Introduzione

Cirrosi biliare primitiva

La cirrosi biliare primitiva, conosciuta anche con il nome di colangite biliare primitiva, è una malattia del fegato caratterizzata da una infiammazione cronica dei piccoli dotti biliari.

Colpisce maggiormente le donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Si ritiene che la causa della malattia sia una reazione autoimmune, vale a dire una reazione del sistema di difesa dell'organismo che non riconosce le cellule dei dotti biliari come proprie e le aggredisce distruggendole. Come conseguenza, si verifica una infiammazione cronica che, se non curata, porta a fibrosi e a distruzione dei dotti biliari.

Le cellule del sistema immunitario responsabili della malattia sono i linfociti T, un tipo di globuli bianchi che ha anche il compito di difendere l'organismo dalle infezioni. Se non si interviene in tempo, la malattia evolve progressivamente verso la cirrosi e l'insufficienza epatica.

Sintomi

La prima fase della malattia, di solito, non causa disturbi (sintomi) e può capitare che venga scoperta per caso durante analisi cliniche eseguite per altre ragioni. Successivamente, in periodi variabili da persona a persona, compaiono disturbi che includono:

  • prurito
  • stanchezza
  • secchezza degli occhi e della bocca
  • dolori alle ossa e alle articolazioni
  • dolore o fastidio nella parte superiore destra della pancia (addome)
  • problemi a dormire la notte e sentirsi molto assonnati durante il giorno
  • vertigini quando ci si alza in piedi (ipotensione posturale o ortostatica)

È importante ricordare che non sempre l'intensità dei disturbi (sintomi) è correlata al livello di danno del fegato. Può accadere che alcuni individui abbiano disturbi seri senza che il fegato sia danneggiato in modo grave; altri, invece, possono percepire fastidi molto leggeri e avere il fegato fortemente compromesso.

Con il progredire della malattia verso la cirrosi possono manifestarsi:

  • ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi (ittero)
  • gonfiore di gambe, caviglie e piedi (edema)
  • accumulo di liquido nella pancia (ascite)
  • depositi di grassi nella pelle, intorno agli occhi e sotto le palpebre (xantelasmi)
  • depositi di grassi nelle mani e nei piedi e a livello dei gomiti e delle ginocchia (xantomi)
  • urine scure e feci pallide
  • tendenza al sanguinamento e alla comparsa di ecchimosi
  • problemi di concentrazione e di memoria

Cause

Le cause della malattia non sono ancora del tutto chiare, ma molto probabilmente si tratta di una reazione autoimmune, in altre parole di un errore del sistema di difesa dell'organismo che non riconoscendo come proprie le cellule dei dotti biliari le aggredisce e le distrugge.

Il fegato produce la bile, un liquido di colore giallo-verdastro che aiuta la digestione e favorisce l'eliminazione di alcuni prodotti di scarto quali, ad esempio, la bilirubina, il colesterolo in eccesso e le sostanze che derivano dal metabolismo dei farmaci. La bile è trasportata dal fegato alla cistifellea attraverso i dotti biliari per essere poi rilasciata nell'intestino tenue. La malattia interessa solo i canalicoli biliari che si trovano all'interno del fegato e le cellule epatiche nelle vicinanze. Inizia con l’infiammazione dei dotti biliari e il blocco del passaggio della bile dal fegato all'intestino. Come conseguenza, la bile rimane nelle cellule epatiche causando infiammazione. Man mano che il processo infiammatorio aumenta si sviluppa una rete di tessuto cicatriziale (fibrosi) che via via sostituisce il tessuto epatico causando insufficienza epatica e cirrosi.

La cirrosi biliare primitiva, spesso, compare in persone con altre malattie autoimmuni quali l'artrite reumatoide, la sclerodermia, la sindrome di Sjögren o la tiroidite autoimmune.

È più frequente nelle donne con età compresa tra i 40 e i 60 anni (rapporto donne-uomini pari a 9:1) ma può comparire in entrambi i sessi a qualsiasi età e tende colpire più persone nella stessa famiglia.

Diagnosi

Negli stadi iniziali la malattia può provocare disturbi lievi o non causarne affatto (asintomatica). Per questo, spesso è scoperta solo per la presenza di valori alterati nelle analisi del sangue eseguite per controlli periodici o per altri motivi.

Se il medico sospetta una cirrosi biliare primitiva potrebbe prescrivere:

Per accertare lo stadio della malattia (diagnosi) può essere necessaria una biopsia epatica, vale a dire il prelievo di un piccolo pezzetto di tessuto del fegato da esaminare al microscopio.

Terapia

Le terapie per i malati di cirrosi biliare primitiva hanno lo scopo di rallentare il più possibile il danno al fegato e di ridurre i disturbi (sintomi).

