Introduzione
Gli analgesici, chiamati anche antidolorifici, sono farmaci in grado di alleviare il dolore.
A seconda della sua natura e intensità, si può scegliere tra un'ampia gamma di prodotti presenti in commercio.
Le forme dolorose più comuni, come il mal di testa, o associate ad un'infiammazione, come il mal di schiena, possono essere curate con il paracetamolo e gli antinfiammatori. Se, invece, il dolore è provocato da nervi sensibili o danneggiati, come le nevralgie causate dal fuoco di Sant'Antonio (infezione da herpes zoster) e la sciatica, gli antidolorifici più indicati sono quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale.
Gli analgesici, come ogni altro farmaco, hanno potenziali effetti collaterali, pertanto, prima di prenderli bisogna valutare attentamente se i benefici derivanti dal loro impiego superano gli eventuali rischi associati alla loro assunzione. Se utilizzati in modo corretto, rispettando le dosi e le modalità di somministrazione raccomandate, possono contribuire a migliorare la qualità della vita.
Gli analgesici più utilizzati sono: il paracetamolo, l'ibuprofene, l'aspirina, la codeina, l'amitriptilina, la gabapentina e la morfina.
Paracetamolo
Il paracetamolo è indicato per il trattamento del mal di testa e della maggior parte delle manifestazioni dolorose, tranne quelle di origine neuropatica (nevralgie), dovute a ipereccitabilità o danno dei nervi.
La dose consigliata per gli adulti è di due compresse da 500 mg, da assumere fino a 4 volte al giorno. Questo dosaggio può essere somministrato a lungo termine, in quanto raramente provoca effetti collaterali.
Tuttavia, eccessive quantità di paracetamolo possono comportare gravi rischi per la salute. Qualora il dolore dovesse diventare più grave, o perdurare per oltre tre giorni, non bisogna aumentare il dosaggio, ma rivolgersi al medico curante, che potrà prescrivere altre forme di cura.
Ibuprofene
I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), quali l'ibuprofene, il diclofenac e il naprossene, sono particolarmente indicati nel dolore causato da un processo infiammatorio, come in caso di artrite o traumi.
L'ibuprofene, al pari degli altri FANS, non deve essere preso per lunghi periodi di tempo senza il consenso e la supervisione del medico curante. Il suo utilizzo prolungato può irritare lo stomaco, provocando ulcere ed emorragie nei casi più gravi, e favorire la comparsa di problemi cardiaci o renali.
Si raccomanda di non superare le dosi raccomandate, in quanto il sovradosaggio aumenta il rischio di gravi effetti collaterali.
Aspirina (acido acetilsalicilico)
L'aspirina è un altro tipo di farmaco antinfiammatorio non steroideo. La sua efficacia analgesica è inferiore a quella degli altri FANS, con i quali condivide gli stessi effetti collaterali.
Non deve essere somministrata a bambini o ragazzi al di sotto dei 16 anni.
Codeina
La codeina, utilizzata da sola, possiede una limitata azione analgesica, ma, se associata con il paracetamolo in un unico farmaco, si ottiene un efficace antidolorifico.
I prodotti contenenti paracetamolo e codeina sono a prescrizione medica.
La codeina può indurre dipendenza e assuefazione. Se si manifestano disturbi (sintomi) di astinenza non appena si interrompe la cura, o si avverte la necessità di prendere dosi sempre maggiori, è necessario rivolgersi immediatamente al medico.
In Italia e nel resto d'Europa i prodotti a base di codeina non possono essere prescritti ai bambini di età inferiore ai 12 anni.
Amitriptilina e gabapentina
L'amitriptilina è un antidepressivo triciclico, usato nella cura della depressione, mentre la gabapentina è un anticonvulsivante, utilizzato nel trattamento dell'epilessia.
Entrambi i farmaci sono impiegati anche nella terapia del dolore neuropatico, che trae origine dalla sensibilizzazione o da un malfunzionamento dei nervi, come le neuropatie diabetiche, la sciatica e le nevralgie causate dal fuoco di Sant'Antonio.
