Introduzione

Ebola

Il virus Ebola causa una grave malattia, conosciuta come febbre emorragica, nell’uomo e nei primati non umani (scimmie, gorilla e scimpanzé).

La febbre emorragica è spesso mortale se non curata rapidamente. Il virus, identificato nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan, si trasmette mediante contatto diretto con sangue, fluidi corporei e tessuti di persone o di animali infetti. Il tempo di incubazione della malattia varia tra i 2 e i 21 giorni. La mortalità, se la malattia non viene curata immediatamente, è molto alta con una percentuale di morti compresa tra il 50 e il 90%.

La rapida progressione dell'infezione complica ulteriormente la gestione della malattia poiché offre poche possibilità all’organismo umano di sviluppare un'adeguata difesa immunitaria. Attualmente non esiste una terapia antivirale specifica nonostante siano in fase di valutazione una serie di trattamenti quali emoderivati (derivati del sangue), terapie immunitarie e terapie farmacologiche. La cura principale consiste quindi nel sostenere l’organismo in senso generale e ridurre i disturbi (sintomi), con effetti positivi sulla sopravvivenza. Nel novembre 2019 l’Agenzia Europea per i Medicinali ha autorizzato il primo vaccino per il virus Ebola che soddisfa i requisiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per qualità, sicurezza ed efficacia. 

Sintomi

La malattia da virus Ebola, precedentemente nota come febbre emorragica da virus ebola, è una grave malattia infettiva. I disturbi (sintomi) iniziano da due giorni a tre settimane dopo aver contratto il virus.

I principali disturbi che identificano l’infezione compaiono bruscamente e inizialmente comprendono:

Nel tempo, i disturbi (sintomi) diventano sempre più gravi e possono includere:

  • spossatezza
  • nausea e vomito
  • diarrea
  • occhi rossi
  • eruzione cutanea
  • insufficienza renale ed epatica
  • grave perdita di peso
  • lividi
  • emorragie interne o esterne con sanguinamento dagli occhi
  • sanguinamento dalle orecchie, dal naso e dal retto, prima della morte 

Cause

Il virus Ebola è un virus a RNA (Acido Ribonucleico) appartenente alla famiglia dei Filovirus. Colpisce principalmente l'uomo e i primati (scimmie, gorilla e scimpanzé) ma ne sono portatori anche altri animali come ad esempio suini, antilopi e pipistrelli della frutta. Alla famiglia dei Filovirus appartengono anche il genere Marburgvirus e Cuevavirus.

All'interno del genere Ebolavirus sono state identificate sei specie:

  • Zaire (ZEBOV), associato al più alto tasso di mortalità; è questo il virus che ha causato la recente epidemia nella Repubblica Democratica del Congo (2018-2019) e la grande epidemia dell'Africa occidentale (2014-2016)
  • Sudan (SEBOV), localizzato in Africa
  • Taї Forest (TAFV), localizzato in Africa
  • Bundibugyo (BDBV), localizzato in Africa
  • Reston (RESTV), localizzato nelle Filippine, è l'unico sottotipo che non provoca la malattia negli esseri umani ma infetta suini e primati non umani (come scimmie, gorilla e scimpanzé)
  • Bombali (BOMV), localizzato in Africa

Si può contrarre il virus Ebola attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei di animali (pipistrelli della frutta, scimpanzé, gorilla, scimmie, antilopi o istrici) o di persone infette.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il virus è introdotto nella popolazione umana attraverso la gestione di un animale selvatico infetto, malato o morto. Macellare o mangiare le carcasse infette e entrare a stretto contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali malati può contribuire a diffondere il virus.

Le persone infettate dal virus Ebola, invece, in genere diventano contagiose quando compaiono i disturbi (sintomi). Si può contrarre l'Ebola attraverso il contatto diretto con le mucose, le ferite o con i liquidi corporei (sangue, saliva, urine, feci, sperma) di chi è malato. Anche oggetti, aghi o indumenti sporchi contaminati con i fluidi corporei (come sangue, feci, vomito) di una persona malata o dal corpo di una persona morta di Ebola possono trasmettere il virus.

I membri della famiglia sono spesso infettati mentre si prendono cura dei parenti ammalati o preparano i morti per la sepoltura.
Il personale medico può essere infettato a causa dello stretto contatto con i malati e dell'uso insufficiente dei dispositivi di protezione (maschere chirurgiche, camici, guanti in lattice ed occhiali).

Per la maggior parte delle persone, il rischio di contrarre l'Ebola è estremamente basso. Aumenta, però, se si visitano regioni dell'Africa dove il virus è presente o si sono verificate epidemie in passato. Casi confermati della malattia sono stati segnalati nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan, Gabon, Uganda e Costa d'Avorio.

