Introduzione

Disfunzione diastolica

Il cuore è formato da quattro cavità denominate camere: due superiori, dette atrii, e due inferiori, dette ventricoli.

L'attività del cuore è costituita dalla contrazione (chiamata sistole) e dal successivo rilassamento (chiamata diastole) dei ventricoli e queste fasi si succedono ritmicamente in un ciclo continuo. Durante la diastole il sangue passa dagli atrii nei ventricoli, attraverso la valvola tricuspide tra atrio destro e ventricolo destro, e la valvola mitralica tra atrio sinistro e ventricolo sinistro. Quando i ventricoli si sono riempiti di sangue, inizia la fase della sistole: i ventricoli si contraggono e il sangue viene spinto dal ventricolo destro nell'arteria polmonare, e quindi nei polmoni, e dal ventricolo sinistro nell'aorta, e quindi in tutto il corpo.

La disfunzione diastolica indica una anomalia che si verifica durante la fase della diastole: i ventricoli si irrigidiscono, non si rilassano correttamente e, di conseguenza, non si riempiono adeguatamente di sangue, provocando un ristagno di sangue a monte degli stessi. In particolare, l'aumento della pressione a monte del ventricolo sinistro può determinare difficoltà respiratoria e affanno sotto sforzo (si parla di dispnea) e, in stadi più avanzati, scompenso cardiaco ed edema polmonare.

La disfunzione diastolica è un problema comune, soprattutto in persone di età superiore ai 70 anni.

Sintomi

Nella maggior parte dei casi, la disfunzione diastolica non causa alcun disturbo (sintomo), specialmente nella fase iniziale. Tuttavia, se trascurata o non adeguatamente curata, può determinare la comparsa di:

  • difficoltà respiratorie, che inizialmente possono verificarsi solo durante l'esercizio fisico ma, con il progredire della malattia, possono insorgere durante qualsiasi attività e, addirittura, durante il riposo
  • aumento di peso o insolito gonfiore (edema), nelle caviglie, gambe e addome
  • battito del cuore irregolare o accelerato

Cause

Le cause principali di disfunzione diastolica sono:

  • ipertensione cronica, ossia valori della pressione arteriosa a riposo costantemente più alti rispetto alla norma
  • coronaropatia, alterazione della struttura o del funzionamento delle arterie coronarie, i vasi sanguigni che portano il sangue al cuore
  • età
  • stenosi aortica, restringimento della valvola aortica con conseguente diminuzione del flusso di sangue che passa dal ventricolo sinistro all'aorta
  • cardiomiopatia ipertrofica, caratterizzata da ispessimento e rigidità delle pareti del cuore
  • cardiomiopatia restrittiva, caratterizzata da un irrigidimento del tessuto muscolare del cuore (detto miocardio) e dall'incapacità di quest'ultimo di rilassarsi dopo ogni contrazione

Diagnosi

Sia la diagnosi, sia la cura della disfunzione diastolica isolata rappresentano spesso una sfida, poiché i disturbi possono essere molto simili a quelli dell’insufficienza cardiaca sistolica.

È importante distinguere tra insufficienza cardiaca diastolica e insufficienza cardiaca sistolica, poiché la cura per una può nuocere all'altra.

Nell'insufficienza cardiaca diastolica l'anomalia è nel meccanismo di riempimento del ventricolo e non riguarda la funzione sistolica, ossia il meccanismo di contrazione del cuore. La quantità di sangue che ciascun ventricolo contiene quando è riempito e che viene pompata dal cuore a ogni battito cardiaco o ciclo cardiaco è normale, ma i disturbi (sintomi) sono difficilmente distinguibili dall'insufficienza cardiaca.

Per diagnosticare la disfunzione diastolica è necessario ricostruire la storia clinica dettagliata della persona per valutare la presenza di malattie croniche come il diabete o l'ipertensione che possono predisporre alla disfunzione diastolica.

L'esame clinico comprende l’auscultazione del cuore, cioè l’utilizzo dello stetoscopio, uno strumento che, posto sul torace, consente di ascoltare il battito cardiaco evidenziando eventuali rumori patologici. Questo esame è particolarmente utile se si sospetta una stenosi aortica.

