Il problema riguarda il 5-10% dei pazienti

(ANSA) - ROMA, 12 Aprile 2018

Usando un detergente a base di batteri 'buoni' è possibile sconfiggere quelli 'cattivi' che causano le infezioni negli ospedali, diminuendone la frequenza. Lo ha dimostrato uno studio condotto da diverse università presentato oggi a Roma nella sede del ministero della Salute. Il prodotto, chiamato Pchs, è un detergente che contiene batteri probiotici del genere 'bacillus', innocuo per l'uomo, in grado di 'colonizzare' le superfici sostituendo quelli presenti. Il test è stato condotto in sei ospedali italiani, in cui sono state valutate infezioni correlate all'assistenza (Ica), contaminazione microbica e presenza di batteri resistenti prima per sei mesi in cui si usavano procedure normali e poi, sempre per sei mesi, in cui invece era usato quotidianamente il Pchs. "Questo sistema di sanificazione lavora h24 - ha spiegato Sante Mazzacane dell'università di Ferrara - permette un crollo fino al 90% delle specie patogene, che poi rimangono costanti a livelli bassi, con una riduzione fortissima anche dei batteri resistenti". La conseguenza del calo è stata che l'incidenza delle infezioni si è dimezzata, passando dal 4,8% al 2,3%. "La diminuzione è stata evidenziata in ogni singolo ospedale - hanno spiegato gli autori, Elisabetta Caselli dell'università di Ferrara e Silvio Brusaferro di quella di Udine - e in seguito all'introduzione del Pchs l'incidenza cumulativa di tutte le Ica più frequenti è diminuita". Le Ica hanno un'incidenza del 5-10% negli ospedali italiani, con un tasso di mortalità del 20-30%. "Entrare negli ospedali, soprattutto come pazienti, è pericoloso, ma ancora dobbiamo convincere i medici a lavarsi le mani o mettere in atto le misure di prevenzione. È importante quindi ridurre il rischio con tutti i mezzi possibili, quando ci sono innovazioni bisogna sfruttarle". (ANSA).