In Italia è possibile donare:

  • sangue intero: una donazione dura circa 10 minuti. Oggi il sangue intero viene utilizzato quasi esclusivamente per la produzione degli emocomponenti (globuli rossi, plasma, buffy coat -contenuto ricco di piastrine e globuli bianchi) usati singolarmente per la terapia trasfusionale.
  • Plasma (plasmaferesi): una donazione dura circa 30-45 minuti. Vengono prelevati tra 600-700 mL di plasma ed il tempo di donazione dipende dal flusso di sangue del singolo individuo. Il recupero del volume ematico donato è molto rapido. I globuli rossi e i globuli bianchi vengono reinfusi al donatore.
  • Piastrine (piastrinoaferesi): una donazione dura all’incirca 60 minuti. Il procedimento è simile a quello della plasmaferesi: un’apparecchiatura separa la parte corpuscolata dal plasma ed estrae da questa le piastrine che vengono raccolte in un’apposita sacca. Il plasma, i globuli rossi e i globuli bianchi vengono reinfusi al donatore.
  • Donazioni multicomponente: in questo caso, nel processo di aferesi, si raccoglie più di un emocomponente, sempre entro volumi complessivi di assoluta sicurezza per la salute del donatore. Ne sono esempi: donazione di plasma e globuli rossi (eritro-plasmaferesi), donazione di globuli rossi e piastrine (eritro-piastrinoaferesi), donazione di piastrine raccolta in due sacche, donazione di plasma e piastrine (plasma-piastrinoaferesi).

Presso i servizi trasfusionali italiani inoltre vengono selezionati e valutati i donatori di cellule staminali emopoietiche (CSE), utili per l’effettuazione del trapianto di midollo osseo. A tal fine, ci deve essere una compatibilità tra il soggetto donatore ed il ricevente, la cui probabilità tra due soggetti caucasici non-apparentati è compresa tra 1:10.000 e 1:100.000. In tutto il mondo esistono Registri Nazionali di potenziali donatori di CSE, che raccolgono le informazioni genetiche dei volontari donatori che danno la loro disponibilità alla donazione in caso ci sia, in qualunque parte del mondo, un paziente compatibile in attesa di trapianto. La volontà di iscriversi al Registro Italiano dei donatori di CSE può essere espressa in qualunque servizio trasfusionale italiano, tramite la compilazione di un questionario analogo a quello della donazione di sangue ed emocomponenti ed al prelievo di pochi mL di sangue, utili alla tipizzazione.

Le CSE possono avere differenti origini:
CSE da sangue del Midollo Osseo: la procedura di prelievo ha luogo in sala operatoria, tramite il prelievo, in anestesia generale, per puntura diretta delle creste iliache (bacino). Le CSE donate, infuse nel paziente, hanno la capacità di trovare il loro posto nelle ossa del paziente. Il quantitativo di CSE prelevate in corso di donazione, stabilito in base alle caratteristiche corporee (peso) del donatore, non crea danno al donatore ed è compatibile con l’eventuale ripetizione della procedura diverse volte.
CSE da sangue periferico: se normalmente il numero di CSE libere nel sangue circolante è molto basso, per la normale localizzazione nelle ossa, la somministrazione del farmaco G-CSF per circa cinque giorni permette l’aumento di questa percentuale a valori per i quali una-due procedure di aferesi sono sufficienti ad ottenere una dose di CSE utile ad effettuare un trapianto.
CSE da sangue cordonale: la donna in gravidanza esprime la volontà di donare il sangue cordonale presso una struttura trasfusionale ed è ritenuta idonea alla donazione da un medico trasfusionista. La raccolta avviene direttamente in sala parto. È possibile infatti raccogliere il sangue del cordone e della placenta senza alcun fastidio o pericolo per la mamma, né privazione di sangue del neonato.