Introduzione

Trapianto di fegato

Il trapianto di fegato è un intervento chirurgico che consiste nel prelievo di un fegato malato, o danneggiato, e nella sua sostituzione con uno sano. In genere, è raccomandato quando il fegato non riesce più a svolgere le sue normali attività (insufficienza epatica o stadio terminale della compromissione del suo funzionamento).

Le cause della malattia epatica possono essere varie: infezioni virali e/o abuso di alcol, malattie presenti alla nascita (congenite). Il danno che ne deriva è graduale e determina il cambiamento della struttura del fegato con la formazione di noduli e la sostituzione delle parti (tessuto epatico) danneggiate con cicatrici (fibrosi) formate da un altro tipo di cellule che danno origine al tessuto cosiddetto “connettivo”. Tale tessuto, però, non svolge le stesse funzioni delle cellule del fegato e, di conseguenza, l’organo non funziona più bene né dal punto di vista metabolico, né dal punto di vista sintetico determinando lo sviluppo di una malattia che prende il nome di cirrosi epatica.

Alcune delle principali cause delle malattie del fegato sono:

La cirrosi epatica è la base (substrato) naturale per l'insorgenza del tumore del fegato (epatocarcinoma-HCC).

L'insufficienza epatica può anche presentarsi, molto rapidamente, come conseguenza dell’infiammazione e della morte (necrosi) di una grande quantità di cellule che compongono il fegato, gli epatociti.

Il trapianto di fegato può essere raccomandato per la cura della cirrosi epatica e, in casi selezionati, del tumore del fegato (epatocarcinoma) e dell’insufficienza epatica acuta sopraggiunta su un fegato sano.

Requisiti (parametri) necessari per essere sottoposti ad un trapianto di fegato.

È previsto un rigoroso e approfondito processo di valutazione dello stato di salute (condizioni cliniche) e psicologico di un malato prima che ottenga da un centro trapianti il via libera all'inserimento nella lista di attesa per trapianto di fegato. Tale procedura è necessaria per accertare che lo stato di salute del malato gli consenta di essere sottoposto ad un intervento chirurgico così delicato senza correre ulteriori rischi, per essere sicuri che sia consapevole di ciò che sta per affrontare e che sia affidabile relativamente alla terapia e ai controlli da seguire dopo il trapianto. Ad esempio, chi è affetto da una cirrosi epatica dovuta ad abuso di alcol, deve sottoporsi ad un percorso di assistenza che lo aiuti ad allontanarsi definitivamente dalla dipendenza.

Le donazioni di fegato, infatti, sono in numero inferiore rispetto alle richieste e questo impone di accertare, da un lato, che lo stato di salute del malato non sia così compromesso (come in caso di epatocarcinoma in stadio avanzato) da mettere a rischio il risultato del trapianto stesso; dall'altro, che il malato sia responsabile e motivato a osservare comportamenti che non pregiudichino la propria salute e quella dell’organo ricevuto.

Tipologie di trapianto di fegato

Ci sono tre principali modalità per eseguire un trapianto di fegato:

  • trapianto di fegato da un donatore vivente: una parte del fegato, in genere il lobo sinistro, é prelevata dal donatore vivente e trapiantata nel malato. Entrambe le parti del fegato (quella che resta nel donatore e quella ricevuta dal malato) sono, infatti, in grado di rigenerarsi fino ad ottenere una funzionalità epatica adeguata
  • trapianto di fegato da donatore deceduto: nel caso in cui il donatore, mentre era in vita, abbia manifestato ai propri familiari, per iscritto o verbalmente, la volontà di donare gli organi al momento della propria morte o non si sia espresso, ma i familiari non si oppongano, il fegato può essere prelevato e trapiantato in un malato in lista di attesa
  • trapianto di fegato mediante tecnica Split-Liver: nel caso in cui il donatore abbia espresso in vita la volontà di donare, il fegato può essere diviso chirurgicamente in due parti, un emifegato destro ed un emifegato sinistro (split): i protocolli attualmente vigenti prevedono che l’emifegato sinistro sia trapiantato in un malato pediatrico (età minore o uguale a 17 anni e 365 giorni al momento dell’iscrizione in lista d’attesa) e l’emifegato destro in un adulto, ma è anche possibile che i trapianti siano effettuati in due malati adulti

La maggior parte dei trapianti di fegato sono eseguiti utilizzando organi provenienti da donatori non più in vita e quasi tutti sono effettuati in modo cosiddetto “ortotopico”, ovvero trapiantando il nuovo fegato nella stessa posizione anatomica in cui si trovava l’organo rimosso.

