Introduzione

Le scottature solari sono infiammazioni della pelle provocate dall'eccessiva esposizione alla luce del sole.
Il Sole emette diversi tipi di raggi che colpiscono la Terra, tra cui i raggi ultravioletti, che sono invisibili ai nostri occhi, ma molto potenti. Conosciuti anche come raggi UV, sono in grado di stimolare la produzione di melanina nella pelle, la sostanza che scurisce la pelle. L’abbronzatura è, in effetti, un meccanismo di difesa naturale del nostro corpo. Ma quando l’esposizione è troppo intensa o prolungata, la pelle non riesce a difendersi abbastanza in fretta, e può quindi “bruciarsi”.
Anche le lampade abbronzanti, presenti in palestre e centri estetici emettono raggi UV: non sono meno pericolose, anzi, in alcuni casi lo sono di più perché concentrano in pochi minuti una quantità elevata di radiazioni.
Non tutti hanno la stessa “resistenza” al sole. Questo dipende dal fototipo, cioè dal tipo di pelle e dalla sua capacità di produrre melanina. Si parla, infatti, di fototipo individuale, ossia il tipo e la colorazione della pelle: chi ha la carnagione scura, dotata per natura di una più alta concentrazione di melanina, è meno sensibile agli effetti dei raggi UV, mentre chi ha una pelle chiara, spesso con capelli biondi o rossi e occhi azzurri, caratteristiche delle popolazioni del nord Europa, tende a scottarsi più facilmente. Il colore della pelle viene generalmente suddiviso in chiaro, bruno, nero.
Pelle chiara
Le persone con pelle chiara, nonostante l'esposizione al sole, sono quelle che normalmente non si abbronzano (fototipo I), si abbronzano poco e con grande difficoltà (fototipo II), oppure si abbronzano ad un livello medio (fototipo III), ma dopo un iniziale arrossamento della pelle (eritema).
Pelle bruna
Le persone di pelle bruna (fototipi IV e V) riescono ad abbronzarsi più facilmente e senza arrossamenti iniziali.
Pelle nera
Le persone di pelle nera (fototipo VI) si abbronzano senza rischi.
È ciò che avviene nelle popolazioni delle zone tropicali.
L’arrossamento iniziale della pelle (eritema) è causato dai raggi UV sia di tipo A (UVA), che hanno una lunghezza d'onda maggiore e penetrano più profondamente nel derma causando invecchiamento cutaneo e rughe; che dai raggi UV di tipo B (UVB), dotati di una lunghezza d’onda inferiore, e quindi più penetranti, e in grado di provocare alla lunga anche processi infiammatori. Per questo, sono chiamati spettro ustionante.
Esiste anche una scala di valutazione dell’ustione solare con una sua precisa unità di misura. È chiamata Indice Universale della Radiazione UV Solare o UVI, e indica la dose minima di raggi UV in grado di causare un arrossamento della pelle in una certa area a seguito di una singola irradiazione (dose eritematogena). La dose minima nei fototipi I, II e III, tipici della popolazione italiana, è calcolata come la fotoesposizione della pelle per 20 minuti a mezzogiorno nel mese di giugno per le radiazioni UVA, e per 120 minuti per le radiazioni UVB.
Altro elemento da considerare è che non tutte le parti del corpo sono ugualmente sensibili agli effetti dei raggi UV. Le parti sporgenti, come naso e orecchie, o più delicate, come labbra e occhi, o il cranio privo di capelli, sono più sensibili. Lo stesso vale per il viso e le braccia, che sono normalmente più esposte alla luce solare durante tutto l’anno e che risultano, quindi, più protette rispetto a spalle e busto. Inoltre, bambini e anziani hanno, generalmente, una pelle più delicata degli adulti e, pertanto, devono esporsi ai raggi UV prestando maggiore attenzione. Anche l’ora del giorno è importante: durante le stagioni più calde, quando il sole è maggiormente perpendicolare, la quantità di raggi UV che raggiungono la pelle è maggiore.
Un altro elemento che può aumentare pericolosamente il rischio di scottarsi è la presenza di superfici come acqua, sabbia o neve che riflettendo i raggi del sole aumentano in misura notevole l’assorbimento cutaneo di raggi UV.
Segnali e sintomi - Come si manifestano le scottature solari e quali sono i rischi
Il segnale più comune della scottatura solare di livello più basso, l’eritema, consiste nell'arrossamento della pelle, che si manifesta dopo alcune ore di esposizione al sole. Se si continua a rimanere esposti ai raggi solari si passa ad una scottatura vera e propria con gonfiori della pelle (edemi) e prurito intenso. Nelle forme più gravi si presentano anche bruciore, dolore forte e bolle d’acqua nelle zone colpite, con danni cutanei più o meno profondi e diffusi, a seconda delle zone e del tempo di esposizione.