Sia l'amitriptilina che la gabapentina sono farmaci venduti solo dietro esibizione di ricetta medica.
I loro effetti collaterali più comuni sono sonnolenza e vertigini.
Morfina
La morfina e i farmaci morfino simili (come l'ossicodone, il fentanil e la buprenorfina) sono i più potenti analgesici esistenti in commercio, disponibili anche sotto forma di cerotti transdermici, da applicare sulla pelle.
Si tratta di farmaci con obbligo di prescrizione medica, riservati al controllo delle forme di dolore più gravi o resistenti agli altri antidolorifici.
La loro somministrazione prevede un attento controllo della risposta individuale alla cura, fino al raggiungimento della dose ottimale, nel quadro di piani terapeutici a lungo termine.
Avvertenze sull'uso degli antidolorifici solubili
Gli antidolorifici solubili, o effervescenti, hanno un alto contenuto di sale (sodio). Possono arrivare a contenerne fino ad 1 grammo per dose.
Un eccesso di sale può favorire l'aumento della pressione sanguigna (ipertensione) che è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, come l'infarto e l'ictus. È, quindi, preferibile utilizzare formulazioni diverse, soprattutto se bisogna seguire una dieta povera di sodio.
Paracetamolo
Il paracetamolo è il farmaco più utilizzato per combattere gli stati dolorosi e febbrili. È indicato per il trattamento del dolore lieve o moderato, come in caso di mal di testa, mal di denti e distorsioni, ed è in grado di abbassare la febbre provocata da malattie comuni, quali l'influenza e il raffreddore.
Se utilizzato alle dosi raccomandate, può essere usato da tutti e in qualunque fascia d'età, poiché è praticamente privo di effetti indesiderati (effetti collaterali), che si manifestano in casi rarissimi. È considerato il farmaco di prima scelta per alleviare il dolore.
Forme farmaceutiche
Il paracetamolo può essere acquistato con o senza ricetta medica, a seconda del dosaggio. È disponibile in svariate formulazioni farmaceutiche:
- compresse o capsule
- sciroppo
- gocce orali (destinate ai bambini più piccoli)
- compresse effervescenti (da dissolvere in un bicchiere d'acqua) e oro-dispersibili (da sciogliere in bocca)
- granulato effervescente
- supposte (da assumere per via rettale)
- soluzione iniettabile per via intramuscolare o endovenosa (somministrata, in genere, in ospedale)
Il paracetamolo è usato anche in associazione con altri farmaci in diverse specialità medicinali, come gli analgesici combinati e alcuni preparati per la tosse e il raffreddore.
Chi può assumere il paracetamolo
Il paracetamolo ha un profilo di sicurezza così alto da essere somministrato, agli opportuni dosaggi, anche durante la gravidanza e l'allattamento, nonché ai neonati.
In caso di dubbi sulla sua assunzione, basta seguire le istruzioni riportate sulla confezione o sul foglietto illustrativo o rivolgersi al proprio medico o al farmacista.
Il paracetamolo deve essere somministrato con cautela in caso di:
- problemi al fegato o ai reni
- uso cronico o abuso di alcol
- grave malnutrizione o forte sottopeso
- assunzione simultanea di altri medicinali
L'uso del paracetamolo deve essere evitato nel caso in cui abbia già dato origine, in precedenza, ad una reazione allergica.
Modalità di assunzione
Il paracetamolo, come tutti i farmaci, deve essere utilizzato osservando le istruzioni contenute nel foglietto illustrativo o fornite dal proprio medico o dal farmacista.
La quantità da prendere dipende dal peso corporeo, dall'età e dal tipo di formulazione utilizzata.
Negli adulti, la dose impiegata abitualmente è di 500 milligrammi (mg) ogni 4-6 ore, senza superare la dose massima giornaliera di 4 grammi, corrispondente a 8 compresse da 500 mg l'una (o diversamente, a seconda delle formulazioni).
