Durante una cura farmacologica si mangia cosa si vuole?

Numerosi sono gli esempi di interazione tra farmaci e alimenti.

Tra i fattori che concorrono al buon esito di una terapia farmacologica, un'importanza non trascurabile rivestono le interazioni del farmaco con integratori, prodotti erboristici e alimenti. Cibi e bevande possono influire sull'effetto di un farmaco rendendolo inefficace, oppure potenziandone gli effetti tossici o un particolare effetto collaterale o addirittura possono creare effetti indesiderati anche gravi. Chi assume un medicinale deve seguire attentamente le avvertenze del foglio illustrativo e le raccomandazioni del medico riguardo le possibili interazioni di cibi e bevande con il trattamento farmacologico, a partire dalle indicazioni riguardo l'assunzione del farmaco a stomaco vuoto oppure durante i pasti. L'alcol, ad esempio, può amplificare o ridurre l'effetto di molti medicinali.

Gli inibitori delle monoaminoossidasi (MAO), ansiolitici antidepressivi, non dovrebbero essere assunti con quantità eccessive di cioccolato. La caffeina del caffè o contenuta nel cioccolato o in alcune bevande energetiche, può interagire con alcuni stimolanti (metilfenidato), potenziandone il loro effetto, o contrastando l'effetto di sedativi (zolpidem). La liquirizia può aumentare la tossicità di farmaci a base di digossina, utilizzati per trattare l'insufficienza cardiaca congestizia e le anomalie del ritmo cardiaco e può ridurre gli effetti di alcuni farmaci, utilizzati per il trattamento della ipertensione arteriosa, tra cui alcuni diuretici.

Il succo di pompelmo interferisce con il metabolismo di molti farmaci tra cui alcuni immunosoppressori come la ciclosporina, alcuni ansiolitici (come il buspirone o il triazolam), alcune statine, alcuni calcio-antagonisti, e farmaci per l’ipertensione (amlodipina, nifedipina e nimodipina...), acuni anticoagualnti e antiaggreganti (walfarin, clopidogrel...), diversi farmaci antitumorali e farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale.

Interazioni farmacologiche sono possibili anche con alcuni integratori alimentari. L’erba di san Giovanni (iperico perforato), può aumentare il metabolismo di  digossina, la lovastatina e il sildenafil a livello del fegato, riducendone così la concentrazione nel sangue e quindi l'efficacia.

L'assunzione di vitamina E potenzia l'attività anticoagulante del warfarin aumentando il rischio di sanguinamento. Anche il ginseng può influire su alcuni farmaci, ad esempio può aggravare gli effetti di sanguinamento del warfarin, dell’eparina, dell’aspirina e di farmaci anti-infiammatori non steroidei come l'ibuprofene, il naproxene, il ketoprofene. Inoltre la combinazione di ginseng con gli inibitori della MAO può causare mal di testa, disturbi del sonno, nervosismo e iperattività. Il Ginkgo Biloba ad alte dosi riduce l’efficacia di farmaci (come carbamazepina e acido valproico) usati per il trattamento delle crisi epilettiche (1).

1. U.S. Food and Drug Administration (FDA). Avoid Food-Drug Interactions