Studio spiega mistero del boom per i cibi, mix di dna e abitudini

(ANSA) - ROMA, 08 Aprile 2018

Crescono i casi di allergia alimentare fra i bambini (solo in Italia sono circa mezzo milione) e non solo, un vero e proprio tsunami. Dal 2010 si è registrata una esplosione delle allergie alimentari: se prima erano attorno al 2-3% ora hanno raggiunto il 10% in Australia e l'8% in Gb. E il fenomeno, secondo uno studio appena pubblicato, sarebbe legato ad una ''tempesta perfetta'': si tratta di un mix di genetica e di fattori ambientali, come l'esposizione della pelle a saponi che non vengono sciacquati (come quelli delle salviette per neonati) e che indeboliscono la barriera lipidica della pelle, allergeni in polvere e cibo presente nell'ambiente domestico, come sulle mani di chi si prende cura dei bambini. L'allergia alimentare, secondo lo studio, si innesca quando questi fattori si verificano insieme. "Questa è una ricetta per lo sviluppo di allergie alimentari", ha detto l'autore dello studio Joan Cook-Mills, professore di immunologia allergologica presso la Scuola di Medicina Feinberg della Northwestern University, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. "È un importante progresso nella nostra comprensione di come l'allergia alimentare inizi presto nella vita", ha aggiunto il ricercatore. Una scoperta che aprirebbe la strada all'indicazione di nuove abitudini nella cura dei bambini, come la limitazione dell'uso di salviette per neonati che lasciano sapone sulla pelle e lavarsi le mani prima di maneggiare il bambino. La causa dell'allergia alimentare, che è in aumento, è stata fino ad ora un vero e proprio mistero. Le allergie alimentari sono in aumento e influenzano il 4-6% dei bambini negli Stati Uniti, secondo i Centers for Disease Control and Prevention. La prevalenza di allergia alimentare è aumentata del 18% tra i minori di 18 anni dal 1997 al 2007. Recenti dati mostrano che anche i ricoveri con diagnosi di allergie alimentari sono aumentati tra i bambini. Alla luce dei risultati di questo studio, però, alcuni fattori di rischio possono essere modificati proprio all'interno delle mura domestiche. Le prove cliniche dimostrano fino al 35% dei bambini con allergie alimentari hanno dermatite atopica e gran parte di ciò è spiegato da almeno tre diverse mutazioni geniche che riducono la barriera cutanea. I bambini, ha ricordato Cook-Mills, sono esposti agli allergeni ambientali nella polvere di una casa ma a volte anche attraverso dei semplici gesti di cura o di affetto, come il bacio da parte di un fratellino che ha appena mangiato burro di arachidi. I problemi della pelle che si verificano con le mutazioni della barriera cutanea possono non essere visibili fino a molto tempo dopo che un'allergia alimentare è già iniziata. Una disfunzione della barriera cutanea era necessaria per l'allergia alimentare a svilupparsi nei topi, ma esiste un ampio continuum di disfunzione cutanea da lieve a lieve con eczema o dermatite atopica, che nella sua forma più lieve può semplicemente sembrare pelle secca. Gli under 18 che soffrono di allergie alimentari in Italia sono 570mila: 270mila bimbi tra 0 e 5 anni; 180mila tra 5 e 10 anni e 120mila tra 10 e 18 anni. Dei 270mila bimbi con meno di 5 anni che soffrono di allergie alimentari, 5000 sono a rischio di reazioni allergiche gravi che possono costar loro anche la vita ed una reazione allergica grave su tre avviene a scuola. L'allergia alimentare più frequente nei bambini tra 0 e 5 anni è quella al latte vaccino, seguita da quella alle uova. (ANSA).