Nei bambini o ragazzi al di sotto dei 16 anni il dosaggio è inferiore e va adeguato al peso corporeo e all'età. Basta rispettare le indicazioni presenti nella confezione o consultare il pediatra di riferimento.
Nei neonati e nella prima infanzia è preferibile usare la formulazione in gocce, provvista di un apposito misurino o una siringa per uso orale, che consentono di evitare errori di dosaggio.
I tempi d'azione del paracetamolo sono piuttosto brevi. Nell'arco di un'ora dalla somministrazione il farmaco comincia ad esercitare i suoi effetti, che durano, in genere, per diverse ore.
Se il dolore non diminuisce non bisogna comunque superare le dosi raccomandate. Se necessario, gli adulti possono potenziare l'azione antidolorifica del paracetamolo prendendo contemporaneamente l'ibuprofene. L'uso simultaneo dei due farmaci è, invece, fortemente sconsigliato nei bambini.
Nel caso in cui, nonostante l'utilizzo del paracetamolo, i disturbi (sintomi) dovessero peggiorare o durare per più di tre giorni, è necessario rivolgersi immediatamente al medico curante.
Durante la cura bisogna evitare di prendere altri medicinali che abbiano tra gli ingredienti il paracetamolo, come alcuni farmaci comunemente usati per combattere il raffreddore o l'influenza.
Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione
Il paracetamolo può provocare reazioni inattese se somministrato contemporaneamente ad altri farmaci perché può interferire con il loro meccanismo d'azione o aumentare il rischio di comparsa di effetti indesiderati (effetti collaterali).
È sconsigliato l'uso del paracetamolo durante una cura con:
- medicinali in cui il paracetamolo è combinato con altri farmaci
- carbamazepina, usata per il trattamento dell'epilessia e di alcuni stati dolorosi
- colestiramina, indicata per ridurre il prurito provocato dalla cirrosi biliare primitiva (una malattia del fegato)
- imatinib e busulfan, impiegati nella terapia di alcuni tipi di tumore
- chetoconazolo, utilizzato per il trattamento delle infezioni causate da alcuni funghi (fungine)
- lixisenatide, usato nella cura del diabete di tipo 2
- metoclopramide, indicato in caso di nausea e vomito
- fenobarbital, fenitoina e primidone, somministrati nel trattamento delle convulsioni
- warfarin, utilizzato per prevenire i coaguli di sangue
- cloramfenicolo, impiegato per trattare alcune gravi infezioni di origine batterica. Il paracetamolo può aumentarne la tossicità
Prima di prendere altri farmaci è necessario controllare nel foglietto illustrativo se possono interagire con il paracetamolo. In caso di dubbio, è opportuno consultare il medico o il farmacista.
Non sono note interazioni di alcun tipo tra il paracetamolo e gli alimenti. Durante il suo impiego si raccomanda moderazione nel consumo di alcol.
Effetti indesiderati (effetti collaterali)
In casi molto rari il paracetamolo può causare i seguenti effetti indesiderati:
- reazioni allergiche, come orticaria e gonfiore
- sudorazione, pressione bassa e aumento del battito cardiaco, in caso di somministrazione per via endovenosa (in ospedale)
- disturbi del sangue, come riduzione del numero di piastrine (piastrinopenia) o diminuzione del livello di globuli bianchi (leucopenia)
- danni al fegato o ai reni, in caso di sovradosaggio. Possono risultare fatali in casi estremi
In presenza di questi o altri disturbi (sintomi) è necessario consultare il medico.
La comparsa di effetti indesiderati durante la cura con il paracetamolo può essere comunicata alle autorità sanitarie competenti attraverso l'apposita scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa, disponibile anche in farmacia.
Sovradosaggio
L'assunzione di una quantità eccessiva di paracetamolo può comportare rischi per la salute, anche gravi.
