Introduzione

Echinococcosi cistica

L’echinococcosi cistica umana è una malattia causata dallo stadio larvale del verme del cane Echinococcus granulosus. Questo parassita è diffuso in tutte le parti del mondo dove è diffuso l’allevamento di pecore e capre che sono i principali ospiti intermedi del parassita.

Il verme adulto di pochi mm di lunghezza vive nell’intestino dei cani. Le uova prodotte da questo verme vengono eliminate dai cani con le feci e contaminano i pascoli, il pelo del cane stesso, e l’ambiente circostante. Le uova possono sopravvivere nell’ambiente in condizioni caldo-umide anche per un anno. Quando le uova sono ingerite da pecore, capre, suini e bovini, o accidentalmente dall’uomo, queste raggiungono gli organi interni, il fegato ed i polmoni in particolare, e si accrescono fino a formare delle cisti che possono raggiungere anche i 20-30 cm di diametro.

Il ciclo di questo parassita viene mantenuto dai pastori e dagli allevatori che macellano gli animali fuori dai macelli autorizzati (macellazione a domicilio o familiare), ed utilizzano gli organi interni, in cui sono presenti queste cisti, come cibo per i loro cani. Ingerite dal cane, queste cisti danno origine a vermi che si stabilizzano nell’intestino del cane incominciando a produrre uova.

In Italia l’infezione nell’uomo è diffusa soprattutto in Sardegna e Sicilia e più in generale nell’Italia centro meridionale. Una parte di queste infezioni sono riscontrate in soggetti immigrati da paesi endemici del bacino del mediterraneo o dal Sud-America che hanno acquisito l’infezione nel loro paese di origine e che manifestano la malattia anni dopo.

Sintomi

L’echinococcosi cistica è una malattia cronica i cui disturbi generici più frequenti sono il dolore addominale, la nausea e il calo dell'appetito.

I segni caratteristici sono l’ingrossamento del fegato. Possono passare mesi o anni prima che una persona possa presentare disturbi.

La sintomatologia segue lo sviluppo e le modificazioni della cisti. All’inizio non compaiono disturbi; quando la cisti raggiunge un volume importante possono comparire i disturbi da compressione degli organi adiacenti. Se le pareti della cisti lasciano fuoriuscire piccole quantità del liquido interno (fissurazione o parziale rottura), questo può causare forme tossiche e allergiche, prurito, febbricola, crisi d’asma e orticaria. In caso di rottura della cisti si può avere shock anafilattico.

Nel caso di localizzazione della cisti nel fegato, i disturbi più frequenti sono il senso di peso al fianco destro, ittero, e febbricola. Nel caso di localizzazione polmonare, la comparsa dei disturbi è più precoce in quanto nei polmoni la cisti cresce più in fretta e comprime i bronchi, causando febbre, tosse, orticaria e prurito diffuso, espettorazione talvolta ematica (sangue nel muco che può fuoriuscire durante i colpi di tosse), e dolori toracici.

Cause

L’uomo si infetta per ingestione accidentale delle uova del parassita emesse con le feci dai cani, che si sono infettati nutrendosi coi visceri di pecore e capre infette. Le uova in ambiente caldo/umido possono sopravvivere fino a un anno e possono contaminare verdure (soprattutto quelle a foglia larga), frutta, oggetti vari a contatto con le feci del cane, acqua. Anche sul pelo dei cani infetti si possono trovare uova. La scarsa igiene, il contatto stretto con cani infetti, il consumo di verdure contaminate ed il contatto delle dita con la bocca veicolano l’infezione all’uomo.

Diagnosi

L’esame ultrasonografico (ecografia) è l’approccio diagnostico utilizzato per la diagnosi di echinococcosi cistica. L’indagine radiologica è utilizzata per le cisti polmonari, ossee, muscolari e per identificare cisti calcificate. Si può utilizzare anche l’esame sierologico (ricerca di anticorpi nel siero di sangue), ma è meno affidabile dei primi due, in quanto si possono avere soggetti infetti con sierologia negativa.

Terapia

Non esiste un trattamento standard della echinococcosi cistica. Ogni caso deve essere valutato individualmente in accordo con i principi di base, con l’esperienza clinica e con le effettive disponibilità delle diverse opzioni terapeutiche del centro in cui la persona viene seguita.

Nel corso degli ultimi anni l’asportazione chirurgica della cisti, quando possibile, è stata sostituita da due alternative terapeutiche:

  • trattamento farmacologico con antiparassitari specifici (albendazolo)
  • trattamenti percutanei di aspirazione del contenuto cistico, in particolare l'aspirazione percutanea, seguita dall'instillazione di un agente scolicida (p. es., soluzione fisiologica ipertonica) e dalla riaspirazione (aspirazione percutanea-iniezione-riaspirazione - PAIR, percutaneous aspiration-injection-reaspiration)

Molti casi di echinococcosi cistica, soprattutto se asintomatici, non richiedono un trattamento ma solo di essere seguiti nel tempo per monitorare le cisti. Tuttavia permangono situazioni in cui l’intervento chirurgico si rende necessario.

Prevenzione

La prevenzione si basa sulla messa in atto e il rispetto delle misure di controllo veterinario alla macellazione di pecore e capre, per evitare che i visceri con i parassiti possano infettare i cani. L’attenzione deve essere soprattutto nelle macellazioni a carattere familiare, fatte a domicilio e non in macello.

Buona norma è quella di non alimentare il cane con visceri crudi anche quando di provenienza certa. I cani da pastore e quelli che vivono in aree rurali dovrebbero essere trattati periodicamente contro il parassita con farmaci antiparassitari specifici. Il trattamento del cane con antiparassitari deve essere effettuato sotto stretto controllo veterinario ricoverando il cane in un box in modo da potere distruggere le feci emesse nelle 48 ore successive al trattamento per impedire che le uova espulse ma vitali vengano disperse nell’ambiente. Il regolamento di polizia veterinaria prevede inoltre che i cani non debbano avere accesso agli stabilimenti di macellazione.

Per quanto riguarda l’uomo, l’echinococcosi cistica è una malattia a trasmissione fecale-orale o attraverso gli alimenti. Per questo motivo, nelle aree dove la parassitosi è presente, è buona norma:

  • non mangiare verdure crude non lavate o poco lavate, soprattutto se provenienti da orti familiari
  • evitare di accarezzare cani vaganti o sconosciuti
  • lavare le mani dopo avere fatto giardinaggio, raccolto verdura o in generale toccato il terreno e materiali o giocattoli venuti a contatto con il terreno su cui possono trovarsi uova di parassita

Bibliografia

Brunetti E, Filice C. (2013). Echinococcosi. In: De Carneri - Parassitologia medica e diagnostica parassitologica. A cura di Brandonisio O, Bruschi F, Genchi C, Pozio E. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, pp. 204-213

Prossimo aggiornamento: 06 Maggio 2027

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