Con 'interruttori' che spengono cellule malate come luci di casa

(ANSA) – ROMA, 27 novembre 2017

Spegnere il tumore come si spengono le luci di una casa 'intelligente' grazie alla domotica: è questo l'obiettivo di una nuova classe di 'interruttori' molecolari che bloccano in modo selettivo i meccanismi di riparazione del DNA cruciali per la sopravvivenza delle cellule tumorali. Il nuovo approccio, che mira a sviluppare terapie anti-cancro 'su misura', è stato messo a punto dal gruppo di Fabrizio d'Adda di Fagagna, ricercatore dell'Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) di Milano e dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, che su Nature Cell Biology pubblica i risultati dello studio sostenuto dall'Associazione Italiana per la ricerca sul cancro (AIRC) e da un finanziamento europeo Erc. L'idea della 'domotica del cancro' nasce da anni di ricerche sull'intricato rapporto tra DNA, invecchiamento cellulare e cancro. "Sappiamo che le cellule tumorali hanno un DNA instabile, che si rompe continuamente - spiega d'Adda di Fagagna - e recentemente abbiamo scoperto che questi danni al genoma inducono la produzione di segnali di allarme, ovvero piccole molecole di RNA specifiche per ciascuna lesione, che non servono a produrre proteine, bensì ad attivare i meccanismi cellulari di riparazione. La nostra sfida è stata quella di creare delle molecole complementari (antisenso) capaci di bloccare questi RNA accumulati sulle singole lesioni". "In questo modo - spiega la prima autrice dello studio, Flavia Michelini, "si impedisce la segnalazione e la riparazione della lesione solo in punti precisi del genoma": la cellula tumorale resta danneggiata e di conseguenza non può più sopravvivere e proliferare. Al momento, precisa d'Adda di Fagagna, "stiamo studiando la biologia molecolare e cellulare di questi meccanismi, ma stiamo anche cercando di individuare quelle classi di tumori che accumulano preferenzialmente danni in alcuni punti del genoma: l'obiettivo è colpirli selettivamente con le molecole antisenso, che costituiscono la base di una categoria emergente di farmaci estremamente innovativa, per personalizzare la terapia, paziente per paziente e tumore per tumore, e aprire la strada a una medicina più precisa e meno tossica". "Nell'esplorazione di specifiche applicazioni terapeutiche - conclude l'esperto - sarà strategico il supporto di BiovelocITA, il primo acceleratore italiano dedicato al settore biotech".