L'esame attualmente più utilizzato è l’ecocardiografia con doppler (ecocolordoppler cardiaco) perché più pratico, meno costoso e assolutamente non invasivo. L'ecocolordoppler cardiaco è un esame strumentale che, attraverso l'utilizzo di ultrasuoni, innocui per la salute dell’individuo, permette di visualizzare in tempo reale le strutture del cuore e il flusso sanguigno durante tutto il ciclo cardiaco. In particolare, permette di osservare le camere cardiache (atri e ventricoli), misurarne le dimensioni, valutare lo stato di salute delle valvole cardiache, verificare l'eventuale rigidità e rilassamento del ventricolo durante la diastole.

Sulla base dell'ecodoppler cardiaco, la disfunzione diastolica viene classificata in quattro gradi:

  • disfunzione diastolica di primo grado, forma più lieve che di solito non causa sintomi
  • disfunzione diastolica di secondo grado, stadio "moderato" della malattia caratterizzato da un aumento della pressione di riempimento nell'atrio sinistro che può determinarne un aumento delle dimensioni
  • disfunzione diastolica di terzo grado, forma grave che causa i sintomi tipici dell'insufficienza cardiaca avanzata. È caratterizzata da un riempimento diastolico "restrittivo" per cui viene anche definita "disfunzione diastolica restrittiva reversibile"
  • disfunzione diastolica di quarto grado, la forma più grave, contraddistinta da una alterazione del riempimento del ventricolo di tipo restrittivo non reversibile e, quindi, definita come "disfunzione diastolica restrittiva non reversibile"

Tra gli esami strumentali per valutare la disfunzione diastolica, quello più accurato, ma anche più invasivo, è il cateterismo cardiaco. Si tratta di un'indagine che prevede il passaggio di un tubicino di plastica flessibile attraverso arterie o vene fino a raggiungere le camere cardiache.

Terapia

La disfunzione diastolica può richiedere molti mesi o addirittura anni prima di causare disturbi (sintomi) evidenti e la lenta progressione della malattia fa sì che molte persone possano conviverci senza bisogno di cure specifiche.

Laddove necessaria, la terapia della disfunzione diastolica si basa prima di tutto sulla cura e sulla gestione dei fattori di rischio cardiovascolari eventualmente presenti.

Vanno, quindi, adeguatamente curati:

  • ipertensione arteriosa (pressione arteriosa alta), sia con modifiche dello stile di vita, sia con cure farmacologiche
  • diabete mellito e obesità, sia attraverso una modifica dello stile di vita (dieta, attività fisica) sia mediante terapie farmacologiche
  • fibrillazione atriale, che, se non efficacemente curata, può essere causa di disfunzione diastolica per il pompaggio inadeguato del sangue dall'atrio ai ventricoli. Se la fibrillazione atriale provoca anche un aumento della frequenza cardiaca, possono essere somministrati alcuni farmaci per ridurla

Terapia specifica

Il ruolo di farmaci specifici nella cura della disfunzione diastolica non è ancora chiaro. Alcuni studi suggeriscono che i calcio-antagonisti, in alcuni casi, possono ridurre la rigidità ventricolare.

Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-inibitori) possono essere efficaci nel prevenire il rimodellamento ventricolare.

L'approccio di prima scelta per la cura della disfunzione diastolica è, attualmente, costituito dai farmaci beta-bloccanti. La loro azione consiste nel rallentare la frequenza cardiaca consentendo così ai ventricoli di riempirsi adeguatamente di sangue. La disfunzione diastolica può portare a edema polmonare, una complicazione grave che richiede un trattamento rapido. La terapia dell'edema polmonare si concentra sui farmaci per ridurre la frequenza cardiaca e sui diuretici per abbassare la pressione sanguigna ed eliminare i liquidi fuoriusciti e accumulati nello spazio tra i tessuti.

Bibliografia

Dupont M, Mullens W, Tang WH. Impact of systemic venous congestion in heart failure [Sintesi]. Current Heart Failure Reports. 2011; 8(4):233-41

Texas Heart Institute. Diastolic Dysfunction (Inglese)

Prossimo aggiornamento: 01 Settembre 2024

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