatrici. Anche le vie respiratorie più piccole si cicatrizzano e si restringono. Questi cambiamenti causano disturbi che si manifestano con la sensazione di mancanza d’aria (dispnea), tosse e catarro associati a BPCO.

Dopo molti anni, l'infiammazione provoca cambiamenti permanenti nel polmone. Le pareti delle vie respiratorie si ispessiscono ed è prodotto più muco. In casi molto rari, la distruzione del tessuto (parenchima) polmonare è provocata dalla carenza su base genetica, ereditaria, di una proteina prodotta prevalentemente da parte del fegato, chiamata alfa-1 antitripsina.

La BPCO è una delle malattie respiratorie più comuni in Italia. In genere, colpisce le persone di età superiore ai 35 anni anche se, nella maggior parte dei casi, viene diagnosticata a 50 anni circa. Le malattie dell’apparato respiratorio rappresentano la terza causa di morte in Italia. La BPCO è responsabile di circa il 50% delle morti conseguenti a malattie respiratorie. A livello mondiale si stima che sia destinata a divenire la terza causa di morte nel 2020. Molte persone che sviluppano i disturbi (sintomi) causati dalla BPCO non consultano il proprio medico perché, spesso, li considerano come tosse del fumatore.

La BPCO colpisce di più gli uomini ma è in aumento anche nelle donne. È importante che sia scoperta il prima possibile, in modo che la cura possa essere iniziata subito e si possa cercare di rallentare il deterioramento dei polmoni. Di solito, è accertata (diagnosticata) con la visita del medico curante e l’esecuzione delle cosiddette prove di funzionalità respiratoria (spirometria).

Anche se il danno già verificato nei polmoni non può essere riparato, è comunque possibile rallentare la progressione della malattia. Smettere di fumare è particolarmente efficace per evitare il peggioramento della BPCO.

Le cure con i farmaci, anche per aerosol o in spray, di solito diminuiscono i disturbi. La riabilitazione polmonare può contribuire a ridurre la dispnea, migliorare la capacità fisica e la qualità della vita. La chirurgia è solo un'opzione per un piccolo numero di persone con BPCO.

Sebbene la BPCO provochi in Italia circa la metà delle morti dovute a malattie respiratorie (terza causa più frequente di decesso), la sua forma grave, di solito, può essere prevenuta cambiando lo stile di vita e smettendo di fumare. La ricerca ha dimostrato che le probabilità di riuscire a smettere di fumare aumentano anche fino a quattro volte se si utilizza il supporto dei centri anti fumo del Servizio sanitario nazionale (elenco centri antifumo) o se si fa uso di farmaci, come il cerotto o la gomma da masticare. Per quanto possibile, bisogna evitare anche l'esposizione al fumo passivo.

Sintomi

I disturbi (sintomi) causati dalla malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), di solito, si sviluppano nel corso del tempo e incominciano a manifestarsi dopo i 35 anni di età per cui si può non essere consapevoli di soffrirne. Nella maggior parte delle persone, infatti, la malattia è accertata dopo i 50 anni di età.

È opportuno, quindi, consultare il medico curante se dovessero manifestarsi i seguenti disturbi:

  • mancanza di fiato durante l’esercizio fisico o quando ci si muove
  • tosse persistente con catarro che sembra non andare mai via
  • frequenti infezioni polmonari, in particolare in inverno
  • respirazione difficoltosa o fame d’aria (dispnea)

I fumatori di mezza età e gli ex-fumatori che hanno: tosse persistente (tosse bronchiale) soprattutto al mattino, mancanza di respiro dopo un piccolo sforzo, tosse duratura e raffreddori in inverno, dovrebbero consultare il medico curante e sottoporsi alle prove di funzionalità respiratoria (spirometria) (Video).

