Studio inglese sui pazienti con insufficienza cardiaca cronica

(ANSA) - ROMA, 15 gennaio 2018

Il diabete aumenta la mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Ma se viene inibito il beta-adrenocettore, questa diminuisce. È la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori dell'Università di Leeds al termine di un lavoro pubblicato su Diabetes Journal, rivista dell'American Diabetes Association. Lo studio ha concentrato la propria attenzione sui beta-bloccanti e sugli ace-inibitori che sono stati prescritti con dosi maggiori ai pazienti con diabete rispetto a quelli che non avevano la stessa patologia. I ricercatori hanno potuto notare come la mortalità fosse minore tra chi aveva il diabete. I lavori dell'ateneo inglese sono stati effettuati tra il 2006 e il 2014, con i pazienti seguiti per 4 anni. Hanno partecipato 1.797 pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Del totale delle persone che hanno preso parte, quasi uno su tre (il 28%) era affetto da diabete. Non è la prima volta che viene realizzato una ricerca sul rapporto tra diabete e malattie cardiache. Secondo uno studio italiano presentato lo scorso anno all'Easd, l'Associazione europea per lo studio del diabete, sono le donne colpite da questa patologia ad essere più colpite da infarto (+34%), ma anche da ictus e insufficienza cardiaca congestizia. Nell'analisi sono stati confrontati i dati dei ricoveri degli ospedali della Regione Toscana. Anche uno studio cinese, presentato sempre all'Easd, faceva emergere come su 11 milioni di pazienti controllati in 19 studi diversi le donne diabetiche avevano il 40% in più delle possibilità di avere una sindrome coronarica acuta. (ANSA).