Introduzione

Vaccino antinfluenzale

Il vaccino antinfluenzale è disponibile ogni anno per proteggere adulti e bambini dal rischio di essere colpiti dall'influenza e dalle sue complicazioni (Video).

Nelle persone in buona salute l'influenza guarisce spontaneamente in una settimana circa; può, però, essere più grave in alcune categorie di persone a rischio:

  • età pari o superiore a 65 anni
  • donne che all'inizio della stagione epidemica siano in gravidanza
  • bambini e adulti in particolari condizioni di salute (malattie croniche cardiache o respiratorie)
  • bambini e adulti con malattie che comportino una diminuita produzione di anticorpi

Chiunque appartenga a tali categorie potrebbe sviluppare complicazioni anche gravi come, ad esempio, la bronchite e la polmonite ed è quindi importante che si sottoponga alla vaccinazione antinfluenzale.

Vi sono, inoltre, alcune malattie persistenti nel tempo (croniche) che possono aumentare il rischio di andare incontro a complicazioni qualora si fosse colpiti dall'influenza:

Efficacia del vaccino antinfluenzale

Il vaccino antinfluenzale è la migliore protezione ad oggi disponibile contro i virus influenzali (leggi la Bufala).

L'influenza, di solito, è una malattia che guarisce spontaneamente senza lasciare strascichi. Tuttavia, in alcune fasce di popolazione (categorie a rischio) come, ad esempio, le persone anziane, le donne in gravidanza e gli individui con determinate malattie, possono verificarsi complicazioni gravi, a volte mortali.

Ogni anno i virus da inserire nel vaccino sono scelti tra quelli individuati nella stagione precedente.

Studi scientifici hanno dimostrato che il vaccino aiuta a prevenire l'infezione, anche se conferisce una protezione solo parziale qualora circolino anche ceppi di virus influenzale diversi da quelli inseriti nel vaccino.

Il livello di protezione può variare tra la popolazione, perciò la quota di persone protette dall'influenza a seguito della vaccinazione non sarà pari al 100%.

Tuttavia, nelle persone vaccinate, laddove dovesse manifestarsi, la malattia si svilupperà in modo meno grave e durerà di meno.

La protezione del vaccino diminuisce gradualmente nel tempo ma, soprattutto, i virus influenzali hanno la caratteristica di modificarsi rapidamente.

Ogni anno sono identificati i ceppi virali che più probabilmente circoleranno tra la popolazione causando l'influenza.

Per questo motivo, in base alle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno è prodotto un nuovo vaccino antinfluenzale verso i nuovi ceppi di virus circolanti.
Si raccomanda, quindi, alle categorie di persone a rischio, di ripetere la vaccinazione ogni anno.

Come è fatto e come funziona il vaccino antinfluenzale

Attualmente in Italia sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti (TIV) che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B e un vaccino quadrivalente che contiene 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B (leggi la Bufala).

Ci sono tre tipi di virus influenzale:

  • tipo A, il più virulento. Ha la maggior capacità di trasformarsi e, quindi, di non essere riconosciuto dagli anticorpi prodotti dall'organismo degli individui infettati o vaccinati negli anni precedenti. Il ceppo H1N1, responsabile della pandemia del 2009, è un virus di tipo A e anche le pandemie del passato sono state causate da virus di tipo A
  • tipo B, causa generalmente una malattia meno grave ed è responsabile di piccole epidemie. Infetta maggiormente i bambini
  • tipo C, causa normalmente una malattia lieve, simile al comune raffreddore

Per la maggior parte dei vaccini antinfluenzali i virus sono coltivati nelle uova, poi prima di essere utilizzati per il vaccino, sono inattivati (uccisi) e purificati. Per questo motivo il vaccino non può causare l'influenza.

Alle persone al di sopra dei 65 anni di età e a quelle con le difese immunitarie indebolite, è consigliato un tipo di vaccino cosiddetto adiuvato, vale a dire contenente una sostanza oleosa che potenzia la risposta immunitaria.

Il vaccino è somministrato tramite una iniezione sotto la pelle (intradermica), nella regione della spalla (parte alta del braccio).

Stimola l'organismo a produrre anticorpi verso il virus influenzale senza però determinare lo sviluppo della malattia.

Gli anticorpi sono proteine che riconoscono e combattono i germi, tra cui i virus.
L'immunità si ottiene dopo 10-14 giorni dalla vaccinazione e resta attiva per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a diminuire.

Per questo motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all'inizio di ogni nuova stagione influenzale.

Se si entra in contatto con il virus influenzale dopo aver fatto la vaccinazione, il sistema di difesa dell'organismo lo riconoscerà immediatamente e inizierà a produrre gli anticorpi.

Quando vaccinarsi

Il periodo indicato per la vaccinazione antinfluenzale, nella situazione climatica italiana, è quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.

Considerando che la protezione si sviluppa dopo due settimane dall'iniezione, si mantiene per circa sei mesi e che la massima circolazione dei virus influenzali è prevista nei mesi di gennaio e febbraio, il momento migliore per vaccinarsi va dai primi di novembre a dicembre inoltrato.

Effetti collaterali del vaccino antinfluenzale

Normalmente, il vaccino antinfluenzale non causa effetti indesiderati (effetti collaterali) e, comunque, quelli gravi sono molto rari. È possibile che compaiano disturbi (sintomi) come malessere generale, lieve alterazione della temperatura e leggeri dolori muscolari con inizio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. Il braccio può essere dolente e si possono verificare arrossamento (eritema) e gonfiore nel punto in cui è stata effettuata l'iniezione.

Il vaccino antinfluenzale non può causare la malattia in quanto non contiene virus attivi.

Se, dopo la vaccinazione, dovessero manifestarsi sintomi influenzali è probabile che si sia stati colpiti da un raffreddore, da una para influenza (infezione determinata da un virus diverso da quello influenzale che, però, causa disturbi simili) oppure che si sia stati contagiati dall'influenza prima che il vaccino abbia avuto effetto.

Reazioni allergiche gravi al vaccino antinfluenzale sono molto rare.

Chi non deve vaccinarsi

Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:

  • lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l'innocuità del vaccino in tali fasce d’età)
  • persone che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino. Le persone allergiche alle uova hanno un rischio maggiore di reazioni perché i virus influenzali contenuti nei vaccini sono coltivati nell'uovo e, quindi, nel vaccino possono essere presenti piccole quantità di proteine delle uova. Attualmente sono disponibili vaccini antinfluenzali a basso contenuto, o privi, di proteine delle uova
  • persone che hanno una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, in corso. In questo caso la vaccinazione va rimandata a guarigione avvenuta
  • anamnesi positiva per sindrome di Guillain Barrè

Durante una cura antibiotica, invece, è possibile vaccinarsi.

Dove trovare il vaccino

Tutte le persone che decidano di vaccinarsi contro l'influenza stagionale possono acquistare il vaccino presso le farmacie.

Il vaccino è offerto gratuitamente rivolgendosi al proprio medico di base:

  • alle persone individuate e classificate a rischio di complicazioni severe e, a volte, mortali (anziani, malati cronici, ecc.)
  • alle persone non classificate a rischio che svolgano attività di particolare importanza sociale (medici, operatori sanitari, polizia, eccetera)
  • alle donne in gravidanza in qualsiasi trimestre della gravidanza

Prossimo aggiornamento: 28 Febbraio 2022

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