Se si soffre di BPCO, le vie respiratorie si infiammano e si restringono. Quando gli alveoli polmonari (piccoli sacchetti in cui avvengono gli scambi di ossigeno e anidride carbonica con il sangue, situati alla fine dei bronchi più piccoli) sono danneggiati in modo permanente, diventerà sempre più difficile mandare fuori l’aria dai polmoni (espirare). Siccome non esiste attualmente alcuna cura per la BPCO, quanto prima la malattia è accertata (diagnosticata) e ed è iniziata una cura adeguata, tanto meno i polmoni subiranno gravi danni. I disturbi (sintomi), spesso, sono più evidenti in inverno ed è possibile che si verifichino due o più episodi all'anno particolarmente gravi (riacutizzazioni) che richiedano cure in ospedale.

Altri segnali della possibile presenza di BPCO sono:

  • perdita di peso
  • stanchezza e senso di fatica
  • gonfiore alle caviglie

Dolore al petto e tosse con sangue (emottisi), invece, non sono sintomi comuni della BPCO. Di solito, sono causati da altre condizioni, come un'infezione polmonare o, meno frequentemente, il cancro del polmone.

Cause

Diversi fattori possono aumentare il rischio (Video) di sviluppare la malattia broncopolmonare cronica ostruttiva (BPCO), molti possono essere evitati, altri no.

Fattori di rischio evitabili

Fumo

Il fumo è la principale causa della BPCO e si ritiene sia responsabile di circa il 90% dei casi perché infiamma e danneggia permanentemente il rivestimento delle vie aeree. Il 25% dei fumatori sviluppa la BPCO.

Fumo passivo

L'esposizione al fumo di altre persone aumenta il rischio di BPCO.

Fumi e polveri

Il contatto con certi tipi di polveri e sostanze chimiche sul lavoro, tra cui cereali, isocianati, cadmio e carbone, è stato collegato allo sviluppo di BPCO anche in persone che non fumano. I fumatori hanno un rischio molto più elevato.

Inquinamento atmosferico

Secondo alcune ricerche, l'inquinamento atmosferico può essere un fattore di rischio aggiuntivo per la BPCO. Tuttavia, al momento non ci sono conclusioni certe.

Fattori di rischio non evitabili

Fratelli con BPCO

Una ricerca ha dimostrato che i fumatori con fratelli o sorelle malati di BPCO grave sono a maggior rischio di sviluppare la malattia rispetto ai fumatori senza familiari colpiti.

Predisposizione genetica

Esiste una rara tendenza genetica a sviluppare la BPCO chiamata deficit di alfa-1-antitripsina, una proteina che protegge i polmoni dai danni provocati da altri enzimi che si trovano naturalmente nell’organismo. Le persone con un deficit di alfa-1-antitripsina, di solito, sviluppano la BPCO in giovane età, spesso sotto i 35 anni. Inoltre, sono associati con il rischio di sviluppare BPCO geni che codificano per la metalloproteinasi di matrice 12 (MMP-12) e per la glutatione S-transferasi. 

Diagnosi

La BPCO, di solito, è accertata (diagnosticata) con la visita del medico curante e l’esecuzione delle cosiddette prove di funzionalità respiratoria (spirometria). Scoprirla nelle fasi iniziali consente di iniziare subito una cura adeguata che eviti, o rallenti, il peggioramento della malattia (Video).

Nel corso della visita, il medico raccoglierà informazioni sul tipo di disturbi comparsi, sull'abitudine, o meno, al fumo e ascolterà (auscultazione) i polmoni con uno strumento, lo stetoscopio. Poi eseguirà la spirometria per valutare il grado di funzionamento dei polmoni. Potrebbe anche verificare l'indice di massa corporea (IMC) mettendo in rapporto il peso corporeo, ricavato dalla bilancia, con l'altezza.

Spirometria

La spirometria consiste nel respirare dentro un dispositivo chiamato spirometro per rilevare due valori:

  • volume di aria che si respira in un secondo (chiamato volume espiratorio forzato per secondo o FEV1)
  • quantità totale di aria che si espira (chiamato la capacità vitale forzata o CVF)

Per ottenere una lettura più precisa è possibile che sia richiesto di ripetere la prova un paio di volte. I risultati del test sono confrontati con i valori ritenuti normali per l’età verificando, così, se le vie respiratorie siano, o meno, ostruite.

