Secondo una teoria che si va diffondendo negli ultimi anni anche in Italia, lasciare che il cordone ombelicale e la placenta si stacchino naturalmente dal neonato, invece di reciderli subito dopo il parto, sarebbe vantaggioso per la salute del bambino. La pratica venne introdotta per la prima volta nel 1974, da Claire Lotus Day, un’infermiera che sosteneva di poter vedere l'aura delle persone. A suo dire, l'aura dei neonati si offuscava in seguito al taglio del cordone, perciò rifiutò di fare tagliare il cordone al proprio bambino. La pratica si è poi diffusa, dapprima negli Stati Uniti e in Australia, attraverso maestri spirituali e guru. In alcuni casi, dopo il distacco, la madre o i genitori mangiano la placenta, sia come tale che essiccata, con motivazioni varie che vanno dalla conservazione di nutrienti, o di energia spirituale, o per rinsaldare il rapporto col neonato, o per alleviare la depressione post partum.
Il distacco spontaneo del cordone si verifica di solito entro qualche giorno dal parto, ma non è assolutamente vero che evitare di tagliarlo porti vantaggi al neonato. Al contrario, pochi minuti dopo la nascita il sangue smette definitivamente di circolare nella placenta che diventa a tutti gli effetti un tessuto morto e come tale, pone un rischio significativo di trasmettere infezioni e sostanze tossiche al bambino (1). Per le stesse ragioni, ingerire la placenta, sia pur essiccata o trattata, non fornisce alcun nutriente rilevante, ma può trasmettere infezioni di vario tipo, ed è quindi da evitare (2).

1. Bonsignore A, Buffelli F, Ciliberti R,Ventura F, Molinelli A, Fulcheri E. Medico-legal considerations on “Lotus Birth” in the Italian legislative framework. Italian Journal of Pediatrics. 2019; 45(39)

2. Marraccini ME. Exploring placentophagy in humans: problems and recommendations. Journal of Midwifery & Women's Health. 2015