Oltre ai sintomi locali, può comparire malessere generale, mal di testa, febbre, forte disidratazione. Una prolungata esposizione ai raggi UV può provocare danni al DNA delle cellule della pelle la caduta delle cellule epiteliali morte spiega perché le zone scottate tendono a spellarsi. Se il normale meccanismo di autoriparazione cellulare risulta insufficiente, infatti, bisogna attendere un ricambio completo della pelle delle zone colpite. Si tratta di un naturale meccanismo di difesa dell’organismo, così come la comparsa di un’abbronzatura nelle parti soggette ad ustione. La produzione di melanina, infatti, va intesa come uno scudo prodotto dal corpo contro eventuali, successive esposizioni al sole.
Nei casi più gravi di insolazione con eritemi e lesioni cutanee, possono comparire mal di testa, brividi, febbre, nausea, vomito. Ciò avviene soprattutto nei soggetti con fototipo di tipo I e II che possono esserne colpiti anche dopo brevi esposizioni ai raggi UV; in casi estremi, si può arrivare anche alla confusione mentale e alla perdita di conoscenza.
Nei casi di ustioni gravi, le cellule che sopravvivono possono diventare cellule cancerose e dar luogo, con il passare del tempo, a tumori della pelle. In ogni caso, arrossamenti e scottature solari, vanno considerati delle vere e proprie ustioni di I e II grado. Anche se, rispetto al danno causato da un’ustione diretta (fiamma viva, raggi infrarossi, microonde, superfici calde), la reazione della pelle al Sole avviene con qualche ora di ritardo rispetto al danno innescato dai raggi ultravioletti. Difficilmente ci si rende conto della sua gravità.
Ma i danni causati alla pelle dalla prolungata esposizione ai raggi solari non sono solo quelli di tipo immediato. La prima conseguenza a lungo termine, soprattutto per alcune categorie di lavoratori come pescatori, marinai, operatori balneari, è il progressivo invecchiamento della pelle, con disidratazione e formazione di rughe, perdita di elasticità, alterazioni della struttura cellulare. Per quanto riguarda gli occhi, che sono particolarmente sensibili alle radiazioni UV, i rischi sono quelli di sviluppare una fotocheratite e una cataratta. In alcuni casi possono manifestarsi melanomi e tumori cutanei.
Consigli utili
Cosa fare in caso di scottature? Innanzitutto, evitare ulteriori esposizioni ai raggi solari, mettendosi all'ombra o, meglio, in un luogo chiuso.
Se l’arrossamento (eritema) non è eccessivamente grave ed esteso, bisogna applicare spugnature di acqua tiepida o fresca (mai troppo fredda) per alleviare il bruciore e, successivamente, applicare creme emollienti e idratanti sulle parti interessate.
Se il livello di scottatura è notevole, è opportuno utilizzare una pomata contenente idrocortisone allo 0,5% ma, se le zone colpite sono molto estese, è bene usare questo farmaco solo dopo aver consultato il medico.
Non vanno assolutamente utilizzati prodotti contenenti antistaminici, poiché potrebbero causare reazioni allergiche per esposizione alla luce solare.
Per alleviare il dolore dovuto a eritemi ed edemi o in caso di presenza di bolle d’acqua, è possibile assumere un analgesico semplice da prendere per bocca, come quelli a base di paracetamolo o ibuprofene.
Inoltre, poiché le scottature solari di ogni livello sono causa di disidratazione, bisogna bere molta acqua, preferibilmente a temperatura ambiente.
Non bisogna assolutamente coprire la pelle con bende o altri materiali nell'intento di proteggerla, perché la cute ha bisogno di respirare e di essere idratata per lenire l’effetto delle scottature.
Così come per le vesciche, non bisogna rompere le bolle d’acqua, perché ciò potrebbe causare infezioni batteriche o, comunque, rallentare i tempi di guarigione; al contrario, la cosa migliore è far sì che il liquido che si è formato possa con il tempo essere riassorbito all'interno della pelle stessa.
Quando l’intensità delle scottature solari non è tanto grave da doversi sottoporre a cure mediche, è possibile intervenire sulle zone colpite con una serie di rimedi naturali: pomate a base di aloe vera, dalle forti proprietà antisettiche e cicatrizzanti, e pomate a base di calendula, molto utilizzate nei casi di lesioni della pelle. L'aloe riduce anche l'effetto di esfoliazione della pelle. Per fare impacchi e spugnature, invece della semplice acqua fresca o leggermente tiepida, si può usare un infuso di camomilla, eventualmente aggiungendo dell'olio essenziale di calendula, sempre per le proprietà lenitive di questi due fiori. Nel caso di scottature di lievi entità, si può strofinare delicatamente la pelle con olio essenziale di menta o di eucalipto, o tutti e due insieme, uniti a dell’acqua.