Altri esami

Oltre alla spirometria potrebbero essere necessari degli esami per escludere che i disturbi possano essere causati da altre malattie simili alla BPCO:

  • radiografia del torace, per evidenziare la presenza di eventuali malattie come, ad esempio, un’infezione toracica o il cancro ai polmoni
  • esame del sangue, per escludere un’anemia che potrebbe essere la causa dell’affanno

Alcune persone potrebbero avere bisogno di ulteriori indagini per confermare la diagnosi di BPCO e misurarne la gravità (Video). I risultati aiuteranno il malato ed il medico a individuare la cura più adatta.

  • elettrocardiogramma (ECG) ed ecocardiogramma, per controllare lo stato del cuore. L’ECG consiste nell'applicazione di elettrodi (placchette di metallo) alle braccia, alle gambe e al torace per rilevare i segnali elettrici del cuore. L’ecocardiogramma utilizza le onde sonore per produrre una fotografia dettagliata del cuore in modo simile ad un’ecografia
  • test del flusso, per confermare che sia presente la BPCO e non l'asma. Si effettua misurando in maniera regolare, in orari diversi del giorno e per diversi giorni, la velocità dell’emissione dell’aria dai polmoni (espirazione) tramite uno strumento chiamato misuratore del picco di flusso
  • livello di ossigeno nel sangue, misurato con il cosiddetto pulsossimetro, un apparecchio a forma di pinzetta in cui si inserisce un dito della mano. Se dalla rilevazione i livelli di ossigeno dovessero risultare bassi, potrebbe essere necessario somministrarne una quota aggiuntiva attraverso appositi dispositivi (ad esempio, le bombole)
  • livello di alfa-1-antitripsina, per verificare la presenza, o meno, della mancanza della proteina nelle persone che hanno familiari colpiti da questa condizione genetica o negli individui, non fumatori, che hanno sviluppato la BPCO prima dei 35 anni
  • tomografia computerizzata (TAC), per accertare eventuali, altre, malattie polmonari o per valutare i cambiamenti dei polmoni causati dalla BPCO
  • analisi dell’espettorato, per verificare la presenza di microrganismi responsabili di infezioni delle vie respiratorie

Altri test

Se i disturbi (sintomi) raccontati dal malato sono più gravi di quanto rilevino i risultati della spirometria, il medico potrebbe ritenere necessari altri esami (ad esempio esami del sangue, radiografia del torace, etc.) e prescrivere una visita specialistica.

Terapia

Non esiste una cura risolutiva per la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), ma è possibile rallentarne la progressione e ridurne i disturbi (sintomi). Alcuni farmaci possono aiutare ad alleviarli. In relazione alla gravità della malattia, potrebbe essere necessario provarne diversi per trovare quelli più adatti alle proprie esigenze. Le persone con BPCO, spesso, prendono una combinazione di medicinali e ne tengono a disposizione altri da usare nel caso si verifichi una riacutizzazione, in particolare, qualora i disturbi si manifestino in modo grave. Sarà il medico a proporre le migliori possibilità di combinazioni.

Nei fumatori, il modo migliore per evitare che la BPCO peggiori rapidamente è quello di smettere di fumare e di evitare così ulteriori danni ai polmoni. Non è mai troppo tardi per smettere di fumare. Anche le persone con BPCO abbastanza avanzata possono migliorare ed evitare ulteriori danni alle vie respiratorie. Se la BPCO è nelle sue fasi iniziali, e i disturbi sono lievi, possono essere evitate altre cure.

La ricerca ha dimostrato che le probabilità di riuscire a smettere di fumare aumentano, anche fino a quattro volte, se si utilizza il supporto dei centri anti fumo del Servizio sanitario nazionale e i farmaci per smettere di fumare come, ad esempio, il cerotto o la gomma da masticare.