Acido ursodesossicolico

La terapia comune per la cura della cirrosi biliare primitiva è rappresentata dalla somministrazione di acido ursodesossicolico (UDCA), un acido biliare presente naturalmente nella bile che, se preso nelle fasi iniziali della malattia, si è dimostrato efficace nel ridurre la progressione dell’infiammazione e della fibrosi. È un medicinale ben tollerato, somministrato per bocca e può essere necessario prenderlo per il resto della vita. Per controllare il funzionamento del fegato possono essere richieste regolarmente analisi del sangue specifiche per vedere la risposta al farmaco. Se dopo un anno di cura non ci sono miglioramenti potrebbero essere necessarie altre terapie.

Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) dell’acido ursodesossicolico includono:

Acido obeticolico

L'acido obeticolico (OCA) è una nuova cura che serve ad aumentare il flusso di bile dal fegato alla cistifellea evitando il ristagno della bile nel fegato e la conseguente infiammazione. L'acido obeticolico può essere utilizzato come unica terapia oppure può essere somministrato in combinazione con l’acido ursodesossicolico (UDCA) qualora quest’ultimo non sia risultato molto efficace.

La cura con l’acido obeticolico può avere come effetto collaterale la comparsa di prurito. Se è molto forte è possibile ridurre la dose del farmaco o utilizzare dei medicinali per farlo diminuire.

Cura del prurito

La colestiramina è un farmaco molto usato per curare il prurito associato alla cirrosi biliare primitiva. In genere, è somministrata per bocca sotto forma di polvere sciolta in acqua. Poiché ha un sapore sgradevole, può essere assunta anche con succhi di frutta. Prima che i disturbi (sintomi) inizino a migliorare possono trascorrere alcune settimane. Acido ursodesossicolico (UDCA) e colestiramina non devono essere presi nello stesso momento perché la colestiramina può influenzare l'assorbimento di UDCA.

Tra gli effetti indesiderati (effetti collaterali) più comuni della colestiramina sono presenti:

È importante sapere che l'uso di colestiramina per lunghi periodi di tempo, può diminuire la capacità di assorbimento dal cibo delle vitamine A, D e K. In questo caso, il medico potrebbe prescrivere un supplemento di vitamine.

Cure alternative per il prurito

Se il prurito non migliora con l'impiego della colestiramina, il medico potrebbe prescrivere:

L'uso regolare di creme idratanti può essere utile ad evitare che la pelle si secchi troppo e a ridurre il prurito.

Come gestire il senso di fatica

Al momento non ci sono farmaci specifici per curare la forte stanchezza, tipica dei malati di cirrosi biliare primitiva. Anche altre cause, come l'anemia, l'apnea notturna e la depressione, possono provocarla e spetta al medico prescrivere delle indagini per escluderle.

Organizzare la propria giornata tenendo presente che ci si sente stanchi, può migliorare molto la qualità della vita. Se si ha difficoltà ad addormentarsi può essere molto utile evitare caffeina, nicotina ed alcol, soprattutto di sera, e mantenere un ambiente confortevole nella stanza in cui si dorme.

Cura della secchezza della bocca e degli occhi

Per alleviare la secchezza della bocca e degli occhi, il medico può raccomandare l’uso di lacrime artificiali o prodotti sostitutivi della saliva. In questi casi è importante mantenere una buona igiene della bocca e andare regolarmente dal dentista perché potrebbe aumentare il rischio di carie.

Trapianto di fegato

Il trapianto di fegato rappresenta il migliore trattamento quando la malattia è in fase avanzata ed è a rischio la vita. Dopo il trapianto, in alcune persone la cirrosi biliare primitiva può comparire nuovamente, ma è raro che diventi grave.

Il trapianto di fegato cura il prurito e gli altri disturbi (sintomi), ma la sensazione di forte stanchezza può rimanere.

Dopo un trapianto di fegato più di 9 persone su 10 sono ancora in vita dopo un anno e più di 8 su 10 vivono almeno altri 5 anni. Oggi è comune che le persone trapiantate stiano in buona salute anche dopo più di 20 anni dal trapianto.

Aiutarsi da soli

Le persone malate di cirrosi biliare primitiva possono auto-aiutarsi seguendo alcuni consigli generali quali:

  • smettere di fumare
  • mantenere il peso e non ingrassare
  • ridurre o evitare il consumo di alcolici
  • fare attività fisica regolare e moderata
  • evitare i farmaci che possono danneggiare il fegato, quali ad esempio gli anti-infiammatori non steroidei come l’aspirina e l'ibuprofene. È consigliabile chiedere sempre al medico curante quali farmaci siano da evitare e ricordarsi di comunicare sempre al personale sanitario di essere malati di cirrosi biliare primitiva

Bibliografia

Kouroumalis E, Samonakis D, Voumvouraki A. Biomarkers for primary biliary cholangitis: current perspectives. Hepatic Medicine: evidence and research. 2018; Jun 18(10): 43-53

Prossimo aggiornamento: 27 Febbraio 2022

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