Introduzione

Neuroblastoma

Il neuroblastoma è un raro tipo di tumore maligno che colpisce soprattutto i neonati e i bambini piccoli, al di sotto dei 10 anni. Fra i vari tumori solidi dell'infanzia è, dopo quelli che interessano il sistema nervoso centrale (SNC), il più diffuso (8%), con un'incidenza pari a 10 casi per milione ogni anno.

Il neuroblastoma è un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, cioè quell'insieme di strutture (fibre nervose, cellule nervose raggruppate che formano i cosiddetti gangli e cellule simili a quelle nervose che si trovano all'interno della ghiandola surrenale) che controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione. In particolare nel termine neuroblastoma, "neuro" indica che il tumore si sviluppa nei nervi e "blastoma" che vengono coinvolte cellule immature o in via di sviluppo. Infatti, questo tumore si sviluppa da cellule nervose molto primitive presenti nell'embrione e nel feto, dette neuroblasti. I neuroblasti si trovano in tutto l'organismo e di conseguenza il tumore può svilupparsi in diverse aree del corpo.

Il neuroblastoma più comunemente si diffonde in una delle ghiandole surrenali situate sopra i reni, o nel tessuto nervoso localizzato ai lati del midollo spinale nella regione del collo, torace, pancia o bacino. Purtroppo, le cellule tumorali possono diffondersi anche ad altri organi, come il midollo osseo, le ossa, i linfonodi, il fegato e la pelle.

Sintomi

I disturbi (sintomi) causati dal neuroblastoma variano in base alla regione del corpo colpita e alle aree interessate dalle metastasi. I primi fastidi possono essere incerti e difficili da individuare poiché possono essere facilmente scambiati per le più comuni malattie che si verificano nell'infanzia.

I disturbi (sintomi) possono includere:

  • pancia gonfia e dolorante cui può essere associata stitichezza o stipsi, un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà di svuotare l'intestino espellendo le feci, e difficoltà a urinare, ossia a svuotare completamente la vescica
  • dispnea, ossia respirazione faticosa, e difficoltà nella deglutizione (ingoiare il cibo)
  • presenza di un rigonfiamento alla base del collo
  • sfoghi sulla pelle, come chiazze bluastre e lividi, in particolare intorno agli occhi
  • debolezza nelle gambe e camminata instabile, con intorpidimento nella parte inferiore del corpo
  • stanchezza, debolezza, colorito pallido, perdita di appetito e di peso
  • dolore alle ossa, movimenti rapidi degli occhi, spasmi muscolari e difficoltà di coordinazione quando si cammina o si sta in piedi e, raramente, irritabilità

Se si pensa che il bambino possa essere malato occorre rivolgersi urgentemente al proprio medico di famiglia o recarsi presso l'ospedale pediatrico più vicino.

Cause

La causa del neuroblastoma è sconosciuta. In casi molto rari la malattia compare in bambini della stessa famiglia ma, in genere, il neuroblastoma non è ereditario.

Nelle rare forme familiari del tumore (1-2% di tutti i neuroblastomi), la presenza di genitori che abbiano avuto un neuroblastoma da piccoli aumenta il rischio che il tumore possa manifestarsi anche nei figli. Nella maggior parte dei casi, nelle forme sporadiche, non è ancora chiaro cosa provochi lo sviluppo del tumore. In genere, le cause del neuroblastoma sono di tipo genetico, ma non ereditario, ciò significa che sono legate a mutazioni dei geni non trasmesse dai genitori.

Diagnosi

Per diagnosticare il neuroblastoma sono disponibili diversi tipi di analisi. In particolare:

  • analisi delle urine, per verificare la presenza di alcune sostanze, chiamate catecolamine, che sono prodotte dalle cellule del neuroblastoma e possono essere individuate nelle urine
  • tecniche diagnostiche di immagine, come l'ecografia, la tomografia computerizzata (TC) a scansioni e la risonanza magnetica (RM); sono delle tecniche che permettono di ottenere le immagini di varie parti del corpo e, soprattutto, di vedere e analizzare tali aree in dettaglio
  • scintigrafia con metaiodobenzilguanidina (MIBG) legata ad una determinata quantità di iodio radioattivo, è un esame indispensabile per valutare la sede del tumore primitivo e individuare eventuali metastasi: la MIBG si lega alle cellule di neuroblastoma dovunque siano diffuse. Questa tecnica diagnostica è anche molto importante per valutare la risposta alle cure, in particolare nelle sedi in cui il tumore si è diffuso (zone metastatiche)
  • biopsia, rimozione di un campione di cellule dal tessuto tumorale per esaminarlo al microscopio e individuare il tipo di tumore presente; il campione, di solito, è prelevato in anestesia totale
  • biopsie del midollo osseo, per valutare la presenza di cellule tumorali nel midollo osseo

Al termine delle analisi, il medico sarà in grado di confermare, o meno, la presenza del neuroblastoma, di sapere quanto la malattia sia diffusa e di stabilirne lo stadio. Una corretta valutazione dello stadio del tumore (stadiazione) permette di quantificare le probabilità di risposta alle cure e, quindi, di fare una previsione sull’evoluzione della malattia del bambino.

