Introduzione

Piercing

Il piercing consiste nella perforazione di una zona del corpo per introdurvi, a scopo decorativo, anelli, orecchini oppure oggetti di forme e dimensioni diverse, comunemente definiti gioielli.

Esistono varie tipologie di piercing. Esse includono il piercing classico che consiste in un unico foro passante attraversato dal gioiello; il piercing di superficie che invece prevede l'esecuzione, sullo stesso piano, di un foro di entrata e uno di uscita utilizzati per inserire una barra sottocutanea alle cui estremità visibili vengono agganciati i gioielli e il Pocketing o anti-piercing simile al precedente ma con la barra visibile e le estremità poste sotto la cute.

L'ancoraggio dermico (microdermal e dermal), infine, consiste nell'inserire sottocute una placca alla quale viene successivamente avvitato il gioiello.

Quando si decide di farsi applicare un piercing, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un piercer qualificato, in possesso dell’attestato di frequenza di uno specifico Corso di formazione regionale e che operi nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle “Linee guida del Ministero della Sanità per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza” (Circolari del Ministero della Sanità n. 2.9/156 del 5.02.1998 e n. 2.8/633 del 16.07.1998). È necessario, inoltre, che la procedura sia eseguita in un centro autorizzato, dall'autorità competente sul territorio, all'esercizio delle attività di piercing.

Il piercer deve accertarsi che il cliente sia maggiorenne; in caso di minori è obbligatorio il consenso e la presenza di un genitore o tutore.

Prendersi cura di un piercing

Dopo l’esecuzione del piercing è possibile osservare lievi perdite di sangue, arrossamento, indolenzimento, perdita di sensibilità e prurito della zona circostante il foro. Si tratta di fenomeni del tutto normali che tendono a scomparire gradualmente nell'arco di pochi giorni o qualche settimana. La fuoriuscita di liquido chiaro e inodore dalla ferita non deve destare preoccupazione poiché rappresenta la difesa naturale dell'organismo nei confronti del piercing. Si tratta di siero linfatico che, a contatto con l'aria, tende a divenire solido formando delle crosticine.

Per prevenire possibili infezioni, e facilitare il processo di guarigione della ferita, è necessario osservare alcune norme igieniche di base durante il periodo di cicatrizzazione.

La prima regola da rispettare è quella di toccare la parte interessata dal piercing solo dopo aver lavato le mani con acqua calda e sapone liquido ed averle asciugate con un panno di carta usa e getta. Una corretta igiene delle mani permetterà di eliminare germi e batteri evitando che vengano trasferiti alla ferita provocando un’infezione.

Fino a guarigione completa è necessario effettuare la pulizia del piercing due volte al giorno, possibilmente dopo il bagno o la doccia. Si raccomanda di evitare lavaggi più frequenti perché potrebbero infiammare e irritare la ferita, rallentando il processo di cicatrizzazione.

Per eseguire la pulizia del piercing è sufficiente utilizzare una soluzione salina che può essere preparata in casa sciogliendo ¼ di cucchiaino di sale marino in un bicchiere di acqua calda. A seconda dei casi, si può immergere il piercing per qualche minuto nel bicchiere contenente la soluzione oppure si può effettuare un impacco locale imbevendo con essa una garza sterile. Questa procedura consentirà di ammorbidire eventuali secrezioni o crosticine e, quindi, di pulire delicatamente sia il foro d'entrata che quello d'uscita. Una volta ammorbidite o rimosse le crosticine, sempre con estrema cautela, bisogna muovere delicatamente il gioiello, facendolo scorrere su e giù, in modo da consentire alla soluzione salina di penetrare nel canale del piercing.

Concluso il lavaggio, è necessario asciugare il piercing con un panno di carta monouso. È consigliabile evitare l’utilizzo di asciugamani perché potrebbero contenere germi e batteri o lasciare residui di fibre nel piercing.

Per la detersione del piercing si possono utilizzare anche soluzioni o saponi antibatterici non aggressivi. I detergenti antibatterici vanno evitati se il piercing si trova in una zona del corpo particolarmente sensibile e delicata come, ad esempio, la cartilagine dell'orecchio, il labbro, o i genitali perché finirebbero con il perturbare la normale flora batterica locale.

La pulizia del piercing alla lingua prevede un'accurata igiene mediante l'uso di un collutorio, privo di alcol, con cui risciacquare l'interno della bocca dopo ogni pasto. Per il lavaggio dei denti è consigliabile utilizzare uno spazzolino nuovo, dalle setole morbide, con cui rimuovere delicatamente la patina batterica che tende a formarsi nella parte inferiore del gioiello.

Se il piercing interessa il labbro o la guancia, oltre all'igiene del cavo orale, bisogna curare anche la pulizia della parte esterna del foro con la soluzione salina, seguendo le modalità descritte.

