Introduzione

Tatuaggi

L'attività di tatuarsi è una pratica che consiste nell'esecuzione di un segno, o di un disegno, permanente sulla pelle (il tatuaggio) mediante l'iniezione di inchiostri, costituiti da coloranti o pigmenti e altri ingredienti, nel derma, lo strato più profondo della pelle.

La pratica del tatuaggio è molto comune anche in Italia ed è considerata invasiva, essendo una procedura che comporta la penetrazione dell'inchiostro attraverso un ago all'interno di un tessuto. I dati relativi alla sua diffusione nella popolazione italiana sono disponibili sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità (https://www.epicentro.iss.it/tatuaggi/).

Quando si decide di sottoporsi a un tatuaggio è di fondamentale importanza rivolgersi ad un tatuatore qualificato, in possesso dell’attestato di frequenza di uno specifico corso di formazione regionale e che operi nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle "Linee guida del Ministero della Sanità per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza" (Circolari del Ministero della Sanità n. 2.9/156 del 5.02.1998 e n. 2.8/633 del 16.07.1998). È necessario, inoltre, che la procedura sia eseguita in un centro autorizzato all'esercizio delle attività di tatuaggio dall'autorità competente sul territorio. La regolamentazione sulle condizioni di sicurezza in Italia varia da Regione a Regione e in Europa varia da Stato a Stato.

Gli inchiostri per tatuaggi disponibili sul mercato devono essere sterili e atossici e sono soggetti a controlli di conformità rispetto alla Risoluzione Europea del 20 febbraio 2008, adottata anche dal Ministero della Salute italiano, che detta requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente (ResAP(2008)1: la Risoluzione del Consiglio d'Europa sui requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente).

Il tatuatore deve accertarsi che il cliente sia maggiorenne; in caso di minori è obbligatorio il consenso e la presenza di un genitore o tutore.

Si possono distinguere le seguenti tipologie di tatuaggio:

  • tatuaggio artistico, con sola funzione decorativa
  • tatuaggio con finalità medica, utilizzato per coprire condizioni patologiche della cute e restituire l'aspetto di una pelle sana oppure come complemento agli interventi di chirurgia ricostruttiva: ad esempio, nelle ricostruzioni mammarie per definire l'areola del capezzolo: la penetrazione degli aghi è meno profonda rispetto al tatuaggio artistico e i pigmenti sono specificamente selezionati 
  • trucco permanente o PMU (Permanent Make Up), ossia una particolare applicazione del tatuaggio utilizzata per simulare il trucco: ad esempio, il tatuaggio della palpebra (blefaropigmentazione), dell'arcata sopraccigliare e del contorno delle labbra. Anche in questo caso la penetrazione degli aghi è meno profonda rispetto al tatuaggio artistico e i pigmenti sono specifici 
  • tatuaggio post traumatico, riconducibile alle conseguenze di un trauma o di un incidente: delle sostanze pigmentate rimangono intrappolate sotto la pelle e danno luogo a piccole macchie o linee di colore blu o nero

Esistono anche i cosiddetti "tatuaggi temporanei". Sono realizzati applicando il pigmento (ad esempio l’henné, un colorante di origine naturale) sulla superficie della pelle senza l’uso di aghi. In pratica costituiscono un vero e proprio dipinto. Il disegno ha una durata breve e tende a scomparire con il passare del tempo non solo per la scoloritura dovuta alla luce e ai lavaggi ma anche al ricambio delle cellule dell’epidermide. 

Effetti sulla salute

Il tatuaggio è una procedura che non prevede anestesia, può causare un lieve sanguinamento e provocare dolore più o meno forte a seconda della parte del corpo coinvolta e della grandezza del tatuaggio. 

Le macchine per tatuaggio ad alimentazione elettrica perforano la pelle (causando una piccola lesione) ad  una velocità che può variare da 50 a 3.000 volte al minuto per introdurre piccole gocce di inchiostro nel derma. 

A causa di queste lesioni il pericolo di infezioni batteriche è elevato (con relativa comparsa delle malattie correlate) soprattutto se la strumentazione utilizzata non è stata pulita e sterilizzata. Le probabilità di contagio diminuiscono con l'impiego di strumenti usa-e-getta, o monouso. Tale considerazione è valida anche per i contenitori di inchiostro poiché l’uso ripetuto dello stesso flacone può causare contaminazione batterica e fungina.

Altre sorgenti d'infezione possono essere i microrganismi provenienti dalla cute della persona che riceve il tatuaggio o dal tatuatore.

I disturbi (sintomi) correlati all'infezione includono:

  • gonfiore e rossore della pelle nell'area tatuata
  • sviluppo di calore e, in alcuni casi, anche dolore

In genere, si risolvono senza lasciare alterazioni della cute; in alcuni casi possono manifestarsi altri sintomi quali, ad esempio, mal di testa e febbre.

Gli effetti dipendono ovviamente dai batteri e microrganismi che hanno causato l’infezione, alcuni possono causare malattie cardiache e renali.