L'operazione si divide in tre fasi, epatectomia (rimozione del fegato dal malato), fase anepatica (senza fegato) e trapianto.

Liste di attesa

Il numero di malati che hanno bisogno di un trapianto di fegato è molto maggiore rispetto all'effettiva disponibilità degli organi; esiste, pertanto, una lista di attesa in cui viene considerata la gravità della malattia e il tempo trascorso da quando vi si è stati inseriti (leggi la Bufala).

Al 31 dicembre 2022 risultavano in lista d’attesa 2.717 iscrizioni e l’indice di soddisfacimento di lista totale è stato del 54,2%. Il tempo medio di attesa in lista standard (escluse urgenze) dei riceventi ancora iscritti al 31 dicembre 2022 è rimasto stabile a 1,7 anni.

Per il programma pediatrico, gestito con lista unica a livello nazionale, al 31 dicembre 2022 l’indice di soddisfacimento totale del 62%. La mortalità in lista è dell’1,5%; il tempo medio di attesa in lista 2021 è di 1,5 anni. (Fonte: Report Dati 2022)

Il tasso di mortalità è dovuto proprio al fatto che, a fronte di una scarsa disponibilità di organi, il trapianto di fegato è l’unico trattamento risolutivo per una persona con una malattia del fegato; non esistono, infatti, come per il cuore, i polmoni e il rene, dei presidi che possano sostituire e/o migliorare una funzione epatica danneggiata.

Dal canto suo, la persona iscritta in lista di attesa dovrà avere la massima cura per mantenere il proprio stato di salute in buone condizioni e dovrà comunicarne ogni variazione al proprio centro trapianti, in modo di essere sempre pronto ed idoneo a rispondere alla chiamata che potrà avvenire in ogni momento, di giorno e di notte.

La vita dopo il trapianto

Subito dopo il trapianto i sintomi migliorano gradualmente ma la maggior parte delle persone necessita di stare in ospedale almeno un paio di settimane.

Riprendere la vita attiva dopo l’intervento può richiedere un lungo periodo ma, nella maggior parte dei casi, entro qualche mese potranno essere riprese le normali attività quotidiane (Video).

La persona trapiantata dovrà sottoporsi a controlli periodici per controllare (monitorare) nel tempo i miglioramenti e ricevere i medicinali cosiddetti “immunosoppressori” che dovrà prendere per il resto della vita per ridurre il rischio di rigetto del trapianto.

Complicazioni

La prospettiva di vita dopo un trapianto di fegato è generalmente buona. Più di 9 persone su 10 sono ancora vive dopo un anno, circa 8 su 10 persone vivono un minimo di 5 anni e molte persone vivono per 20 anni o anche di più. Tuttavia, un trapianto di fegato è un intervento chirurgico complesso, non privo di rischi e di serie complicazioni che si possono verificare durante il trapianto, subito dopo l’intervento (post-operatorio) o anche a distanza di tempo.

Alcune delle principali problematiche associate al trapianto di fegato sono:

  • complicazioni emorragiche durante l’intervento chirurgico
  • rigetto del nuovo organo trapiantato da parte del proprio corpo
  • assenza di ripresa funzionale da parte del nuovo fegato che può essere tale da rendere necessario in tempi molto brevi un nuovo trapianto di fegato
  • aumento del rischio di infezioni
  • danneggiamento della funzionalità dei reni

Prossimo aggiornamento: 25 Marzo 2026

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