È necessario che il piercer rilasci al cliente un promemoria con le indicazioni necessarie per la corretta cura del foro.

Tempi di guarigione

I tempi di guarigione dei piercing dipendono dalla zona del corpo in cui sono applicati. Per la maggior parte sono sufficienti poche settimane; altri, richiedono diversi mesi durante cui bisogna continuare a eseguire ogni giorno le corrette operazioni di pulizia.

Di seguito, i tempi di guarigione previsti per i diversi tipi di piercing. Si tratta di tempi approssimativi, che possono variare considerevolmente da una persona all'altra in base alle capacità individuali di cicatrizzazione dei tessuti, l'igiene e la cura personale, nonché l'eventuale insorgenza di infezioni:

  • lobo dell’orecchio: 6-8 settimane
  • cartilagine dell’orecchio: 4 mesi-1 anno
  • sopracciglio: 6 – 8 settimane
  • narici: 2-4 mesi
  • setto nasale: 6-8 mesi
  • lingua: 4 settimane
  • labbra: 2-3 mesi
  • capezzolo: 3-6 mesi
  • ombelico: 4 mesi – 1 anno
  • genitali femminili: 4- 10 settimane
  • genitali maschili: 4 settimane – 10 mesi
  • guancia: da 2 a 3 mesi
  • impianti dermali (microdermal piercing): almeno 3 mesi

Raccomandazioni

Per le prime due settimane va evitata l'esposizione al sole, alle lampade abbronzanti ed il contatto con la sabbia. Se proprio non si vuole rinunciare all'abbronzatura, è necessario proteggere il piercing con un cerotto traspirante durante l'esposizione al sole o alle lampade. Inoltre:

  • non nuotare nelle prime 24 ore successive all'applicazione del piercing
  • durante la pulizia, controllare periodicamente che il gioiello sia integro e ben avvitato. Evitare di rimuoverlo o sostituirlo prima della guarigione completa, per impedire che il foro si richiuda o sopraggiunga un’infezione
  • non muovere il gioiello al di fuori delle operazioni di pulizia
  • evitare il contatto del piercing con liquidi biologici altrui (ad esempio, saliva e sudore) e con oggetti o accessori utilizzati da altre persone come, per esempio, il telefono o gli auricolari (in caso di foratura dell'orecchio)
  • non usare trucchi, cosmetici, spray e prodotti per la cura e l’igiene personale nell'area circostante il foro
  • evitare qualsiasi attività fisica che possa provocare traumi o lesioni della zona intorno al piercing

La persone che hanno un piercing possono donare il sangue ma devono aspettare quattro mesi dal momento della realizzazione in quanto bisogna considerare l'ipotesi che la strumentazione utilizzata potrebbe essere veicolo di infezioni.

Oltre a questi accorgimenti, di carattere generale, alcuni tipi di piercing richiedono cure e precauzioni particolari:

Lingua: prestare la massima attenzione alla masticazione, soprattutto i primi giorni, per evitare di mordere il gioiello che, in caso di rottura, potrebbe lesionare i denti e la bocca, o essere deglutito. Evitare cibi piccanti, salati e bollenti, irritanti per la ferita. Prediligere cibi e bevande fredde che possano, invece, aiutare a ridurre l'eventuale gonfiore. Astenersi dal sesso orale finché il processo di guarigione non sia completamente terminato.

Ombelico: non indossare indumenti attillati come, ad esempio, collant, cinture, gonne o pantaloni a vita alta, poiché lo sfregamento del piercing contro i tessuti potrebbe irritare la ferita e ritardare i tempi di guarigione.

Genitali: astenersi dai rapporti sessuali durante il periodo di cicatrizzazione o, quantomeno, praticare sesso protetto usando il preservativo. In questa fase, infatti, il rischio di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili è maggiore.

Impianto dermale (o microdermal piercing): l'impianto dermale è composto da una placca, inserita sotto la pelle, cui è ancorato il gioiello visibile all'esterno. Questo tipo di piercing va protetto con cura da traumi e incidenti che, oltre a procurare forte dolore, potrebbero causarne il danneggiamento. In caso di rottura, la placca deve essere sostituita immediatamente altrimenti potrebbe spostarsi sotto la pelle rendendo inevitabile la sua rimozione.

Rischi e complicazioni

Infezioni

Il rischio principale associato al piercing è la possibilità di contrarre un'infezione batterica.

Le infezioni possono essere causate sia dal piercer durante la procedura di foratura, nel caso in cui non vengano rispettate le adeguate condizioni igienico-sanitare, sia successivamente, durante il periodo di cicatrizzazione, da una erronea o mancata esecuzione delle cure post-foro.

