Introduzione

Trisomia 18

La trisomia 18, nota come sindrome di Edwards, è una malattia cromosomica causata dalla presenza di una copia aggiuntiva del cromosoma 18. Tale anomalia comporta gravi conseguenze sullo sviluppo prenatale, sino a morte del feto in utero in un'elevata percentuale dei casi. La trisomia 18 colpisce circa un bambino su 6.000 – 8.000 nati vivi.

I bambini con la sindrome di Edwards presentano ritardo dello sviluppo pre e post-natale, un aspetto caratteristico, malformazioni del cranio, degli arti e degli organi interni. Circa la metà dei neonati affetti non supera le due settimane di vita e solo uno su cinque raggiunge i tre mesi. Circa un bambino su 10 nati vivi sopravvive oltre un anno, con gravi disabilità fisiche e mentali. La sopravvivenza fino all'età adulta è molto rara.

Non è attualmente disponibile una terapia specifica per la trisomia 18, ma solo interventi di supporto alle diverse manifestazioni cliniche. (vedi sezione Terapia)

Prendersi cura di un bambino con la sindrome di Edwards richiede un notevole impegno sul piano fisico e psicologico. La maggior parte dei familiari/assistenti ha bisogno di appropriato sostegno in ambito sociale e sanitario.

In Italia, la trisomia 18 è inserita nell'elenco delle patologie rare esenti dal costo del ticket (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, Allegato 7) con il codice RNG080, che fa riferimento al gruppo “Sindromi da aneuploidia cromosomica”. Per altre informazioni (es. centri di diagnosi e cura, associazioni di pazienti ecc.) sulla trisomia 18 è possibile rivolgersi al Telefono Verde Malattie Rare (TVMR) 800.89.69.49. Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00.

Sintomi

I bambini con trisomia 18 presentano segni e sintomi complessi e variabili, quali:

  • gravi deficit di crescita e difficoltà di alimentazione con suzione poco valida
  • testa notevolmente piccola (microcefalia), con forma allungata e stretta (dolicocefalia)
  • orecchie a impianto basso
  • malformazioni oculari (coloboma, microftalmia)
  • bocca e mascella piccole (microretrognazia)
  • dita lunghe che si sovrappongono, pugno chiuso con indice sovrapposto al medio (a uncino)
  • piede equino (punta del piede rivolta verso il basso) o a picozza
  • difetti cardiaci
  • malformazioni gastro-intestinali (atresia esofagea, ano-rettale, onfalocele)
  • malformazioni genito-urinarie
  • ipotonia e ritardo psicomotorio

Altri segni e sintomi che possono presentarsi sono:

  • malformazioni del palato (labiopalatoschisi)
  • difficoltà di respirazione
  • anomalie delle ossa
  • infezioni polmonari e delle vie urinarie
  • malformazioni del cervello e del midollo spinale

Cause

Il cromosoma 18 in più (soprannumerario) è presente per un errore di separazione (non-disgiunzione) dei cromosomi, la cui causa rimane a tutt'oggi poco conosciuta. L'errore si compie nella fase di segregazione dei cromosomi durante la meiosi o la divisione post-zigotica.

Nella maggior parte dei casi, l'anomalia è di origine materna: i cromosomi appaiati non si sono separati correttamente durante la meiosi del gamete materno. Pertanto, quando nel concepimento il gamete materno e quello paterno si fondono, l'embrione avrà un cromosoma 18 in eccesso.

In una piccola percentuale dei casi in cui il cromosoma in più è di origine paterna, l'errore di non-disgiunzione avviene nella fase post-zigotica.

La frequenza dei difetti da non-disgiunzione materna responsabili della trisomia 18 come di altre anomalie cromosomiche (es. trisomia 21) sono correlate con l'età materna e aumentano con l'avanzare dell'età della madre.

