Grazie a tecnica che ripulisce sangue ricevente ed evita rigetto

(ANSA) - ROMA, 15 febbraio 2018

A due mesi dall'intervento godono di ottima salute i donatori e i riceventi di due trapianti di rene crociato avvenuti tra due coppie incompatibili. La complessa operazione è stata eseguita con successo grazie a una tecnica che "ripulisce" il sangue del ricevente ed evita il rigetto dell'organo. La tecnica, che prevede nel trapianto crociato la contemporanea desensibilizzazione di un donatore di rene con gruppo AB0 incompatibile, è stata impiegata per la prima volta in Italia dalle equipe del Policlinico Gemelli e dell'Ospedale San Camillo. "Il trapianto di rene è oggi è la migliore cura possibile per un paziente affetto da insufficienza renale terminale" perché "garantisce migliore sopravvivenza, migliore qualità di vita e costi minori rispetto al trattamento dialitico", spiegano Franco Citterio, alla guida dell'equipe chirurgica dell'Unità Operativa Trapianti di rene del Gemelli, e Massimo Iappelli, alla guida dell'equipe chirurgica del Dipartimento Interaziendale Trapianti del San Camillo. Tuttavia, quando una persona vuole donare l'organo, alcune volte non è possibile fare il trapianto perché la coppia è incompatibile, o per via della presenza di anticorpi contro le caratteristiche genetiche del donatore oppure per via di anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore (AB0 incompatibile). "Per risolvere queste incompatibilità ci sono a disposizione due tecniche, il trapianto crociato e il trapianto con desensibilizzazione AB0". "Nel trapianto con modalità crociata - proseguono - vi sono due coppie AB e CD dove ciascun donatore vuole donare un rene al proprio ricevente, ma ciò non è possibile perché in una coppia il donatore A ha anticorpi contro il ricevente B, ma non contro il ricevente D, e nell'altra coppia il donatore C ha anticorpi contro il ricevente D, ma non contro il ricevente B. Si può procedere quindi al trapianto con lo scambio di coppia". In questo caso A dona a D e C dona a B. Ma nel caso in questione il gruppo sanguigno del donatore A non era compatibile con quello del ricevente D. Lo scambio però è stato reso possibile rimuovendo dal sangue del ricevente D gli anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore A. "Sinora le due tecniche erano state considerate alternative e non complementari", in questo caso invece "sono state abbinate per risolvere una complessa rete di incompatibilità", concludono gli artefici dell'operazione salvavita. (ANSA)