Spendere di più significa curarsi meglio?

Gli ottimi risultati in termini di salute del nostro Servizio sanitario nazionale-SSN (1) dimostrano che la qualità delle cure non dipende solo da quanti soldi un paese investe nella sanità, ma soprattutto dall'organizzazione.

Molti dati recenti si collocano a sostegno della qualità del nostro SSN, nonostante i difficili anni di crisi in cui viviamo. Secondo l’indagine dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sulla salute (1), la spesa sanitaria in Italia è stata, nel 2012, pari al 9,2% del Prodotto Interno Lordo, cifra nettamente inferiore, ad esempio, a quella degli Stati Uniti (16,9%) e di altri paesi europei come, Francia, Germania e Svizzera, che si attestano sull'11% circa.
I finanziamenti del nostro SSN provengono per la maggior parte (77%) da fonti pubbliche (1); secondo l’Istituto nazionale di statistica (Istat) (2), le famiglie italiane hanno contribuito, nel 2012, per circa il 21% della spesa, ma tale quota presenta complessivamente una riduzione negli ultimi anni.
Per quanto riguarda i “segnali” di un buon stato di salute della popolazione italiana, il nostro Paese vanta una speranza di vita alla nascita (cioè l’età che ciascun bambino nato può ambire a raggiungere) tra le più alte. Anche la mortalità infantile, altro aspetto che contribuisce a stimare la qualità di un sistema sanitario, è in costante diminuzione ed è tra le più basse a livello europeo (2).
È sempre possibile migliorare, ma il nostro SSN ha raggiunto un buon livello.

1. FNOMCEO 2010
2. Istat. Noi Italia