Farmaci per via inalatoria

L’utilizzo dell’inalatore può essere spiegato al malato dal medico o dal farmacista. La maggior parte delle persone imparano ad usarlo con successo, ma, in caso di problemi, un distanziatore (dispositivo che aumenta la quantità di farmaco che raggiunge i polmoni) o un diverso tipo di inalatore possono aiutare ad assumere i farmaci correttamente. I farmaci somministrabili per via inalatoria includono:

Broncodilatatori a breve durata d’azione

Gli inalatori contenenti broncodilatatori a breve durata d'azione forniscono una piccola dose di farmaco direttamente ai polmoni e fanno rilassare i muscoli delle vie respiratorie consentendogli, così, di allargarsi. Ci sono due tipi di inalatori con broncodilatatori a breve durata d'azione:

  • a base di beta-2 agonisti, come il salbutamolo e la terbutalina
  • a base di antimuscarinici, come l'ipratropio

L'inalatore deve essere utilizzato quando si ha la sensazione di mancanza d’aria per alleviare i disturbi.

Broncodilatatori a lunga durata d’azione

La loro azione dura almeno 12 ore e, in genere, sono prescritti dal medico quando i broncodilatatori a breve durata non riescono a ridurre i disturbi. Ci sono due tipi di inalatori con broncodilatatori a lunga azione:

  • a base di beta-2 agonisti, come, ad esempio, il salmeterolo, il formoterolo e l’indacaterolo
  • a base di antimuscarinici, come il tiotropio, il glycopyronium e l’aclidinio

Corticosteroidi per via inalatoria

Gli inalatori a base di steroidi, chiamati anche inalatori di corticosteroidi, agiscono riducendo l'infiammazione delle vie respiratorie.
Se perdura la mancanza di fiato o si verificano delle riacutizzazioni durante la cura con i broncodilatatori a lunga durata d'azione per via inalatoria, il medico di famiglia potrebbe suggerire di integrare la terapia con un inalatore a base di steroidi. La maggior parte delle persone con BPCO utilizza, quindi, combinazioni di tipi diversi di inalatori.

Farmaci in compresse

Compresse di teofillina

La teofillina rilassa i muscoli delle vie aeree che, quindi, si allargano. Può essere prescritta dal medico curante qualora la sola cura con i farmaci per via inalatoria sia insufficiente a ridurre i disturbi. Quando si assumono compresse di teofillina regolarmente, è necessario misurare la quantità di teofillina nel sangue per individuare la dose adeguata ed evitare la probabilità di comparsa di effetti indesiderati (effetti collaterali) che possono includere:

  • aumento della velocità del battito del cuore (frequenza cardiaca)
  • mal di testa

Compresse di mucolitici

I mucolitici come, ad esempio, la carbocisteina, rendono il muco ed il catarro più fluidi e, quindi, più facili da espellere. Essi sono particolarmente utili per le persone con una tosse persistente e con parecchio catarro denso o che vanno incontro a frequenti riacutizzazioni.

Antibiotici e steroidi

Se si verificano infezioni polmonari, il medico potrebbe prescrivere una cura a base di antibiotici, ma se la riacutizzazione dei disturbi è grave potrebbero essere necessarie anche compresse di steroidi. La durata della cura e le dosi da prendere varieranno in base all'intensità dei sintomi e, comunque, saranno le minime necessarie a garantire l’efficacia della cura. Gli eventuali effetti indesiderati degli steroidi (effetti collaterali) si verificano raramente quando le compresse sono prese per meno di tre settimane. Poiché la cura con gli steroidi funziona meglio se viene cominciata appena iniziano i disturbi, il medico potrebbe prescrivervene una dose da tenere pronta.