In caso di strumenti non sterilizzati dopo ogni uso e contaminati con sangue infetto, si rischia anche di ammalarsi di tetano, di epatite B e C o di contrarre il virus responsabile dell’AIDS (HIV).

La sicurezza relativa alle sostanze chimiche potenzialmente contenute negli inchiostri è regolamentata dalla Risoluzione ResAP del 2008 che fornisce una lista di sostanze il cui uso è vietato nella formulazione dei tatuaggi e del trucco permanente; non è mai ammesso l’uso di sostanze con proprietà cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (i cosiddetti CMR). Alcuni inchiostri però, in particolare quelli acquistati attraverso rivenditori non ufficiali, possono contenere come componenti dei coloranti sostanze chimiche non ammesse, tossiche o cancerogene (ad esempio, ammine aromatiche). Esse possono causare effetti sulla salute che si manifestano a lungo termine. Inoltre, possono essere presenti alcuni metalli, sotto forma di impurezze (piombo, cromo, mercurio), in quantità superiori rispetto a quanto indicato nella Risoluzione. Tra questi, il nichel dovrebbe essere contenuto ai livelli più bassi possibili poiché determina frequentemente allergie nella popolazione. 

I tatuaggi possono causare anche:

  • sensibilizzazione e reazioni allergiche, le sostanze utilizzate dai tatuatori (pigmenti o metalli), possono provocare una sensibilizzazione allergica dell'organismo con effetti a breve o a lungo termine. Le reazioni allergiche possono manifestarsi con eruzioni cutanee e prurito, anche ad anni di distanza, dovute ad alcuni coloranti (specialmente rosso, verde, giallo)
  • reazioni infiammatorie, rigonfiamenti o ispessimenti della pelle (cheloidi) o del tessuto sottostante
  • lesioni di nervi, con conseguente alterazione della sensibilità o della motricità locale

Nell'eventualità che si verifichi uno dei casi sopra descritti, è necessario rivolgersi ad un dermatologo o al proprio medico di famiglia; il tatuatore non ha le competenze sanitarie necessarie per consigliare cure.

Inoltre, anche se raramente, i tatuaggi o il trucco permanente possono causare gonfiori o bruciature durante indagini eseguite con la risonanza magnetica e, in alcuni casi, i pigmenti a base metallica possono invalidare le immagini di esami come i raggi X e la risonanza magnetica.

Tatuaggi in sicurezza: istruzioni per l'uso

La preparazione tecnica del tatuatore e le condizioni igienico-sanitarie in cui viene effettuato il tatuaggio costituiscono requisiti fondamentali da valutare prima di decidere di sottoporvisi.

Prima dell’esecuzione del tatuaggio, il tatuatore deve informare il cliente sul tipo di operazioni che effettuerà, sui rischi legati alla loro esecuzione nonché sulle precauzioni da osservare dopo il trattamento, consegnando un modulo contenente tutte le informazioni. Contestualmente deve consegnare, e poi acquisire, il modulo del consenso informato che il cliente dovrà sottoscrivere, dopo aver ben compreso le informazioni ricevute, per manifestare la propria volontà a sottoporsi al trattamento.

È opportuno seguire alcune indicazioni:

  • rivolgersi al medico prima di sottoporsi ad un tatuaggio, per sapere se nel proprio caso sia controindicato o sconsigliato
  • rivolgersi sempre ad un tatuatore in possesso dell’idoneità igienico-sanitaria e abilitato a operare in un locale autorizzato
  • acquisire tutte le informazioni sui rischi e su materiali e prodotti utilizzati per poter firmare, con piena consapevolezza, il consenso informato
  • assicurarsi che vi sia un adeguato livello di igiene del personale e dell’ambiente di lavoro e che si faccia uso di guanti, maschera e camice monouso
  • verificare che il tatuatore proceda ad un’accurata pulizia delle mani prima e dopo l’esecuzione del tatuaggio
  • assicurarsi che gli aghi siano nuovi, sterili e monouso e la macchinetta per tatuare sia ricoperta da un’apposita guaina di protezione. Eventuali strumenti non monouso devono essere sterilizzati
  • richiedere informazioni sulla composizione degli inchiostri che devono essere sterili, atossici e utilizzati in contenitori/capsule porta-pigmenti monouso
  • ricordare che la parte di pigmento non utilizzata deve essere gettata insieme al contenitore e non può essere utilizzata per altre persone
  • evitare di scegliere parti anatomiche in cui siano presenti nei o in cui la cicatrizzazione sia particolarmente difficoltosa
  • assicurarsi che la zona della pelle destinata al tatuaggio sia integra, sana ed adeguatamente disinfettata
  • verificare che creme e saponi siano usati con applicatore monouso o tramite dispenser
  • controllare costantemente il tatuaggio durante il processo di guarigione e di cicatrizzazione seguendo le indicazioni previste per il periodo successivo alla sua esecuzione (after-care)
  • non esporre il tatuaggio al sole diretto o a lampade solari senza mettere la protezione totale nel periodo successivo all’esecuzione del tatuaggio, e fino alla sua completa guarigione
  • non fare bagni in mare o in piscina e evitare sauna e bagno turco prima della completa guarigione
  • contattare subito il medico curante o il dermatologo nel caso in cui insorgano problemi successivamente all’esecuzione del tatuaggio