Per il neuroblastoma si adotta in genere un sistema di stadiazione internazionale chiamato in inglese "International Neuroblastoma Staging System" (in sigla: INNS). Consente di individuare quattro stadi di malattia:

  • Stadio 1, tumore localizzato asportato in modo macroscopicamente radicale, con o senza residui microscopici; linfonodi “rappresentativi” istologicamente negativi (linfonodi aderenti al tumore asportati assieme al tumore stesso, possono essere istologicamente positivi senza portare a cambiamento di stadio)
  • Stadio 2A, tumore localizzato asportato in modo incompleto; linfonodi “rappresentativi” non aderenti al tumore, istologicamente negativi per infiltrazione tumorale
  • Stadio 2B, tumore localizzato asportato in modo completo o incompleto, con linfonodi non aderenti al tumore, positivi per infiltrazione tumorale
  • Stadio 3, tumore unilaterale inoperabile con o senza interessamento dei linfonodi regionali; oppure, tumore localizzato unilaterale con interessamento dei linfonodi regionali controlaterali; oppure, tumore con estensione bilaterale per infiltrazione o interessamento linfonodale
  • Stadio 4, qualunque tumore primitivo con disseminazione a linfonodi distanti, ossa, midollo osseo, fegato, cute e/o altri organi (ad eccezione dei casi descritti nello stadio 4S)
  • Stadio 4S, tumore primitivo localizzato (come per gli stadi 1 e 2 A o 2 B), con diffusione limitata a cute, fegato e/o midollo osseo

Terapia

I principali trattamenti per il neuroblastoma sono:

  • intervento chirurgico, per rimuovere il tumore. A volte può essere completamente risolutivo
  • chemioterapia, utilizzo di un farmaco specifico per uccidere le cellule tumorali. Può essere l'unica cura necessaria o può essere impiegata per ridurre il tumore prima dell'intervento chirurgico
  • radioterapia, impiego di radiazioni per uccidere le cellule tumorali. Può essere utilizzata, dopo l'intervento chirurgico, per distruggere eventuali cellule tumorali ancora presenti nella zona interessata
  • chemioterapia ad alte dosi seguita da un trapianto di cellule staminali ottenute dal sangue periferico o dal midollo (nel caso questi non siano stati colpiti dalla malattia), consiste nel prelevare le cellule staminali dal malato, congelarle e conservarle prima di iniziare le cure chemioterapiche intensive. Al termine della chemioterapia, che avrà distrutto il midollo osseo, le cellule staminali saranno "restituite" al malato per proteggerlo dagli effetti delle cure. Qualora sia stato conservato, le cellule staminali ottenute dal sangue di cordone ombelicale rappresentano una valida alternativa
  • immunoterapia, basata su modalità che rendono il sistema immunitario più aggressivo nei confronti delle cellule tumorali. In particolare, nel caso del neuroblastoma le cellule tumorali da attaccare vengono riconosciute per la presenza di una proteina, chiamata GD2, espressa sulla loro superficie. Questo approccio terapeutico, già utilizzato con successo per la cura di altri tumori, è ancora poco usato per il neuroblastoma, ma gli studi in corso stanno dando risultati promettenti

In alcuni casi, se non hanno disturbi, i neonati e i bambini con meno di 18 mesi di vita non hanno bisogno di alcun trattamento, poiché a volte il tumore può regredire, ossia scomparire anche da solo.

Le previsioni sulla guarigione dal neuroblastoma sono varie e, in genere, sono migliori per i bambini più piccoli con un tumore non ancora diffuso. Nonostante le cure intensive, quasi la metà dei neuroblastomi può ripresentarsi. In questi casi saranno necessari ulteriori trattamenti.

Alle persone malate di neuroblastoma potrebbe essere chiesto di partecipare a una sperimentazione clinica per valutare l'efficacia di nuovi farmaci. Il medico curante potrà fornire maggiori informazioni.

Bibliografia

NHS Choices. Neuroblastoma (Inglese)

Mayo Clinic. Neuroblastoma (Inglese)

National Cancer Institute (NCI). Neuroblastoma treatment - Patient version (Inglese)

Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Neuroblastoma pediatrico

Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma. Terapia immunologica

Sait S, Modak S. Risk of mucocutaneous toxicities in patients with solid tumors treated with sorafenib: an updated systematic review and meta-analysis [Sintesi]. Expert review of anticancer therapy.  2017; 17(10): 889-90

Prossimo aggiornamento: 14 Aprile 2022

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