I disturbi (sintomi) più comuni in caso di sovradosaggio sono: malessere generale, vomito e dolore addominale. Tuttavia, in molti casi l'intossicazione da paracetamolo non si manifesta con segni evidenti.
Se si è superata la dose massima raccomandata è indispensabile rivolgersi immediatamente al proprio medico o recarsi al pronto soccorso più vicino, anche in assenza di disturbi.
Ibuprofene
L'ibuprofene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo, disponibile come farmaco da banco, a basse dosi, o soggetto a prescrizione medica, a dosi più alte.
È indicato nella cura di:
- dolore lieve o moderato di diversa natura, come il mal di denti, il mal di testa e i dolori mestruali
- aumento della temperatura corporea (febbre) in caso di raffreddore o influenza
- dolore e infiammazione (con arrossamento e gonfiore) a carico delle articolazioni, delle ossa e della muscolatura, come l'artrite reumatoide e l'osteoartrite
- dolore e gonfiore associati a contusioni e distorsioni in seguito, per esempio, a traumi sportivi
Forme farmacologiche
L'ibuprofene è disponibile in diverse formulazioni, tra cui:
- compresse e capsule
- granulato effervescente
- gel, creme e spray per uso locale
- soluzione iniettabile per via intramuscolare o endovenosa
Può essere contenuto, in combinazione con altri farmaci, nei rimedi contro il raffreddore e l'influenza e nei decongestionanti nasali (usati per liberare il naso e le vie respiratorie).
Chi può assumere l'ibuprofene
L'ibuprofene non è un farmaco adatto a tutti, in quanto presenta diverse controindicazioni.
La sua assunzione è sconsigliata in caso di:
- allergia accertata all'ibuprofene, all'aspirina o ad altri antinfiammatori non steroidei (FANS)
- ulcera dello stomaco, in corso o avuta in passato (pregressa)
- grave insufficienza del cuore o alterazioni delle funzioni del fegato e/o dei reni
- cura a base di aspirina a basso dosaggio, per la prevenzione delle malattie cardiovascolari
- età superiore ai 65 anni, deve essere somministrato con prudenza
- durante l'allattamento o in presenza di una delle seguenti condizioni mediche:
- asma
- malattie del fegato o dei reni
- lupus eritematoso sistemico (una malattia autoimmune)
- morbo di Crohn o colite ulcerosa
- storia pregressa di sanguinamento dello stomaco
- pressione alta (ipertensione)
- restringimento delle arterie (malattia arteriosa periferica)
- problemi cardiaci, come angina pectoris, infarto o insufficienza cardiaca, anche se lieve
- ictus
Gravidanza
L'ibuprofene deve essere evitato in gravidanza, a meno che non siano il medico o il ginecologo a raccomandarne e prescriverne l'uso. In presenza di dolore o febbre, una valida alternativa è il paracetamolo che, alle dosi raccomandate, può essere preso in sicurezza.
Durante la gravidanza, in ogni caso, prima di utilizzare qualsiasi farmaco è bene rivolgersi al proprio medico o ginecologo, che valuteranno attentamente i potenziali rischi e benefici associati ad ogni tipo di cura.
Allattamento
L'ibuprofene è veicolato nel latte materno in minime quantità, pertanto è altamente improbabile che possa nuocere alla salute del bambino se utilizzato durante l'allattamento al seno.
Neonati
In genere, l'ibuprofene è controindicato nei neonati che non abbiano ancora compiuto i 3 mesi di età, con peso al di sotto dei 5,6 chili. Tuttavia, il pediatra o un altro medico possono raccomandarne l'uso nei neonati di età e peso inferiore nei casi in cui sia strettamente necessario come, ad esempio, per ridurre la febbre sopraggiunta dopo una vaccinazione, laddove l'uso del paracetamolo non sia adatto.
Modalità di assunzione
Durante la cura con l'ibuprofene è importante seguire le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo o fornite dal medico.