Diagnosi

Si distinguono 3 tipi principali di trisomia 18:

  • forma completa, circa il 94% dei bambini con sindrome di Edwards ha la forma completa, cioè ogni cellula del corpo possiede tre copie del cromosoma 18, invece di due. La maggior parte dei bambini con questa forma muore precocemente
  • trisomia a mosaico, circa il 5% dei bambini con sindrome di Edwards ha la copia extra del cromosoma 18 solo in alcune cellule del corpo. Questa forma meno grave della malattia è conosciuta come trisomia 18 a mosaico. La gravità dei segni e dei sintomi della malattia a mosaico dipende dal tipo e dal numero di cellule che hanno il cromosoma supplementare. Alcuni bambini possono essere colpiti solo lievemente dalla malattia, mentre altri lo sono in modo molto grave. Circa 7 bambini con trisomia a mosaico ogni 10 nati vivi raggiungono almeno il primo anno di età e, in rari casi, possono sopravvivere fino all'età giovane-adulta
  • forma parziale, in questa forma, la meno frequente tra i tipi di trisomia 18, ad essere triplicato è solo un segmento del cromosoma 18. Il tratto e l'estensione del segmento interessato sono responsabili della variabilità d'espressione della malattia

Diagnosi di trisomia 18 durante la gravidanza

Una possibile trisomia 18 può essere sospettata sin dalle prime ecografie di controllo poiché il feto presenta anomalie molto evidenti sin dai primi mesi di gravidanza.

Il test di screening, che di solito si effettua tra la 11a e la 14a settimana di gestazione, noto come test combinato, comprende un esame specifico di sangue e il test della translucenza nucale (un'ecografia mirata per la ricerca dell'ispessimento cutaneo nella parte posteriore del collo del bambino). Questo test è anche utilizzato per diagnosticare altre anomalie cromosomiche come la sindrome di Down e la sindrome di Patau.

Intorno alla 20a settimana di gestazione, si effettua l'ecografia morfologica per una valutazione completa di tutti i distretti anatomici del feto, allo scopo di escludere o accertare anomalie malformative fetali.

L'amniocentesi rimane l'indagine principale per lo studio dei cromosomi fetali e la diagnosi prenatale delle aneuploidie (anomalie di numero) cromosomiche. Eseguita intorno alla 16a-18a settimana, consente il prelievo del liquido amniotico dalla cavità uterina attraverso la parete addominale. Il liquido amniotico contiene cellule fetali che vengono messe in coltura e successivamente analizzate con idonee metodiche di citogenetica.

La villocentesi, o prelievo dei villi coriali, è una tecnica per la diagnosi prenatale più invasiva dell'amniocentesi. Si esegue più precocemente dell'amniocentesi, intorno alla 10a-11a settimana, e consiste nel prelievo per via transaddominale e sotto controllo ecografico di tessuto trofoblastico, contenente cellule fetali. Sul campione si può eseguire un'analisi cromosomica diretta o come nel caso del liquido amniotico, le cellule sono poste in coltura e successivamente analizzate. Per gli svantaggi associati a questa tecnica (es: invasività, rischio di aborto, difficoltà con i mosaicismi cromosomici), non è considerata da molti la tecnica di elezione per la diagnosi delle aneuploidie cromosomiche.

Di recente, è stato messo a punto un test che prevede l'analisi del DNA fetale (screening prenatale non invasivo basato sul DNA), ottenuto da un campione di sangue materno dalla 10a settimana in avanti, su cui è possibile effettuare esami citogenetici e molecolari. Il test non è diagnostico ma probabilistico, pertanto ogni risultato positivo va confermato con l'esecuzione dell'indagine invasiva tradizionale (villocentesi e amniocentesi).

Per saperne di più consultare la pagina diagnosi prenatale.

Terapia

Non esiste una terapia specifica per la trisomia 18. La presa in carico e la gestione dei bambini con trisomia 18 richiede il coinvolgimento di un gruppo multidisciplinare di specialisti.

Il trattamento di supporto va particolarmente rivolto ai problemi che mettono a serio rischio la vita del bambino, come ad esempio le infezioni e i difetti cardiaci.

Se il bambino ha difficoltà ad alimentarsi sarà necessario ricorrere all'alimentazione artificiale. Le difficoltà del movimento e le alterazioni del tono muscolare sono soprattutto trattate con la fisioterapia.

Bibliografia

NHS. Pregnancy (Inglese)

Prossimo aggiornamento: 31 Dicembre 2022

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