Farmaci per nebulizzazione

I farmaci nebulizzati possono essere utilizzati nel caso in cui gli altri sistemi inalatori non si siano dimostrati efficaci. La nebulizzazione del farmaco avviene attraverso strumenti detti nebulizzatori che possono essere ad aria compressa o ad ultrasuoni.

Quelli ad aria compressa hanno il vantaggio di somministrare più farmaci contemporaneamente e lo svantaggio di tempi più lunghi di erogazione. I nebulizzatori ad ultrasuoni hanno una maggiore rapidità di nebulizzazione rispetto a quelli ad aria compressa, ma non possono essere utilizzati per la somministrazione di farmaci in sospensione (steroidi), di preparati viscosi, di principi attivi con un diametro di particelle >6μm; inoltre presentano il rischio di alterare alcune sostanze.

Un nebulizzatore è una macchina che somministra farmaci nebulizzati attraverso un boccaglio o una maschera. Il medicinale, in origine, è in forma liquida e viene convertito in una fine nebbiolina (aerosol). Di solito è possibile scegliere se respirare il farmaco nebulizzato con un boccaglio o con una maschera facciale.

Altre cure

Ossigenoterapia

Se il livello di ossigeno nel sangue è basso, può essere consigliata la somministrazione di ossigeno a casa attraverso dei piccoli tubi inseriti nel naso o tramite una maschera facciale. L'ossigeno non è una cura per attenuare la sensazione di mancanza d’aria, ma è utile per alcuni malati che ne hanno sempre livelli bassi nel sangue. Lo specialista potrà valutare i benefici derivanti dalla terapia di ossigeno a lungo termine. Di solito, è tanto più efficace quanto più a lungo la si utilizza. I tubi che portano l’ossigeno dalla macchina-contenitore al naso o alla bocca sono abbastanza lunghi da permettere il movimento in casa. Se è necessario utilizzare l'ossigeno fuori di casa sono disponibili apposite bombole portatili. Lo scopo dell’ossigenoterapia a lungo termine è quello di prolungare la vita. Durante la sua utilizzazione non bisogna assolutamente fumare perché, essendo la bombola di ossigeno altamente infiammabile, una sigaretta accesa potrebbe scatenare un incendio o un’esplosione.

Ossigenoterapia in movimento

La valutazione della necessità dell’ossigenoterapia prende anche in esame l’opportunità di somministrarla mentre si cammina o si praticano altre attività. Se i livelli di ossigeno sono normali mentre si sta riposando, ma diminuiscono quando si è in movimento, potrebbe non essere necessaria l’ossigenoterapia a lungo termine associata all'ossigeno terapia in movimento.

La ventilazione non invasiva (NIV)

La ventilazione non invasiva (NIV) aiuta a respirare utilizzando una macchina portatile collegata ad una maschera che copre il naso o la faccia e serve per migliorare la funzionalità dei polmoni. Può essere messa a disposizione per utilizzarla a casa, se necessario, dopo un ricovero per una riacutizzazione o dopo una valutazione in un centro specializzato.

Inibitori della fosfodiesterasi-4 (PDE4)

Sono utilizzati in pazienti BPCO gravi con storia di riacutizzazione. Essi migliorano la funzione respiratoria e riducono le riacutizzazioni moderate e gravi.

Programmi di riabilitazione

La riabilitazione polmonare è un programma di esercizi e di formazione progettato per aiutare le persone con problemi polmonari cronici. Può aumentare la capacità di svolgere un esercizio fisico, la mobilità e la fiducia in se stessi. Di solito, comprende la camminata, la bicicletta ed esercizi che aumentano la forza delle braccia. Inoltre, include l’educazione sanitaria sulla BPCO, la valutazione e la consulenza sull'alimentazione e promuove cambiamenti psicologici, sociali e di comportamento per aiutare ad affrontare meglio la malattia. Il programma di riabilitazione è individuato e seguito da una squadra di specialisti che comprende fisioterapisti, infermieri specializzati in malattie respiratorie e dietisti.