La quantità di farmaco da prendere dipende dall'età, dal tipo di formulazione utilizzata e dal problema da trattare.
Adulti: il dosaggio abituale è di una-due compresse da 200 milligrammi (mg) ogni 4-6 ore, senza superare la dose massima raccomandata di 1.200 mg (pari a 6 compresse da 200 mg l'una) nell'arco delle 24 ore.
Bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni: le dosi sono più basse e vanno calcolate sulla base dell'età.
Bisogna sempre rispettare la dose indicata nel foglietto illustrativo oppure chiedere consiglio al medico o in farmacia.
L'effetto antidolorifico dell'ibuprofene si manifesta, in genere, entro pochi minuti dall'impiego, mentre l'effetto antinfiammatorio può richiedere anche tre settimane prima di raggiungere la massima efficacia.
Si raccomanda di non superare le dosi consigliate di propria iniziativa. Se il dolore non accenna a diminuire, gli adulti possono prendere contemporaneamente il paracetamolo. L'associazione dei due farmaci è, invece, fortemente sconsigliata nei bambini.
Se i disturbi (sintomi) dovessero peggiorare, o protrarsi per più di tre giorni, è necessario rivolgersi immediatamente al medico curante.
Interazioni con altri farmaci e alimenti
L'ibuprofene può provocare reazioni impreviste se somministrato contemporaneamente ad altri farmaci perché può interferire con il loro meccanismo d'azione o aumentare le probabilità che si manifestino effetti indesiderati.
Prima di utilizzare un altro farmaco, è necessario controllare nel foglietto illustrativo se può essere preso durante la terapia con l'ibuprofene. In caso di dubbio bisogna chiedere consiglio al medico o al farmacista.
L'ibuprofene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo, pertanto, va evitato l'uso contemporaneo con altri FANS per non aumentare il rischio di comparsa di effetti collaterali anche gravi. In ogni caso, è comunque importante informare il medico se si stanno assumendo, o se sono stati assunti da poco, medicinali o prodotti di qualsiasi tipo compresi i farmaci senza obbligo di ricetta medica, i farmaci da banco, i prodotti erboristici e fitoterapici e i prodotti omeopatici.
Come tutti gli antinfiammatori non steroidei, l'ibuprofene può interagire con altri farmaci, tra cui, ad esempio:
- alcuni tipi di antidepressivi, usati nel trattamento della depressione
- beta bloccanti, indicati nella terapia della pressione alta (ipertensione)
- diuretici, usati per ridurre l'accumulo di liquidi corporei favorendo la produzione di urina
L'assunzione contemporanea di cibo non influisce sull'azione dell'ibuprofene ma si raccomanda moderazione nel consumo di alcol. Può, invece, interagire con il ginkgo biloba, un integratore alimentare.
Effetti indesiderati (effetti collaterali)
L'ibuprofene può provocare diversi effetti indesiderati. Deve, quindi, essere utilizzato alle più basse dosi possibili e solo per il tempo strettamente necessario al controllo dei disturbi.
Gli effetti collaterali più frequenti includono:
- nausea o vomito
- stitichezza o diarrea
- cattiva digestione (dispepsia) o dolore addominale
In casi più rari possono manifestarsi i seguenti disturbi:
- mal di testa o vertigini
- ritenzione di liquidi (edema)
- pressione alta
- stomaco infiammato (gastrite)
- ulcera dello stomaco
- reazioni allergiche, come il prurito
- peggioramento dei sintomi dell'asma, dovuto al restringimento delle vie respiratorie (broncospasmo)
- alterazioni della funzionalità renale
- feci nere o vomito con sangue, segni di sanguinamento dello stomaco in corso
In caso di malore durante l'assunzione dell'ibuprofene bisogna contattare subito il medico.
Qualsiasi effetto indesiderato può essere comunicato alle autorità sanitarie competenti, attraverso l'apposita scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa, disponibile anche in farmacia.