Se i sintomi più gravi (mal di testa, febbre, brividi, vomito, nausea) durano per più di due giorni, soprattutto in presenza di febbre superiore ai 38° con battiti del cuore accelerati e aumento della frequenza respiratoria, è opportuno consultare immediatamente il medico.
Prevenzione
Per evitare scottature e godere dei benefici del sole, è consigliato adottare alcune precauzioni, che possono variare in base a fototipo, stagione, ora del giorno, luogo, quantità di insolazione. Prima regola, che vale per tutti, è quella di esporsi in maniera graduale ai raggi del sole.
L'esposizione naturale e graduale al sole, infatti, stimola l'organismo a produrre maggiori dosi di melanina, consentendo quindi anche alla pelle di scurirsi gradualmente e in maniera uniforme.
Per i fototipi più sensibili (I, II, ma anche III) è sempre consigliabile esporsi al sole con un’adeguata copertura (abiti, cappelli, occhiali scuri) per prevenire arrossamenti (eritemi), edemi e scottature solari.
Le creme solari sono indubbiamente il primo strumento per prevenire le scottature e vanno utilizzate e scelte in base al fototipo individuale: i tipi I, II e III, ad esempio, hanno bisogno di creme ad alta protezione, altissima nel caso di bambini piccoli, anziani e persone con la pelle particolarmente delicata.
Va sempre ricordato che le creme solari, una volta applicate sul corpo e sul viso, hanno una durata limitata nel tempo, anche quelle cosiddette resistenti all'acqua (waterproof); è bene, dunque, applicare la crema ogni tre ore circa, in particolar modo dopo un bagno prolungato o una sudorazione abbondante. Più ci si abbronza, più si può ridurre il livello di protezione della crema solare.
Attenzione va posta anche a non farsi ingannare dalle giornate ventose, che fanno percepire meno il calore. La sensazione di calore, infatti, è data dai raggi infrarossi mentre quelli ultravioletti sono freddi e non si avvertono. Quando il cielo è nuvoloso i raggi UV colpiscono la pelle perché passano anche attraverso le nubi che li diffondono ad ampio raggio.
Poiché la sabbia, come l'acqua, la neve e tutte le superfici chiare, ha un alto potere riflettente che aumenta l'assorbimento da parte della cute, bisogna fare attenzione anche quando si sta sotto l’ombrellone. L’acqua, inoltre, agisce come una lente di ingrandimento, esponendo la pelle a un rischio decisamente maggiore di scottature.
Per quanto riguarda il periodo di esposizione al sole, sono consigliabili le prime ore della giornata o del tardo pomeriggio, quando i raggi del sole sono più obliqui e meno caldi; in questo modo la melanina ha il tempo di essere stimolata adeguatamente, evitando le scottature.
Lo stesso vale per la stagionalità: il sole di maggio, agosto e settembre (a differenza di quanto comunemente si crede) è meno diretto, perché i raggi sono meno perpendicolari alla superficie terrestre; sono questi, quindi, i periodi migliori per iniziare a prendere il sole.
In misura minore, ma pur sempre importante, incide la località: in Sicilia il sole scotta di più che in Toscana, così come in pianura è meno pericoloso che in alta montagna, dove giunge sulla pelle con duemila metri in meno di filtro atmosferico.
Anche una corretta alimentazione può aiutare nella prevenzione delle scottature solari. Consumare cibi ricchi di vitamina C, vitamina E, beta-carotene, zinco, selenio, potassio diminuisce i rischi; via libera, quindi, a alimenti tipicamente estivi come pesche, albicocche, agrumi, kiwi, pomodori, peperoni, spinaci, olio di oliva, pane integrale. Forse non è un caso che questi alimenti siano alla base della dieta mediterranea.
In conclusione, per prevenire le scottature solari bisogna evitare di esporre la pelle al sole senza protezione per lunghi periodi, in orari e luoghi inappropriati. Laddove si verifichino, le scottature non vanno sottovalutate per non lasciar degenerare gli eritemi in danni maggiori e più gravi, sia immediati che futuri.
Inoltre, bisogna resistere alla tentazione di abbronzarsi rapidamente e a ogni costo, soprattutto fuori stagione sottoponendosi a docce solari e lampade. Seppur quelle di nuova generazione siano schermate in maniera migliore, rispetto al passato, si tratta sempre di una massiccia dose di raggi UV assorbita dalla pelle nel giro di poco tempo.
