Introduzione

Piano vaccinale nazionalei

Con l'approvazione del nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV), avvenuta mediante intesa in Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2017, i cittadini italiani possono beneficiare di una offerta di salute tra le più avanzate in Europa. Il nuovo PNPV e il relativo calendario vaccinale hanno come obiettivo primario l’“armonizzazione delle strategie vaccinali in atto nel Paese, al fine di garantire alla popolazione, indipendentemente da luogo di residenza, reddito e livello socio-culturale, i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione, intesa sia come strumento di protezione individuale che di prevenzione collettiva, attraverso l’equità nell'accesso a vaccini di elevata qualità, anche sotto il profilo della sicurezza, e disponibili nel tempo (prevenendo, il più possibile, situazioni di carenza), e a servizi di immunizzazione di livello eccellente”.

Il nuovo PNPV rappresenta un'opportunità di salute per tutti i cittadini, e le differenze tra le Regioni devono essere superate attraverso una strategia vaccinale nazionale coerente e uniforme.

Allo scopo di favorire la più ampia offerta vaccinale prevista dal nuovo calendario a garanzia di omogeneità, equità e sostenibilità nel tempo, tutte le vaccinazioni incluse nel calendario nazionale sono state inserite tra i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La legge 11 dicembre 2016, n. 232, ha definito un finanziamento ad hoc per il concorso al rimborso alle Regioni per l'acquisto dei vaccini ricompresi nel PNPV. Le vaccinazioni comprese nel calendario vaccinale nazionale sono offerte in maniera attiva e gratuita in tutte le Regioni. L'offerta di ogni specifico vaccino, ovviamente, è mirata a specifiche fasce di età e alle persone che, per diverse condizioni, sono a maggior rischio.

Quali sono i vaccini obbligatori

Il diritto alla vaccinazione gratuita è legato al calendario vaccinale del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV). Nel calendario vengono definite le fasce di età in cui i vaccini devono essere offerti attivamente e gratuitamente dalle ASL alla popolazione. Il Piano prevede non solo la somministrazione del vaccino, ma anche altre componenti funzionali al raggiungimento dei risultati (anagrafi vaccinali, monitoraggio delle coperture vaccinali e eventi avversi, valutazione dei programmi vaccinali), e la modalità di offerta vaccinale secondo le buone pratiche vaccinali. Tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) vengono anche citati come necessari gli interventi di comunicazione e informazione per operatori sanitari, cittadini e istituzioni.

Il decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, (in Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 130 del 7 giugno 2017), coordinato con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 recante: “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci”  introduce per i bambini di età compresa tra zero e sedici anni e per tutti i minori stranieri non accompagnati l’obbligatorietà per le vaccinazioni di seguito indicate:

L'avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante oppure dagli esiti dell'analisi sierologica, esonera dall'obbligo della relativa vaccinazione.

Rispetto al piano precedente, inoltre, l'offerta vaccinale è cresciuta anche in termini di nuove vaccinazioni introdotte, garantendo ai cittadini una più ampia protezione.

Le novità del nuovo calendario sono rappresentate dall'introduzione delle vaccinazioni:

  • anti-rotavirus e anti-meningococcica B, nel primo anno di vita
  • anti-meningococcica tetravalente, negli adolescenti (per le mutate condizioni epidemiologiche sta aumentando anche nel nostro Paese il rischio di infezioni da ceppi di meningococco – come A, Y e W – in passato pressoché assenti)
  • richiamo anti-polio negli adolescenti, introdotto per la mancata disponibilità di solidi dati sulla durata dell’immunizzazione conferita dal vaccino IPV
  • anti-HPV, nei maschi undicenni
  • anti-pneumococcica sequenziale (una dose di vaccino coniugato seguita da una dose di vaccino polisaccaridico a distanza di un anno, senza necessità di ulteriori richiami nel corso della vita) per i soggetti di 65 anni di età
  • anti-zoster, per i soggetti di 65 anni di età

Perché vaccinarsi

Le vaccinazioni ci proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituiscono uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica: è soprattutto grazie alla vaccinazione che nel 1980 il vaiolo è stato dichiarato eradicato a livello mondiale e che la polio è stata eliminata in Europa nel 2002 (leggi la Bufala).