La riabilitazione polmonare avviene in sedute di gruppo e un corso può durare circa sei settimane. Durante questo periodo si impara a conoscere e controllare i disturbi causati dalla BPCO migliorando, così, anche la qualità della vita.

Vivere con

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) può influenzare molti aspetti della vita. Tuttavia, alcuni semplici suggerimenti e tecniche possono contribuire a ridurre il suo impatto:

Cura di sé

Avere cura di sé significa divenire responsabili della propria salute e del proprio benessere con il sostegno delle persone coinvolte nel percorso di cura. Coloro che convivono con malattie che persistono nel tempo (croniche) possono ricavarne grandi benefici: vivere più a lungo, avere meno dolore, ansia, depressione e fatica, raggiungere una migliore qualità della vita ed essere più attivi ed indipendenti.

Prendere i farmaci

È importante prendere (assumere) i farmaci seguendo le indicazioni del medico, anche quando si inizia a sentirsi meglio. La terapia continuativa, infatti, può aiutare a prevenire le riacutizzazioni. Se si hanno dubbi sui farmaci, sui loro possibili effetti indesiderati (effetti collaterali) o sulle interazioni con altri medicinali, o con gli integratori, è consigliabile leggere il foglietto illustrativo che accompagna i medicinali e parlarne con il medico curante. È preferibile consultarlo anche prima di prendere medicinali senza bisogno di prescrizione medica come, ad esempio, gli antidolorifici o gli integratori perché potrebbero interferire con i medicinali per la BPCO.

Valutazione continua

Poiché la BPCO è una malattia persistente nel tempo (cronica) è necessario avere un contatto continuo e un buon rapporto con la squadra di specialisti (team multidisciplinare) che segue la cura e l’andamento della malattia. Ciò consentirà di discutere con facilità dei disturbi presenti e delle preoccupazioni. Quanto più la squadra conosce il malato, tanto più sarà in grado di aiutarlo. Incontri regolari con un operatore sanitario aiutano anche scoprire in fase iniziale eventuali complicazioni della BPCO che possono includere:

  • cuore polmonare, condizione in cui si verifica un aumento della pressione nelle arterie dei polmoni (arterie polmonari) e l’aumento della quantità di liquidi nell'organismo (ritenzione idrica)

Tenersi in forma

Chiunque soffra di una malattia cronica, come la BPCO, è incoraggiato a vaccinarsi ogni autunno contro l'influenza. Si consiglia, inoltre, la vaccinazione anti-pneumococcica: una dose unica che protegge contro il batterio streptococcus pneumoniae, il principale responsabile delle polmoniti negli adulti.

Controllare le previsioni del tempo (metereologiche)

I cambiamenti del tempo possono influenzare i disturbi (sintomi) della BPCO. Ondate di freddo della durata di almeno una settimana e periodi di caldo e alta umidità possono infatti causare problemi di respirazione.

Fare attenzione alla qualità dell’aria nell'ambiente interno e esterno

Per ridurre i disturbi causati dalla BPCO, e le probabilità di una riacutizzazione, ci sono alcune situazioni e comportamenti che, se possibile, dovrebbero essere evitati.
Includono:

  • luoghi polverosi
  • fumi, come i gas di scarico delle automobili
  • fumo
  • spray deodoranti o di tipo plug-in
  • prodotti per la pulizia con un profumo intenso, se non in presenza di una abbondante ventilazione
  • lacca per capelli
  • profumi

Esercizio fisico

Le persone con BPCO che svolgono un regolare esercizio fisico e si mantengono attive ottengono un miglioramento della respirazione, una riduzione dei disturbi causati dalla malattia e hanno una migliore qualità della vita. Un programma strutturato di riabilitazione polmonare, fornito da operatori sanitari esperti, rende le cure più efficaci anche nelle persone che soffrono di forme gravi di BPCO. Ogni persona dovrebbe esercitarsi quanto più può e, per quanto limitato possa essere l’esercizio, dovrebbe eseguirlo due volte al giorno.