Uso prolungato
L'uso prolungato di ibuprofene ad alte dosi aumenta il rischio di:
- ictus, provocato dal ridotto o mancato afflusso di sangue al cervello
- infarto, che si verifica quando si interrompe l'afflusso di sangue al cuore
Nelle donne, la somministrazione di ibuprofene a lungo termine può essere associata a una riduzione della fertilità che, normalmente, regredisce con la sospensione del farmaco.
Sovradosaggio
L'assunzione di dosi eccessive di ibuprofene può essere molto pericolosa. I sintomi più frequenti del sovradosaggio sono: senso di malessere generale, cefalea, vertigini, vomito, dolore addominale e ronzio nelle orecchie (tinnito).
In molti casi, tuttavia, un dosaggio eccessivo di ibuprofene non dà segni di avvertimento. Se si supera il limite massimo raccomandato è necessario rivolgersi al pronto soccorso più vicino, anche in assenza di disturbi evidenti.
Aspirina
L'aspirina è un farmaco di largo consumo con diverse indicazioni terapeutiche, che vanno dal trattamento del dolore alla riduzione di gravi malattie, come l'infarto e l'ictus.
È disponibile in svariate formulazioni, comprendenti pasticche, compresse effervescenti, granuli da sciogliere in bocca e supposte, vendute con o senza ricetta medica a seconda del dosaggio impiegato.
Impiego dell'aspirina
Ad alte dosi, uguali o superiori a 300 milligrammi (mg), l'aspirina può essere utilizzata per alleviare il dolore o ridurre febbre e infiammazioni.
È indicata per la cura del dolore in genere, e in particolare di:
- mal di testa
- mal di denti
- dolori mestruali
- nevralgie
- dolori reumatici e muscolari
L'uso a lungo termine dell'aspirina a bassi dosaggi, compresi tra 75 e 100 mg, ha un effetto cosiddetto antipiastrinico, vale a dire che favorisce la fluidificazione del sangue impedendo la formazione di coaguli nei vasi sanguigni.
L'aspirina a basso dosaggio, in genere, è prescritta per la prevenzione delle seguenti malattie:
- infarto o angina pectoris
- ictus o attacco ischemico transitorio (TIA)
- malattia arteriosa periferica
- intervento di bypass aortocoronarico o altre operazioni al cuore o sui vasi sanguigni
- in pazienti con angina pectoris instabile o con angina pectoris stabile cronica
Nei bambini o ragazzi al di sotto dei 16 anni l'uso dell’aspirina è consentito, sotto stretta sorveglianza medica, solo in caso di un intervento chirurgico al cuore.
Chi non può assumere l'aspirina
L'aspirina può essere presa solo dopo aver consultato il medico in caso di:
- precedente reazione allergica alla stessa aspirina o a un farmaco antinfiammatorio non steroideo, come l'ibuprofene e il naprossene
- asma
- storia di ulcere dello stomaco
- gravi problemi al fegato, ai reni o insufficienza cardiaca grave
- emofilia o altre malattie emorragiche
- pressione alta (ipertensione), con problemi per mantenerla all'interno dei valori normali
- gravidanza programmata
- gravidanza o allattamento in corso
- impiego di alcuni medicinali
- età inferiore ai 16 anni o superiore ai 65 anni
In questi casi l'uso dell'aspirina è consentito solo dopo aver chiesto il parere del medico che valuterà il rapporto tra i benefici attesi dalla sua somministrazione e i potenziali rischi di effetti collaterali. Se, a suo giudizio, l'aspirina è controindicata è possibile utilizzare il paracetamolo, per ridurre il dolore, o altri farmaci, come il clopidogrel, per prevenire la coagulazione del sangue.
Come prendere l'aspirina
Le dosi, la frequenza delle somministrazioni e la durata della cura sono indicate dal medico o dal farmacista e riportate nel foglietto illustrativo presente nella confezione del medicinale.