Diagnosi

La diagnosi (accertamento) della malattia da virus Ebola è difficile nelle fasi iniziali dell'infezione perché i primi disturbi (sintomi) sono simili a quelli di altre malattie infettive, come il tifo e la malaria. La storia della persona malata, in particolare il racconto di frequenti viaggi o attività di lavoro che hanno comportato l’esposizione ad animali selvatici, sono importanti per ipotizzare la presenza della malattia.

In caso di sospetto, i medici possono utilizzare alcuni test di laboratorio per confermare la presenza del virus nel giro di pochi giorni. I campioni di sangue delle persone infettate presentano un rischio biologico estremo e le prove devono essere condotte su campioni inattivati o solo in condizioni di massimo contenimento biologico, ossia di massima sicurezza.

La diagnosi (accertamento) dell'infezione da virus Ebola viene effettuata utilizzando diversi metodi di laboratorio che rilevano:

  • anticorpi rivolti contro il virus (ELISA, Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay)
  • antigeni virali
  • genoma virale, mediante la tecnica della RT-PCR (reazione a catena della polimerasi con retrotrascrizione)
  • presenza del virus, inoculando una piccola quantità di sangue in colture cellulari

Nuovi test sono stati sviluppati per individuare il virus Ebola in campioni di saliva o di urine e consentire così una diagnosi (accertamento) più rapida della malattia.

Terapia

Non esistono cure specifiche per la malattia da virus Ebola. Per questo, la terapia consiste in cure ospedaliere per alleviare i disturbi (sintomi):

Nuove terapie farmacologiche, immunitarie o a base di derivati del sangue (emoderivati) sono attualmente in fase di valutazione. Finora, però, nessun farmaco antivirale si è dimostrato efficace nel trattamento dell'infezione da Ebola. Nel novembre 2019 l’Agenzia Europea per i Medicinali ha autorizzato il primo vaccino per il virus Ebola che soddisfa i requisiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per qualità, sicurezza ed efficacia. Tale vaccino si è dimostrato efficace nel proteggere le persone dal virus Ebola Zaire, la specie virale associata al più alto tasso di mortalità.

Prevenzione

Per la maggior parte delle persone il rischio di contrarre la febbre emorragica da Ebola è estremamente basso. Anche per il viaggiatore che visita o lavora in aree in cui si sono verificati casi di virus Ebola il rischio rimane basso. Tuttavia, dipendendo dalla possibilità di essere esposti al virus, il rischio aumenta svolgendo le seguenti attività:

  • gestione di malati, in ambito familiare o sanitario
  • preparazione alla sepoltura dei malati deceduti, con contatto diretto con il loro corpo
  • manipolazione di animali infetti, vivi o morti. Ad esempio, scimmie, gorilla, scimpanzé (primati), antilopi della foresta, maiali, istrici o pipistrelli della frutta

Allo scopo di evitare l'infezione da virus Ebola, è utile ridurre o evitare il contatto con gli animali selvatici, non toccare carne cruda di animali che potrebbero essere infetti (principalmente pipistrelli della frutta e primati) e cuocerla prima di consumarla. Per ridurre il rischio di trasmissione da uomo a uomo deve essere evitato lo stretto contatto fisico o ravvicinato con le persone infette. Guanti e adeguati dispositivi di protezione individuale devono essere indossati durante la visita ai malati in ospedale.

Complicazioni

La malattia da virus Ebola può causare gravi conseguenze che includono:

  • insufficienza d'organo multipla (danno al fegato, insufficienza renale ecc.)
  • emorragia gastrointestinale
  • coagulazione del sangue all’interno dei vasi sanguigni (intravascolare)
  • colorazione gialla degli occhi e delle mucose (ittero)
  • perdita di coscienza
  • coma
  • shock da diminuzione della quantità di sangue in circolo (shock ipovolemico), condizione che si instaura quando la quantità di sangue presente nei vasi sanguigni è pari a un quinto del normale

Nelle persone che sopravvivono, il recupero è lento e può essere accompagnato da diversi problemi medici, anche dopo il superamento della fase acuta. Le complicazioni della malattia che possono comparire in convalescenza includono:

  • perdita dei capelli
  • epatite
  • debolezza
  • mal di testa
  • infiammazione degli occhi
  • disturbi del sistema nervoso centrale

Vivere con

Il virus Ebola è uno dei virus più aggressivi noti alla scienza, mortale in circa il 50-90% dei casi. La sopravvivenza sembra dipendere dal ceppo virale e dalla risposta iniziale all'infezione da parte del sistema di difesa dell’organismo (risposta immunitaria). Tuttavia, non è ancora noto il motivo per cui alcune persone sopravvivono, mentre altre no, né i meccanismi specifici che rendono il virus Ebola capace di causare una malattia così aggressiva.

Bibliografia

World Health Organization (WHO). Ebola Virus Disease. Fact sheet n.103  (Traduzione a cura del Ministero della Salute - Direzione generale della prevenzione)

Prossimo aggiornamento: 21 Settembre 2023

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