Nella vita quotidiana le vaccinazioni ci proteggono dal contrarre le malattie prevenibili da vaccino (leggi la Bufala). Infatti, anche le malattie più comuni possono avere complicazioni gravi. Un esempio è il morbillo, una malattia che può causare polmonite (1-6% dei casi), encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e in casi estremi la morte (leggi la Bufala). Ma anche la rosolia, che normalmente ha un decorso leggero, se contratta in gravidanza può avere effetti negativi sulla salute del bambino (morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, decesso del neonato).

Inoltre, per le malattie che si trasmettono da persona a persona, le vaccinazioni non solo proteggono chi vi si sottopone, ma anche le persone che non possono essere vaccinate (perché non ancora in età raccomandata, perché non rispondono alla vaccinazione o perché presentano controindicazioni). Ciò avviene grazie all'immunità di gregge per cui, se la percentuale di individui vaccinati all'interno di una popolazione è elevata si riduce la possibilità che le persone non vaccinate (o su cui la vaccinazione non è efficace) entrino in contatto con il microrganismo e, di conseguenza, si riduce la trasmissione dell’agente infettivo. Questo significa che se vengono mantenute coperture sufficientemente elevate si impedisce al microrganismo di circolare fino alla sua scomparsa permanente.

Categorie a rischio

Secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV) la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per malattia è costituita da persone che presentano determinate caratteristiche e particolari malattie (cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressive) che li espongono ad un aumentato rischio di contrarre malattie infettive invasive e sviluppare in tal caso complicazioni gravi.

Inoltre, alcune categorie professionali che lavorano a contatto con persone e/o con materiali potenzialmente infetti, possono essere esposte a malattie infettive prevenibili con la vaccinazione. Programmi di vaccinazione ben impostati possono ridurre in modo sostanziale sia i rischi di acquisire pericolose infezioni, sia di trasmettere i germi responsabili ad altri lavoratori o persone con cui entrano in contatto (ad esempio i bambini nelle scuole o i malati nelle strutture sanitarie).

Alcune tipologie di persone hanno un rischio aumentato di essere esposte ad alcune malattie infettive a causa di determinati comportamenti. Pertanto, in tali condizioni si suggerisce di effettuare le adeguate vaccinazioni tra cui il vaccino anti-influenzale, anti-difterite, tetano, pertosse, anti-epatite A e B, anti-HPV.

Alla luce dell’evoluzione scientifica del settore, nel PNPV 2017-2019 è stato fornito un elenco, quanto più completo possibile, che contiene per ciascuna vaccinazione le condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione, considerato l’aumentato rischio in caso di infezione per tali soggetti. Tale elenco è consultabile alla seguente pagina.

Le priorità del Piano Vaccinale Nazionale

Le priorità del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) sono diverse e allineate con le strategie europee e internazionali. Come richiesto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è necessario mantenere lo stato di paese libero dalla polio. L’OMS, inoltre, ha l'obiettivo di eliminare entro il 2020 il morbillo, quindi è necessario perseguire gli obiettivi del Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, attivo in Italia da circa 15 anni, rafforzandone le azioni sul territorio italiano.

Le altre priorità sono legate al tipo di offerta per il raggiungimento di coperture vaccinali elevate (uguali o superiori al 95%). L'offerta deve essere attiva e gratuita nelle fasce d’età indicate e nei gruppi di popolazione considerati a rischio e deve essere aumentato l’impegno per rendere quanto più semplice e agevole l'accesso alla vaccinazione da parte dei cittadini.

I piani vaccinali regionali non devono mancare di azioni dedicate ai gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili (come ad esempio i nomadi) e con bassa copertura vaccinale, al fine di evitare che si creino gruppi di persone non vaccinate dalle quali si possano originare focolai epidemici di malattie prevenibili con la vaccinazione con conseguente diffusione nella popolazione.

Inoltre, il Piano si pone tra gli obiettivi quello di completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali, promuovere nella popolazione generale e nei professionisti sanitari una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del PNPV, favorire, attraverso una collaborazione tra le istituzioni nazionali e le società scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.

Entro il 2019 il Piano prevede:

  • completamento della vaccinazione anti-HPV a favore dei maschi undicenni per la coorte dei nati nel 2007, con il completamento a recupero della coorte dei nati nel 2006 qualora non raggiunti nel corso del 2017
  • introduzione della vaccinazione anti-rotavirus a tutti i nuovi nati a partire dalla coorte 2018
  • introduzione della 5° dose di vaccino anti-poliomielite nell'adolescente
  • introduzione della vaccinazione anti-herpes zoster nei soggetti di 65 anni di età

Prossimo aggiornamento: 18 Aprile 2020

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