Introduzione

Pap test

Il pap test è un esame cosiddetto di screening utilizzato per la prevenzione del tumore del collo dell'utero.

L'utero è un organo composto da un corpo e un collo, chiamato anche cervice uterina, sporgente sul fondo della vagina e attraversato da un canale, il canale cervicale, che mette in comunicazione la cavità dell'utero con la vagina stessa.

Sia la mucosa che l'epitelio che rivestono, rispettivamente, il canale cervicale e la parte esterna del collo dell’utero possono sviluppare delle lesioni pretumorali guaribili che, se non identificate, possono trasformarsi in un tumore invasivo nell'arco di 20 anni circa. La storia naturale della malattia, caratterizzata da un'evoluzione molto lenta, e la disponibilità di un test che consente di accertare la presenza del tumore, offrono il grande vantaggio di poter individuare le lesioni pre-tumorali quando sono guaribili al 100%. Il pap test, infatti, nell'ambito di programmi di screening organizzati, ha permesso di ridurre dell'80% la mortalità dovuta al tumore del collo dell'utero (leggi la Bufala). In Italia i programmi di screening sono stati avviati alla fine degli anni '90.

Oggi, l'esame è offerto gratuitamente a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni mediante l'invio di una lettera di invito personale, recapitata a casa ogni 3 anni. L'adesione è volontaria ma è importante considerare che l'esecuzione del pap test può prevenire l'insorgenza del tumore e, talvolta, salvare la vita. Inoltre, accertare il tumore nelle fasi iniziali (diagnosi precoce) consente di effettuare interventi meno invasivi e di garantire una migliore qualità di vita. Pertanto, dovendo decidere se effettuare o meno il pap test, è fondamentale riflettere sugli innumerevoli benefici e, in caso di dubbi e perplessità, parlarne con il proprio medico.

In Italia, l'esecuzione del pap test ha consentito di ridurre notevolmente il numero di nuovi casi di tumore e di far scendere la mortalità a circa 2 decessi annui ogni 100.000 donne. Nei paesi in via di sviluppo, dove non esistono questi programmi di screening, si registrano in media 25 morti annue ogni 100.000 donne. Questi dati mostrano la straordinaria opportunità di prevenzione che il pap test offre, di cui tutte le donne devono essere informate per poterne usufruire.

Il test

Il nome pap test deriva da quello del dottor Georges Papanicolaou, il medico greco che lo ha inventato.

Di semplice esecuzione, il pap test è poco costoso, non doloroso, richiede pochi minuti e non comporta alcun rischio per la donna. Come ogni esame volto ad accertare la presenza, o meno di una malattia, anche il pap test può determinare falsi positivi (risultati anormali in persone sane) o falsi negativi (risultati normali in persone malate). In caso di falso positivo saranno i successivi esami di approfondimento a correggere il risultato mentre in caso di falso negativo la lunga storia naturale della malattia, caratterizzata da una evoluzione molto lenta, permetterà di identificarla nei controlli successivi, il più delle volte senza gravi conseguenze. Per questo motivo, è importante l'adesione puntuale ai programmi di screening rispettando gli intervalli prefissati.

Nell'ambito dei programmi di screening il test è eseguito, dall'ostetrica o dal medico, tramite l'applicazione dello speculum, uno strumento che permette di dilatare leggermente la vagina e di visualizzare il collo dell'utero. Poi, con una spatola e uno spazzolino, sono delicatamente raccolte alcune cellule dalla cervice e dal canale cervicale, sono deposte su un vetrino e, successivamente, sono analizzate al microscopio in laboratori che partecipano ai programmi di screening e sono sottoposti a costante controllo di qualità.

L'unica controindicazione per cui potrebbe essere necessario rimandare l'esecuzione del pap test è la presenza del flusso mestruale. Per studiare al meglio le cellule raccolte è bene evitare di sottoporsi al test anche nei 3-5 giorni che precedono, o seguono, il flusso mestruale e/o quando si sospetti un'infiammazione vaginale (bruciore intenso e/o prurito e/o perdite vaginali).

