Storia Sono passati quasi due secoli da quando, nel 1818, il medico inglese James Blundell eseguì la prima trasfusione di sangue, da uomo a uomo, durante un intervento chirurgico. Le prime trasfusioni erano spesso letali, a causa delle reazioni immunologiche, poiché non si aveva nessuna nozione dei gruppi sanguigni umani e della loro compatibilità (scoperta con cui l’austriaco Karl Landsteiner vinse il premio Nobel nel 1930). Oggi la trasfusione è una pratica clinica sicura; è possibile conservare il sangue donato dai volontari, grazie alla scoperta dei conservanti anticoagulanti, e disporre di scorte pronte ad essere utilizzate nei casi di bisogno.

Utilizzo del sangue Il sangue è un vero e proprio farmaco salvavita, insostituibile in diverse condizioni patologiche quali malattie del sangue (ad es. tumori e leucemie), gravi incidenti, operazioni chirurgiche e trapianti d’organo. Oggi si tende a trasfondere singole frazioni del sangue (concentrati di globuli rossi, piastrine, plasma). Un altro utilizzo del plasma è quello di materia prima per l’estrazione in forma concentrata di singole proteine. In particolare, questo processo di lavorazione industriale di tipo farmaceutico permette di ottenere i medicinali plasmaderivati come l’albumina, le immunoglobuline e i concentrati di fattore VIII e IX, da utilizzare in pazienti emofilici.

Sangue artificiale Ad oggi non è possibile produrre sangue in laboratorio, seppure siano frequenti sui giornali notizie che divulgano la scoperta del “sangue artificiale”. Se nello studio di biomateriali sintetici utilizzati per il trasporto dei farmaci, sono stati fatti significativi passi avanti, non accade lo stesso quando si tratta di eguagliare, nelle funzioni, la complessità esibita dai globuli rossi e più in generale da tutte le cellule del sangue. Siamo ancora molto lontani dalla possibilità di creare in laboratorio un sangue artificiale, che sia identico a quello biologico e che possa essere prodotto in grandi quantità ed usato nella routine della pratica trasfusionale.

Dati di attività In Italia il Sistema Trasfusionale è pubblico e fa parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Esso realizza attività di produzione degli emocomponenti ad uso trasfusionale, del plasma da avviare alla lavorazione industriale per la produzione di farmaci e delle cellule staminali emopoietiche (CSE) utilizzate per l’effettuazione del trapianto di midollo osseo. Inoltre, eroga prestazioni di diagnosi e cura di medicina trasfusionale. Tutte le attività svolte sono inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza. In termini di produzione di emocomponenti, l’Italia è un Paese autosufficiente già da molti anni grazie agli oltre 1.700.000 volontari che donano annualmente più di 3 milioni di unità fra sangue e plasma, consentendo di curare oltre 1700 pazienti al giorno per un totale di oltre 630 mila pazienti l’anno. Nel 2014 sono state trasfuse 3.131.416 unità di emocomponenti. In tema di qualità e sicurezza del sangue e dei prodotti emoderivati, l’Italia è perfettamente allineata con gli standard di tutti i Paesi europei ed extra europei ad essa comparabili per condizioni socioeconomiche. L’83% dei donatori italiani dona periodicamente, contribuendo in maniera sostanziale alla sicurezza del sistema. Le Associazioni e Federazioni di donatori volontari di sangue, che concorrono ai fini istituzionali del SSN attraverso la promozione e lo sviluppo della donazione, sono costantemente impegnate a sensibilizzare nuovi donatori soprattutto a fronte del generale andamento demografico negativo in Italia, che comporta una diminuzione dei donatori nelle fasce più giovani.