Mantenimento del peso

Essere in sovrappeso peggiora la dispnea, pertanto, è consigliabile mantenere nella norma il peso corporeo e non ingrassare. Mangiare cibi ad alto contenuto di proteine ​​e con sufficienti calorie è importante per mantenere un peso ideale. La ricerca ha dimostrato che le persone con BPCO che sono sottopeso hanno meno disturbi.

Tecniche di respirazione

Esistono varie tecniche di respirazione da utilizzare per diminuire la mancanza di respiro quando si verifica. Includono il controllo della respirazione per fare il minimo sforzo aiutandosi con il sostegno delle spalle.

Altre tecniche per le persone che sono più attive includono:

  • respirazione rilassata, lenta e profonda
  • respirazione attraverso le labbra serrate, come se si fischiasse
  • espirare con forza quando si fa un'attività che ha bisogno di un grande sforzo
  • respirazione ritmica, utilizzando un ritmo a tempo con l'attività che si sta svolgendo, come ad esempio salire le scale

Relazioni sociali

Avere una malattia cronica come la BPCO può mettere a dura prova qualsiasi rapporto. Difficoltà di respirazione e tosse possono causare stanchezza e depressione nella persona malata e rendere ansiosi e frustrati il coniuge, il partner o la persona badante. Per questo è importante confrontarsi e parlare delle reciproche preoccupazioni. Essere aperti su come ci si sente e su ciò che la famiglia e gli amici possono fare per essere di aiuto, può metterli a loro agio. Non bisogna avere timore di esprimere la necessità di dedicare del tempo a se stessi, se lo si desidera.

Vita sessuale

La mancanza di respiro può verificarsi anche durante l'attività sessuale. In questo caso è importante parlarne con il partner per trovare delle modalità di rapporto gratificanti per entrambi e con il medico o il fisioterapista per conoscere i modi per aiutare a gestire la difficoltà di respirazione durante il sesso.

Prendere l’aereo

Prima di programmare un viaggio in aereo, se si soffre di BPCO, è opportuno confrontarsi con il medico curante per sapere se si può volare. La valutazione consiste nell'esecuzione della spirometria e nella misurazione dei livelli di ossigeno. Se il parere del medico è positivo, prima di partire è necessario ricordare di prendere tutti i farmaci, compresi gli inalatori, che compongono la cura abituale. Le persone in ossigenoterapia devono avvertire la propria agenzia viaggi e/o la compagnia aerea prima di prenotare la vacanza poiché potrebbe essere necessario un certificato rilasciato dal medico di famiglia. Coloro che utilizzano l'ossigenoterapia a lungo termine devono assicurarsi di portare con sé un’adeguata dose di ossigeno.

Sostegno finanziario

Le persone con BPCO spesso devono rinunciare al lavoro perché la loro limitazione respiratoria impedisce alcune attività. La malattia può essere riconosciuta come causa invalidante per il lavoro.

Considerazioni sulla mortalità

La BPCO è una malattia grave, responsabile del 50% della mortalità causata dalle malattie respiratorie che, in Italia, costituiscono la terza causa di decessi. Come accade con altre malattie che non possono essere guarite, in fine di vita è importante ricevere, programmandolo in anticipo, un buon trattamento: le cure palliative. Molte persone trovano conforto nel parlare di questi aspetti con il medico e la famiglia. Può essere utile discutere dei disturbi che si verificano quando la malattia peggiora e delle cure disponibili per attenuarli. Quando la BPCO progredisce, il medico deve individuare con il malato, in base ai suoi desideri e a quelli della sua famiglia, un chiaro piano di gestione della malattia. Alcune persone, quando la malattia diviene più grave, preferiscono essere ricoverate in una struttura apposita per le cure palliative; altre, essere curate a casa. È consigliabile chiarire i propri desideri in anticipo anche per quanto riguarda gli aspetti legali in caso di perdita di propria capacità di intendere e volere.

Prossimo aggiornamento: 05 febbraio 2022

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