Il rischio di trasmissione di virus, come quello dell'epatite B (HBV) e C (HCV) e dell'HIV, durante la foratura può essere minimizzato dall'adeguata formazione dell'operatore e dall'utilizzo, nei centri autorizzati, di aghi e materiali sterili e/o monouso che evitano il possibile contatto con sangue o/e secrezioni infette.

La maggior parte delle infezioni si verificano all'ombelico e all'orecchio. Seguono le infezioni al naso, seno, lingua, palpebre e genitali.

I piercing fatti sulle cartilagini (ad esempio nella parte alta dell'orecchio) hanno maggiori possibilità di infettarsi.

I principali segni di infezione sono:

  • arrossamento e gonfiore crescenti intorno alla ferita
  • pulsazioni o sensazione di calore nella zona in cui è situato il piercing
  • dolore al tatto ed eccessiva sensibilità dell’area circostante il piercing
  • secrezioni maleodoranti di liquido giallastro o verdastro (pus)
  • febbre

In presenza di uno di questi disturbi (sintomi) bisogna consultare immediatamente il medico per evitare che la situazione si aggravi e sopraggiungano complicazioni.

Se identificate precocemente e trattate con farmaci appropriati, le complicanze derivanti da piercing infetti sono estremamente rare. Un ritardo nella cura può invece portare ad un aggravio delle infezioni locali della pelle e dei tessuti molli come formazione di ascessi (aree gonfie piene di pus), perforazione del setto nasale, compromissione delle vie aeree (come l'angina di Ludwig che è una infezione dello spazio sotto la mandibola).

In rari casi, l'infezione potrebbe diffondersi nel sangue provocando sepsi o la sindrome da shock tossico, conseguenze molto gravi e potenzialmente mortali.

Se il piercing è infetto, il medico normalmente prescrive l'applicazione locale di creme antibiotiche, in caso di una lieve infezione, o antibiotici da assumere per bocca, in presenza di una infezione più importante. Se trascurato, l'ascesso potrebbe richiedere il drenaggio chirurgico per consentire al pus di defluire con la conseguente, possibile formazione di antiestetiche cicatrici.

Altri rischi di carattere generale

Tra i rischi generali possono verificarsi:

  • sanguinamento, soprattutto in zone del corpo particolarmente vascolarizzate come la lingua
  • gonfiore della pelle che circonda il piercing
  • formazione di cicatrici esuberanti e in rilievo (cheloidi)
  • reazioni allergiche ai metalli del piercing

Anche in presenza di uno di questi disturbi è necessario rivolgersi ad un medico.

Rischi collegati alla sede del piercing

I piercing possono comportare complicazioni di diverso tipo, a seconda del punto del corpo in cui sono stati eseguiti:

  • lingua, il piercing alla lingua può causare difetti di pronuncia, difficoltà nella masticazione, danni alle gengive, scheggiature dei denti ed è soggetto a un rischio più elevato di sanguinamento. Può, inoltre, provocare l'ostruzione delle vie respiratorie in caso di gonfiore eccessivo della lingua. Se il gioiello inserito danneggia un nervo ciò può causare una paralisi parziale della lingua
  • cartilagini dell’orecchio, i piercing realizzati nella parte superiore dell'orecchio sono più pericolosi di quelli praticati sul lobo poiché possono andare incontro a infezioni e formazione di ascessi con maggior facilità. A volte, la cura a base di antibiotici non basta a garantire la guarigione e può essere necessaria la rimozione chirurgica della cartilagine infetta
  • naso, i piercing inseriti nel naso sono più soggetti a rischio di infezione poiché la superficie interna del naso, non potendo essere agevolmente disinfettata, trattiene batteri
  • genitali: il piercing che interessa i genitali può ostacolare i rapporti sessuali e provocare dolori mentre si urina, soprattutto se applicato sul pene

Controindicazioni

Il piercing è controindicato nelle persone con diabete (più soggette a infezioni e bisogno di più tempo per 'cicatrizzare'), problemi cardiaci (soprattutto difetti valvolari), disturbi del sistema immunitario o che fanno uso di cortisone, farmaci anticoagulanti o antiaggreganti. È, inoltre, sconsigliato nelle donne in gravidanza e durante il periodo di allattamento, nelle persone predisposte alla formazione di cheloidi o con gravi malattie dermatologiche. Non può essere forata, infine, una parte anatomica con cute non integra o con nei.

Prima della foratura il piercer deve informare il cliente sui potenziali rischi e controindicazioni e far compilare il modulo di consenso informato.

Evitare il piercing fai da te

Il piercing eseguito su se stessi, o da persone non professioniste (parenti, amici etc) in ambienti non idonei va assolutamente evitato. In assenza delle procedure e delle attrezzature appropriate, infatti, il rischio di contrarre infezioni e lesionare la pelle è elevatissimo.

Prossimo aggiornamento: 25 Ottobre 2023

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