Lo indica una ricerca italiana

(ANSA) – PISA, 6 Marzo 2018

Il diametro della pupilla rivela i tratti della personalità e aiuta a comprendere meglio l'autismo. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista eLife e condotto in Italia, dal gruppo dell'Università di Pisa guidato da Paola Binda, in collaborazione con Marco Turi, della Fondazione Stella Maris Mediterraneo, e David Burr, docente dell'Università di Firenze. I risultati indicano che le fluttuazioni del diametro della pupilla durante un semplice stimolo visivo siano altamente predittive dei tratti di personalità di tipo autistico. In questo primo stadio, è spiegato in una nota, "la ricerca ha coinvolto un gruppo di giovani adulti i cui tratti autistici si posizionavano nella gamma 'sub-clinica', in assenza, cioè, di un disturbo diagnosticato. Partendo dal presupposto che personalità diverse tendono a percepire la realtà in modo lievemente, ma sistematicamente diverso, lo studio ha dimostrato che il diametro delle pupille tradisce il contenuto della nostra percezione, quello che vediamo e come lo vediamo. La conseguenza, potenzialmente rivoluzionaria, è che affiancando i test di personalità con un parametro obiettivo, che si misura in millimetri, il diametro pupillare potrebbe fornire indicazioni sulla personalità". "C'è crescente interesse nello studio della pupilla - aggiunge Binda - da quando noi, insieme ad altri laboratori, abbiamo dimostrato che il diametro pupillare riflette fedelmente cambiamenti del nostro stato di interesse, attivazione o attenzione. Naturalmente, la pupilla si costringe alla luce e si dilata al buio. Tuttavia, piccole fluttuazioni del diametro accompagnano spostamenti dell'attenzione: ad esempio, le pupille si costringono quando ci focalizziamo su oggetti più luminosi nel nostro campo visivo, e si dilatano se ci focalizziamo su oggetti più scuri". Secondo Marco Turi, "il comportamento delle pupille dei nostri pazienti ci può aprire una finestra sulla loro attenzione e percezione perché ogni individuo ha una diversa tendenza a focalizzare la propria attenzione su oggetti diversi". "Queste tendenze - aggiunge Turi - si accompagnano in modo sistematico ai tratti di personalità, in particolare lungo lo spettro autistico che abbraccia sia la popolazione con sviluppo cosiddetto tipico, sia i pazienti con un disturbo diagnosticato". Il prossimo passo, conclude Burr, "sarà misurare il comportamento delle pupille durante il nostro test nella popolazione clinica, che dovrebbe mostrare fluttuazioni di pupilla ancora più grandi rispetto ai partecipanti di questo studio: l'obiettivo è ambizioso ma potrebbe avere un grande impatto e aiutare i clinici nel trovare un marcatore efficace e precoce dei disturbi dello spettro autistico". (ANSA).