Introduzione

Pesticidi

La parola pesticidi è la traduzione del termine inglese pesticides. Il termine italiano più corretto, però, è prodotti fitosanitari, spesso chiamati anche antiparassitari, fitofarmaci, agro-farmaci. I pesticidi, in pratica, sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) utilizzati in agricoltura per eliminare tutto ciò che danneggia le piante coltivate (per esempio: parassiti animali o vegetali, oppure insetti che trasmettono diverse malattie alle piante) e compromette la produttività del terreno e la qualità del raccolto. I pesticidi, quindi, servono a proteggere la salute della coltura e a garantirne la sopravvivenza.

I fertilizzanti non sono pesticidi: sono sostanze utilizzate in agricoltura per arricchire il terreno di elementi nutritivi (ad esempio, azoto, fosforo, potassio) essenziali alla crescita dei prodotti vegetali.

I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell’organismo contro cui sono usati, ad esempio:

  • insetticidi (combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o portatori (veicoli) di malattie per l'uomo o gli animali domestici)
  • fungicidi (contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da funghi)
  • diserbanti o erbicidi (utilizzati per distruggere le erbe infestanti, o malerbe; possono comprendere anche i defolianti)
  • anticrittogamici (contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da batteri, muffe ed alghe)
  • nematocidi (combattono i vermi del terreno o nematodi)
  • acaricidi (combattono gli acari)
  • fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture)

Ognuna di tali categorie include, a sua volta, sostanze o principi attivi appartenenti a diverse classi chimiche, che agiscono con meccanismi diversi. I pesticidi non possono, quindi, essere considerati un gruppo omogeneo di sostanze.

I prodotti fitosanitari in commercio sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che permette al prodotto di svolgere la sua azione. Ad essa sono generalmente aggiunte altre sostanze (chiamate co-formulanti) utili, ad esempio, per poterli sciogliere più facilmente nell’acqua (emulsionanti), per conservarne la stabilità ed efficacia o per migliorarne la penetrazione nell’organismo bersaglio (coadiuvanti).

Effetti sulla salute

I pesticidi hanno portato all'umanità molti vantaggi come, ad esempio, la possibilità di eliminare da alcuni territori malattie come la malaria, la malattia del sonno, la febbre gialla e di favorire un maggiore produzione agricola per fronteggiare l’aumento della popolazione mondiale. Accanto a questi vantaggi, i pesticidi rappresentano però un potenziale pericolo per la salute dell'uomo e per l’ambiente.

Il termine pesticida e le sue diverse categorie (insetticida, acaricida, fungicida etc.) sono caratterizzati dal suffisso cida che significa “capace di uccidere” gli organismi che sono il loro bersaglio (insetti, acari, funghi, etc.). Per farlo devono essere in grado di interferire con strutture o funzioni degli organismi nocivi (funghi, insetti, muffe etc.) che, però, sono spesso presenti anche in altre specie, incluso l’uomo. Questo fa sì che la maggior parte delle sostanze utilizzate come pesticidi possa avere effetti tossici anche su organismi che non sono il loro diretto bersaglio.

Vista la grande varietà di classi chimiche e di microorganismi utilizzati, non è possibile generalizzare parlando dei possibili effetti sulla salute dovuti ai pesticidi, perché sono diversi a seconda del tipo di prodotto utilizzato (leggi la Bufala). Nell'uomo, l’esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare effetti al sistema nervoso centrale, l’impiego di altri determinare effetti sul fegato, altri ancora sulla fertilità.

I pesticidi ideali sono quelli cosiddetti selettivi (tossici solo per gli organismi bersaglio e non per altre specie) vale a dire che, svolta la loro azione, non rimangono a lungo nell’ambiente limitando così i danni relativi all’inquinamento di acqua, aria e suolo e il conseguente loro accumulo negli organismi, incluso l’uomo.

Come si viene in contatto con i pesticidi

Il contatto con i pesticidi può essere di tipo professionale, come avviene per i lavoratori coinvolti nei processi di produzione, trasporto e stoccaggio, o legata al loro impiego come accade agli agricoltori.

Il resto della popolazione può essere esposto per la vicinanza alle zone dove i pesticidi sono utilizzati e per il loro uso domestico (essenzialmente insetticidi). Non si esaurisce, quindi, solo con i residui (piccole quantità di pesticidi) che possono essere presenti nella dieta (cibi e acqua) e nell’ambiente, ma comprende anche i prodotti depositati su mobili, tappezzeria e suppellettili che, in ambiente interno, possono persistere più a lungo rispetto all’esterno. Per questo è necessario seguire sempre attentamente le modalità e le precauzioni d’uso indicate sull’etichetta.

I residui presenti, ad esempio, in frutta e verdura, essendo quantità molto ridotte, non danno rischi di intossicazione immediata dopo il consumo di un singolo alimento, ma l’ingestione prolungata nel tempo potrebbe avere degli effetti sulla salute. Questa eventualità è prevenuta dalla legge in vigore in materia di sicurezza dei pesticidi che obbliga a studiare quanto residuo resti sulle colture e a verificare che non ci siano rischi per la salute dei consumatori prima che ne venga autorizzata la vendita.