In genere, l'aspirina ad alte dosi (usata per controllare il dolore) può essere presa da 2 a 3 volte al giorno, con un intervallo di almeno 4 ore tra una somministrazione e l'altra. L'aspirina a basse dosi (usata per fluidificare il sangue) prevede, invece, una singola dose giornaliera.
A seconda della formulazione utilizzata, l'aspirina deve essere presa con un bicchiere d'acqua o a stomaco pieno, come riportato nel foglietto illustrativo.
Effetti indesiderati (effetti collaterali)
Come tutti i farmaci, l'aspirina può causare diversi effetti indesiderati di frequenza e intensità dipendenti dalla risposta individuale alla cura, dal dosaggio impiegato e dalla durata della terapia.
Gli effetti indesiderati più comuni sono:
- bruciori e mal di stomaco o dolori addominali (che possono essere alleviati assumendo l'aspirina a stomaco pieno)
- sanguinamento e formazione di lividi
In casi più rari sono stati riportati i seguenti effetti collaterali:
- macchie sulla pelle associate a prurito (orticaria)
- fischi e suoni nell'orecchio (tinnito)
- difficoltà nella respirazione o attacchi di asma
- reazioni allergiche, sotto forma di problemi respiratori, gonfiore della bocca, delle labbra o della gola e prurito improvviso
- sanguinamento dello stomaco, che può manifestarsi con feci scure e catramose o vomito con sangue
- emorragia cerebrale, che può provocare mal di testa improvviso e violento, disturbi alla vista e sintomi tipici dell'ictus, quali difficoltà nel linguaggio e debolezza in una parte del corpo
Se si manifestano effetti indesiderati (effetti collaterali) gravi o preoccupanti si consiglia di contattare subito il medico o di rivolgersi al pronto soccorso.
Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione
L'aspirina può interagire con altri farmaci, integratori alimentari, prodotti omeopatici o a base di erbe, che possono alterarne gli effetti, comprometterne l'efficacia terapeutica o aumentare il rischio di comparsa di reazioni indesiderate.
Tra i farmaci che possono interferire con l'aspirina:
- antinfiammatori non steroidei (FANS), come l'ibuprofene e il naprossene
- antinfiammatori steroidei, o cortisonici, come il prednisolone
- anticoagulanti, come il warfarin e l'eparina
- antidepressivi SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina), come il citalopram, la fluoxetina e la paroxetina
- alcuni antipertensivi, utilizzati nella terapia della pressione alta (ipertensione), come gli ACE inibitori e i diuretici
- alcuni anticonvulsivanti, impiegati nel trattamento dell'epilessia, come la fenitoina e l'acido valproico
- specialità medicinali in cui l'aspirina è combinata con altri farmaci, come i rimedi per il raffreddore e l'influenza
Prima di prendere un medicinale è sempre opportuno controllare le possibili interazioni, con altri farmaci o sostanze, riportate nel foglietto illustrativo oppure rivolgersi al medico o al farmacista.
Non è stata segnalata alcuna interazione dell'aspirina con il cibo. L'assunzione di alcol, invece, può incrementare il rischio di sanguinamento dello stomaco. Si consiglia, quindi, di evitare o limitare il consumo di bevande alcoliche per l'intera durata della cura.
Cosa fare se si dimentica una dose o in caso di sovradosaggio
Quando si utilizza l'aspirina per prevenire la formazione di coaguli sanguigni, se si scorda una dose bisogna prenderla non appena ci si accorge della dimenticanza. Poi si riprenderà lo schema terapeutico abituale. Tuttavia, se è quasi l'ora della dose successiva non bisogna prendere la dose saltata, né prendere una dose doppia all'orario prestabilito per compensare quella dimenticata.
In caso di dosaggio eccessivo (sovradosaggio), se si manifestano disturbi come: respiro affannato, vomito, ronzii o fischi nelle orecchie (tinnito), sudorazione o vertigini, è indispensabile rivolgersi al pronto soccorso più vicino.
Bibliografia
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Prossimo aggiornamento: 21 Dicembre 2023