Aspetti di genere
Quando si parla di scottature solari, è importante tenere conto delle differenze di genere e delle fasi della vita. La pelle non è uguale per tutti, e neanche il modo in cui reagisce al sole o si protegge dai danni. Se gli uomini hanno una pelle più spessa, questo non li protegge del tutto dai danni a lungo termine, mentre la pelle dei bambini è molto delicata in quanto non ha ancora sviluppato pienamente i meccanismi di difesa (come la produzione di melanina). Gli anziani presentano, invece, un rischio maggiore di danni cutanei, sia immediati (scottature) che a lungo termine (rughe, tumori della pelle), dato che con l’avanzare dell’età la pelle diventa più fragile e sottile, perde di elasticità e si disidrata più facilmente.
Un discorso a parte merita la pelle delle donne che, in alcune fasi della vita, come la gravidanza o la menopausa, possono essere più sensibili al sole per via delle variazioni ormonali. Gli ormoni, infatti, possono rendere la pelle più reattiva o fragile, con maggiore tendenza a sviluppare macchie scure (come il melasma). Inoltre, le donne hanno in media una pelle più sottile rispetto agli uomini e potrebbero scottarsi più facilmente, soprattutto sul viso.
BOX DATI - La dimensione del problema
L’esposizione cronica ai raggi UV aumenta notevolmente il rischio di tumori cutanei, in particolare melanoma e carcinomi non melanomatosi. In particolare, secondo quanto riportato da Epicentro dell’SS, l’incidenza del melanoma è in costante aumento, soprattutto nei soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni e con carnagione chiara (Video). Un tempo considerato raro, oggi si stimano circa 100.000 nuovi casi all'anno a livello mondiale, con un incremento marcato tra le popolazioni europee o di origine europea. In Italia si registrano circa 7.000 nuovi casi all’anno, con tassi di mortalità più alti al Nord rispetto al Sud, e picchi significativi in alcune aree come Trieste e il Veneto. L’aumento dell’incidenza è dovuto sia a fattori ambientali, come l’eccessiva esposizione al sole, sia a una maggiore capacità diagnostica, che ha permesso di identificare più melanomi in fase iniziale, soprattutto quelli più sottili. Questo ha migliorato notevolmente la sopravvivenza: oggi circa l’80% dei pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi, contro il 50% negli anni '60.
Anche altri tumori cutanei, come i carcinomi basocellulari e spinocellulari, stanno aumentando. I primi, molto frequenti ma raramente pericolosi, colpiscono anche i giovani e sono legati alle scottature solari, soprattutto durante l’infanzia. I secondi, meno comuni ma potenzialmente metastatici, si sviluppano più spesso negli anziani e in chi è stato esposto al sole per lunghi periodi, come chi lavora all’aperto, per esempio agricoltori o marinai. Nei bambini, il 24% ha già sperimentato scottature ricorrenti, spesso per uso irregolare (leggi la Bufala) o insufficiente della crema protettiva (leggi la Bufala).
Bibliografia
Pathak MA. Sunscreens and their use in the preventive treatment of sunlight-induced skin damage [Sintesi]. The Journal of Dermatologic Surgery and Oncology. 1987;13(7): 739-750
NHS. Skin cancer (non-melanoma) (Inglese)
NHS. Actinic keratoses (solar keratoses) (Inglese)
Sunlight, ultraviolet radiation, and the skin. National Institutes of Health Consensus Development Conference Statement. 1989; 7(8): 1-29
Krasnovidov VS, Lysak VF, Osipovich VK. Povrezhdeniia kozhi i glaz UF-izlucheniem solntsa [Damage to the skin and eyes from solar UV-radiation] [Sintesi]. Kosmicheskaia biologiia i aviakosmicheskaia meditsina. 1991;25(4): 46-50
National Toxicology Program. Ultraviolet-Radiation-Related Exposures. 14th Report on Carcinogens (RoC). 2016
Katiyar SK, Mantena SK, Meeran SM. Silymarin protects epidermal keratinocytes from ultraviolet radiation-induced apoptosis and DNA damage by nucleotide excision repair mechanism. PLoS One. 2011; 6(6): e21410
Link di approfondimento
EpiCentro (ISS). Melanoma
NHS. What is non melanoma skin cancer?
NHS. Actinic keratoses (solar keratoses)
Raymond-Lezman JR, Riskin S. Sunscreen Safety and Efficacy for the Prevention of Cutaneous Neoplasm. Cureus. 2024; 16(3): e56369
Prossimo aggiornamento: 05 Novembre 2027