Le legislazione per la protezione della salute

I prodotti fitosanitari non possono essere commercializzati o utilizzati prima di essere stati autorizzati. Allo scopo di proteggere sia la salute umana e animale sia l'ambiente, in Europa è stato adottato il regolamento (CE) N. 1107/2009 che stabilisce norme sull'autorizzazione, l’immissione sul mercato, l’impiego e il controllo dei prodotti fitosanitari all'interno della comunità europea (e sostituisce le legislazioni precedenti 79/117/CEE e 91/414/CEE). L’autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Autority, EFSA) in collaborazione con gli stati membri dell’UE valuta le sostanze attive; gli stati membri verificano e autorizzano i singoli prodotti da mettere sul mercato a livello nazionale. L’importanza della sicurezza d’uso dei prodotti fitosanitari sulla nostra salute è testimoniata dal fatto che in Italia l’organismo competente è il Ministero della Salute, diversamente dalla maggior parte degli altri stati membri in cui la competenza è del ministero dell’agricoltura.

L’approvazione delle nuove sostanze attive da impiegare come pesticidi è preceduta da un processo di valutazione del rischio per determinare se possano produrre effetti dannosi sulla salute dell’uomo o degli animali e se non compromettano la qualità dell’ambiente. In questo processo è anche valutata la presenza di residui negli alimenti trattati e sono elaborate proposte per stabilire i livelli massimi di residuo accettabili. Tutte le questioni relative ai limiti di legge dei residui di pesticidi nei cibi sono trattate nel regolamento (CE) 396/2005.

Sostanze attive già presenti sul mercato prima della regolamentazione europea

Prima dell’introduzione della direttiva europea 91/414, precedente al regolamento 1107/2009, il livello di protezione variava a seconda del paese considerato. La direttiva prevedeva, per la prima volta, un programma di revisione di tutte le circa 1.000 sostanze attive presenti nei prodotti fitosanitari utilizzati sul territorio europeo in quel momento. Sulla base degli effetti sulla salute umana, considerando anche i residui nella catena alimentare e nell'ambiente, con particolare attenzione alle acque e agli organismi non-bersaglio, come gli uccelli, i mammiferi, i vermi e le api, alla fine del processo, nel 2008, solo 250 sostanze (circa il 26%) hanno superato i criteri per l’autorizzazione. La maggior parte di esse (il 67%) è stata eliminata a causa dell’assenza, dell’inadeguatezza o dell’incompletezza dei relativi dossier (dati e informazioni raccolti sulla loro tossicità) che, quindi, non permetteva di valutarne la sicurezza. Le sostanze rimosse dal mercato perché valutate non sicure nel primo ciclo di valutazione sono state circa 70.

L’autorizzazione è limitata nel tempo in modo tale che, periodicamente, tutte le sostanze attive siano rivalutate, sia perché potrebbero essere disponibili nuovi dati, sia perché i criteri di autorizzazione sono sempre più protettivi per la salute umana e per l’ambiente. Dal 16 marzo 2009 è disponibile sul sito della commissione europea il database delle sostanze attive; sul sito del Ministero della Salute sono presenti banche dati delle sostanze attive e dei prodotti fitosanitari autorizzati in Italia.

I controlli dei residui negli alimenti

Per tutelare la salute delle persone coprendo tutti i settori della catena alimentare “dalla fattoria alla tavola” e per verificare i livelli massimi di residui di prodotti fitosanitari presenti negli alimenti sono eseguiti, nell’ambito di programmi nazionali, controlli ufficiali tramite prelievi a campione di vari alimenti rappresentativi del mercato (ortaggi, frutta, cereali, olio, vino, latte, uova, carni e pesci), che tengono in considerazione anche gli esiti dei controlli dei precedenti anni. In Italia, chi coordina e definisce i piani in materia di residui di prodotti fitosanitari negli alimenti è il Ministero della Salute. I risultati del controllo vengono pubblicati sul sito del ministero dandone comunicazione a tutte le autorità coinvolte. Il ministero trasmette all’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) tali risultati.

Ad Aprile 2020 l'EFSA ha pubblicato il suo rapporto annuale sui residui di pesticidi rilevati negli alimenti nell'Unione Europea relativo all'anno 2018: sono stati analizzati complessivamente 91.050 campioni, il 95,5% dei quali rientrava nei livelli ammessi dalla legge. L'analisi dei rischi effettuata dall'EFSA associando i dati ottenuti con le informazioni sul consumo di alimenti fornite dagli Stati membri indica che è improbabile che l'esposizione acuta e cronica a residui di pesticidi tramite l'alimentazione possa destare preoccupazioni per la salute dei consumatori.

Il patentino

Il patentino, o più correttamente il “certificato di abilitazione all'acquisto e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari”, è il documento indispensabile per chiunque intenda acquistare o anche soltanto utilizzare, a livello professionale, i prodotti fitosanitari necessari per difendere le piante dai diversi organismi nocivi. Il rilascio ed il rinnovo periodico del patentino certificano che colui che ne è in possesso, il cosiddetto “utilizzatore professionale”, ha partecipato a specifiche attività formative di base e di aggiornamento periodico ed è a conoscenza dei rischi connessi all'acquisto, alla conservazione ed all'impiego dei prodotti fitosanitari.

Bibliografia

Enciclopedia Treccani. Pesticidi 

European Food Safety Authority (EFSA). Pesticidi

Ministero della Salute. Prodotti fitosanitari  

Prossimo aggiornamento: 02 Novembre 2022

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