Nei 3-5 giorni che precedono l'esame è bene astenersi dai rapporti sessuali ed evitare l'uso di prodotti spermicidi, di lavande, di creme, di gel, di ovuli o di schiume vaginali di qualunque tipo.

La gravidanza, l'uso della pillola o della spirale a scopo contraccettivo non rappresentano una controindicazione, tuttavia, è sempre bene informare chi esegue l'esame della propria condizione. Talvolta, dopo l'esame possono verificarsi delle piccole perdite di sangue che si arrestano spontaneamente in 1 o 2 giorni e non rappresentano motivo di preoccupazione.

In caso di situazioni particolari, come un precedente accertamento (diagnosi) di tumore al collo dell'utero o di un pap test che ha mostrato cellule pretumorali, o di infezione da HIV, in accordo con il proprio medico può essere opportuno eseguire il pap test con frequenza diversa, indipendentemente dall’età della donna.

Lo screening è raccomandato anche alle persone che hanno subito un intervento chirurgico di asportazione dell’utero a causa di un tumore, o di una forma pretumorale. È importante consultare il proprio medico per decidere insieme ciò che è opportuno fare in situazioni specifiche.

Il pap test non deve essere confuso con lo striscio vaginale batteriologico che, pur prevedendo analoghe modalità di esecuzione, ha lo scopo di identificare la natura di eventuali infiammazioni vaginali causate, ad esempio, da batteri o funghi. Abitualmente, si manifestano con bruciore e/o prurito e/o perdite e possono essere curate con trattamenti specifici.

Inoltre, il pap test non deve essere confuso con il test HPV che prevede ugualmente un prelievo, dopo l’inserimento di uno speculum in vagina, ma ha la finalità di identificare la presenza del papillomavirus umano (HPV), principale causa del tumore del collo dell’utero. Il materiale prelevato, non è esaminato al microscopio ma inviato ad un laboratorio per la ricerca e la tipizzazione del virus. I programmi di screening del carcinoma della cervice uterina stanno introducendo il test HPV in sostituzione del pap test, che continua ad essere utilizzato per approfondire la diagnosi nelle donne risultate positive al test HPV.

Risultati

I risultati del pap test prevedono una classificazione in cinque classi: la I e la II descrivono un esame normale e, in questo caso, la donna è invitata a ripetere il test dopo tre anni. La I classe è sinonimo di ottimali condizioni delle cellule esaminate, la II classe esclude la presenza di lesioni pretumorali, o francamente tumorali, ma segnala la presenza di una possibile infiammazione locale. La III, IV o V classe descrivono anomalie cellulari di importanza crescente, da lesioni pretumorali lievi, che regrediscono nella gran parte dei casi spontaneamente, a lesioni più importanti che arrivano fino al tumore invasivo della cervice uterina.

Un pap test classificato come III, IV o V classe richiede esami di approfondimento da concordare con il medico caso per caso. In linea generale, si procede con la colposcopia che permette di verificare visivamente la presenza di una lesione del collo dell’utero su cui eseguire un prelievo mirato (biopsia). Il tessuto prelevato è analizzato al microscopio per confermare, o meno, il sospetto e definire il tipo di cura da eseguire.

La convocazione per esami di approfondimento, tuttavia, non deve allarmare perché il più delle volte le alterazioni che inizialmente appaiono sospette sono escluse con gli accertamenti successivi e gran parte delle lesioni pre-invasive regrediscono spontaneamente. Sarà il medico a decidere, caso per caso, se limitarsi ad un controllo nel tempo, se asportare la lesione ambulatorialmente in anestesia locale o se ricorrere a interventi chirurgici più estesi e/o ad altre terapie adiuvanti.

Bibliografia

NHS. Cervical Screening (Inglese)

Mayo Clinic. Pap smear (Inglese)

National Cancer Institute (NCI). Pap and HPV Testing (Inglese)

Prossimo aggiornamento: 28 Febbraio 2022

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