Casi in cui il tatuaggio è sconsigliato o controindicato

In alcune situazioni sottoporsi ad un tatuaggio può essere controindicato o sconsigliato. Esse includono:

  • donne in stato di gravidanza
  • persone che soffrono di allergie/fotosensibilità, di epilessia, di malattie infettive, autoimmuni o dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio
  • individui che soffrono di malattie della pelle, di processi infiammatori in atto o che abbiano nei o altre aree pigmentate nell'area da tatuare
  • persone che soffrono di malattie, o prendono farmaci, che alterano la normale riepitelizzazione della pelle
  • individui che soffrono di disturbi della coagulazione/cicatrizzazione o che hanno la tendenza a emorragie (ad esempio, malati di diabete, emofilia, anemia mediterranea, ecc.) o che sono in cura con farmaci chemioterapici
  • aree che sono state sottoposte ad interventi di chirurgia plastica o radioterapia nel corso dell'ultimo anno
  • cicatrici formatesi da meno di un anno
  • zone tatuate da meno di sei settimane
  • aree in cui è stato rimosso un tatuaggio tramite laser

Evitare il tatuaggio fai da te

Il tatuaggio eseguito su sé stessi o effettuato da persone non professioniste (parenti, amici ecc.) e in ambienti non idonei va assolutamente evitato. In assenza delle procedure, dei prodotti e delle attrezzature adeguate, infatti, il rischio di contrarre infezioni o riportare altre complicazioni è elevatissimo.

Rimozione del tatuaggio

Il tatuaggio è un segno indelebile che rimane per tutta la vita sulla pelle. Pertanto, è fondamentale che la decisione di tatuarsi sia una scelta consapevole.

In caso di pentimento la rimozione del tatuaggio, che prevede l’eliminazione del pigmento introdotto nel derma, è un trattamento che solamente un medico può eseguire e non è privo di rischi. Esistono vari metodi per eliminare i tatuaggi, ma quello maggiormente impiegato oggi è il laser. È bene sapere che anche se effettuata con le più recenti tecnologie laser, la rimozione può essere lunga e costosa e i risultati non sono sempre quelli desiderati.

I tatuaggi monocromatici e i pigmenti naturali possono essere rimossi più agevolmente di quelli policromatici e dei pigmenti artificiali ma il successo dell’operazione dipende anche da dimensioni, profondità e sede del tatuaggio: infatti alcune sedi del corpo sono più difficili da trattare (ad esempio viso, dorso di mani e piedi, aree genitali) e potrebbero rimanere delle cicatrici permanenti.

Altri metodi, utilizzati principalmente in passato, sono: 

  • dermoabrasione, che rimuove gli strati superficiali della cute fino ad arrivare al pigmento contenuto nel derma con piccole frese rotanti
  • asportazione chirurgica, impiegata soprattutto in caso di reazione allergica perché con questa procedura non rimane alcun residuo di pigmento. Si rimuovono principalmente tatuaggi di piccole dimensioni
  • uso di sostanze chimiche (peeling chimico profondo), le sostanze utilizzate sono in grado di causare infiammazione e morte (necrosi) delle cellule dei vari strati di pelle fino al derma, dove sono localizzati i pigmenti. Possono rimanere cicatrici e comunque a causa della tossicità dei prodotti utilizzati la probabilità di effetti indesiderati è alta. Perciò oramai è raramente utilizzata

Anche la rimozione del tatuaggio con il laser può causare complicazioni. Ne sono un esempio, alterazioni della pigmentazione, formazione di croste e vescicole. Possono verificarsi anche danni come l’eritema transitorio e il sanguinamento, a carico dei piccoli vasi sanguigni e dei capillari, indotti dai picchi energetici del laser.

Analogamente all'esecuzione del tatuaggio anche la sua rimozione può dare luogo a reazioni di ipersensibilità. In questo caso non è solo il pigmento originale che può innescare una reazione, ma anche i suoi prodotti di degradazione. Le reazioni allergiche locali, a seguito di rimozione con il laser, sono state osservate prevalentemente con il pigmento rosso (presenza di mercurio), verde (presenza di cromo) e blu (presenza di cobalto).

Link di approfondimento

Tatuaggi, i primi dati italiani elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità

Draisci R, D’Ilio S, Fidente RM, Deodati S, Ferrari M, Guderzo S (Ed.). I tatuaggi: sicurezza d’uso e criteri di controllo. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2019 (Rapporti ISTISAN 19/2)

Renzoni A, Pirrera A, Novello F et al. The tattooed population in Italy: a national survey on demography, characteristics and perception of health risks. Annali dell'Istituto Superiore di Sanità. 2018; 54(2): 126-136

Prossimo aggiornamento: 03 Dicembre 2022

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